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ROBERTO VITTORI
a Tradate per una indimenticabile conferenza
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Il GAT ha ospitato Roberto Vittori il
16 aprile 2007 per una unica ed
indimenticabile conferenza dedicata alle sue due missioni nello spazio.
Vi hanno
partecipato più di 400 persone accorse da tutta Italia.
In questa pagina trovi:
ROBERTO VITTORI A TRADATE il 16 Aprile ‘07: CRONACA
DI UNA MEMORABILE SERATA.
a cura di Cesare
GUAITA.
A volte sono episodi
banalissimi a cambiare la vita di una persona…
Proprio questo è uno dei
messaggio che l’astronauta Roberto Vittori ha lanciato al grande ed
entusiasta pubblico del Paolo GRASSI Lunedì sera 16 Aprile 2007,
in occasione di una memorabile conferenza pubblica sul tema IN CAMMINO
FRA LE STELLE, l’ UNICA, a causa dei suoi continui impegni all’estero,
che abbia accettato di tenere negli ultimi sei mesi.
IL GAT ha fatto uno sforzo enorme,
sia organizzativo che finanziario per avere a Tradate il più
famoso astronauta della storia spaziale italiana, nell’intento di far
chiudere proprio a lui la grande mostra sui pianeti allestita alla
Villa Comunale di Via Mameli 13.
Tra i regali per la sua presenza a
Tradate, il CD-ROM con tutte le immagini della mostra, una copia del
recente ma ormai classico libro di Cesare Guaita su LA RICERCA DELLA
VITA NEL SISTEMA SOLARE, una medaglia ricordo da parte del dott.
Palumbo e la firma del libro dei personaggi celebri voluta dal Sindaco
di Tradate.
Al GRASSI si era data appuntamento
gente proveniente da ogni parte della Lombardia per vedere da vicino
questo mitico personaggio che un po’ tutto il mondo ci invidia. Ebbene,
il Colonnello Vittori (sì, perché l’astronauta
‘tradatese’ appartiene all’Aeronautica militare) ha stupefatto tutti
raccontando di essere diventato astronauta …per caso.
Si era nel 1998 e l’ ASI (Agenzia
Spaziale Italiana) aveva indetto per conto dell’ ESA (Agenzia Spaziale
Europea) un concorso per la scelta di un pilota italiano da far entrare
nel ristretto team mondiale degli astronauti. R. Vittori non sapeva di
questo e fu un amico ad informarlo del concorso a poche ore della sua
scadenza. Non c’era tempo di compilare la scheda a computer,
così fece tutto a mano su un foglio bianco, pregando la giovane
moglie di spedire immediatamente all’ ESA.
” Tanto - le disse- NON preoccuparti,
non succederà nulla”. Qualcosa invece successe, nel senso che
venne scelto per uno stage a Houston in America.
Di nuovo tranquillizzò la
moglie: “Non preoccuparti, tornerò presto, non può
succedere nulla”. Tornò invece dopo sei mesi con una notizia
molto imbarazzante per la moglie:”Sai, non so come dirtelo, sii
comprensiva, MI HANNO SCELTO COME L’ ASTRONAUTA EUROPEO CHE FARA’ IL
PROSSIMO VOLO SULLA ISS (la Stazione Spaziale Internazionale)”.
Nel contempo rivelò alla
moglie (ed al pubblico ammutolito del GRASSI) un altro piccolo
dettaglio. Nei test psicologici c’era anche da rispondere ad una
domanda apparentemente banale: Perché vuoi andare nello spazio.
Non sapendo cosa rispondere si ricordò che una risposta
gliel’aveva data qualche tempo prima il suo bimbo primogenito
(attualmente ha tre bambini):
si va nello
spazio per scoprire quello che c’è lassù
Una risposta semplice che fece grande
effetto negli esaminatori, contribuendo in maniera sostanziale anche
alla sua selezione. Chiaro che dopo questo inizio di serata il pubblico
del GRASSI si era completamente sciolto in una successione ora di
esclamazioni, ora di applausi.
Era però enorme la
curiosità di sapere cosa si prova nei momenti delle partenza,
durante la permanenza in assenza di gravità, nei momenti del
ritorno a Terra. Roberto Vittori, bisogna dirlo, ha accolto in pieno
gli stimoli che gli venivano dalla platea, raccontandoci una
incredibile serie di sensazioni sconosciute al grande pubblico.
Intanto bisogna ricordare che nello
spazio Vittori ha volato non una ma due volte (Aprile 2002 e Aprile
2005), entrambe dal cosmodromo russo di Baykonur, essendo lo Shuttle
americano fermo dopo la tragedia del Columbia. Con lui sempre altri due
compagni, uno russo e l’altro americano. Ebbene, ci ha raccontato che
la partenza con il potentissimo vettore Soyuz dalle steppe del
Kazakistan è stato per lui, uomo di ghiaccio, un momento di
panico indescrivibile: “NON mi avevano detto che, alla partenza, il
vettore da 56 metri che avevo sotto di me si sarebbe messo a vibrare in
maniera violentissima. Quando al ritorno ho fatto presente questa cosa
mi sono sentito rispondere che NON ero stato informato apposta,
altrimenti, forse, non sarei mai salito su quell’ infernale cilindro di
fuoco e fiamme !.”
Dopo 9 minuti, lo stress tremendo
della partenza si attenua all’improvviso nel senso che – e sempre lo
stesso Vittori che ci raccontava- improvvisamente ci si sente leggeri,
tutto galleggia, NON c’è più peso, si è in orbita!
L’inseguimento alla ISS è durato due giorni, mentre la
permanenza a bordo (per tutta una serie di esperimenti scientifici) si
è protratta per altri dieci giorni. Abbiamo chiesto notizie di
come si dorme e si mangia lassù. Per il mangiare Vittori ha
preferito soprassedere (evidentemente, da buon italiano, anche un
astronauta può essere un buongustaio…). Per il dormire le cose
sono un po’ strane. E’ necessario addormentarsi molto velocemente (se
uno non ha sonno prende delle pasticche, ma Vittori, a differenza degli
americani, le rifiutava), ma poi – almeno nel caso di Vittori- il sonno
è sempre molto AGITATO. Anche quando si dorme, si dorme MALE:
l’assenza di gravità è un grave ostacolo da questo punto
di vista!.
Se però c’era interesse per la
partenza, ancora maggior interesse c’era per il rientro. Come noto in
Russia i rientri dallo spazio avvengono su terra, con la navicella
prima frenata da uno scudo antitermico e poi da un paracadute (‘non
vedevo più nulla, era tutto rosso attorno a noi, sapevo che
sotto di noi c’era uno scudo che ci doveva proteggere da una
temperatura di 2-3000°C, un’esperienza da incubo…). Ecco, proprio
il paracadute è stato un bel problema in occasione della prima
delle due missioni (Marco Polo nell’ Aprile 2002). “Improvvisamente la
nostra capsula ha cominciato a girare vorticosamente su se stessa. Il
nostro senso dell’equilibrio, atrofizzatosi in assenza di
gravità, reagì malissimo alla situazione. Sono stato
malissimo, al punto che ho pensato al peggio, ho pensato che forse se
avessi dato retta a mia moglie….. Però assieme a me c’era un
astronauta russo che aveva già volato nello spazio. Ho pensato:
lo guardo in faccia e capisco. Ebbene ERA TERRORIZZATO anche lui !.
Alla fine, però, la capsula con Vittori è atterrata
ruvidamente lasciando lui e i suoi due compagni a gambe all’aria per un
paio d’ore. Finalmente arrivano le squadre di recupero e aprono il
portello: prelevano il cosmonauta russo, controllano che sia in buono
stato, si felicitano con lui, quindi se ne vanno richiudono il portello
per un'altra ora! Per Vittori un’altra ora a testa in giù con lo
stomaco completamente sottosopra!
Siccome Roberto Vittori è
ancora molto giovane come astronauta (compie quest’ anno 42 anni)
è evidente che spera che il prossimo futuro gli riservi ancora
la possibilità di andare nello spazio. Ci ha raccontato che la
cosa è praticamente certa, anche se nessuno può dire se
la partenza avverrà ancora dalla Russia oppure dall’ America
sullo Shuttle. In effetti la sua grande speranza è di poter
volare anche sullo Shuttle. E’ anche la nostra di speranza per una
ragione semplicissima: gli abbiamo fatto promettere che se mai
volerà sullo Shuttle tornerà a Tradate a raccontarci come
è andata….
L’ ASTRONAUTA
ITALIANO ROBERTO VITTORI
a cura di
Permario ARDIZIO.
Roberto Vittori è nato a
Viterbo nel 1964 ed è sposato con tre bambini. Si laurea
all’Accademia dell’Aereonautica Militare nel 1989 e nei 10 anni
successivi consegue una serie di importanti corsi di specializzazione
che gli portano molti riconoscimenti personali soprattutto all’estero.
Col tempo diventa insegnante di aereodinamica nei corsi
dell’Aereonautica militare ed ha all’attivo oltre 2000 ore di volo
trascorse su ben 40 differenti tipi di velivoli. Nel luglio 1998 viene
selezionato come astronauta dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e
distaccato in Germania insieme agli altri astronauti europei, ma vi
resta poco, perchè presto inizierà la preparazione per la
sua prima missione alla ISS nell’aprile 2002 (‘Marco Polo’), a cui
seguirà una seconda missione nell’aprile 2005 (‘Eneide’),
entrambe con partenza dal cosmodromo russo di Baikonur..
MISSIONE MARCO
POLO (Aprile 2002).
E’ stata la terza missione russa che
ha visitato la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ed aveva a bordo
un equipaggio decisamente internazionale: c’era infatti un cittadino
russo (Yuri Gidzenko), uno italiano (Roberto Vittori) e un sudafricano
(Mark Shuttleworth). La Soyuz TM-34 lasciava la rampa il 25/04/2002
alle 16:26 UTC, ed il primo obiettivo della missione era quello di
rimpiazzare la Soyuz TM-33 ormai attraccata alla ISS dal 23 Ottobre
2001 come veicolo di salvataggio. Il programma della missione
contemplava poi una serie di esperimenti basati sia sul programma del
Sud Africa che sul progetto Marco Polo italiano: un nuovo importante
passo nella cooperazione italo-russa per la ricerca spaziale. L’orbita
iniziale della Soyuz era di 193x247[Km], era inclinata di 52° e
veniva percorsa in 89 minuti. Alle 7:56 UTC del 27/04/2002, la
navicella attraccava alla ISS proprio mentre veniva sorvolata la
Russia. Dopo il completamento di questa delicata fase ed i necessari
controlli dell’effettivo aggancio (alle 9:24 UTC), si aprivano i
portelli di trasferimento dei tre nuovi cosmonauti nella ISS, per un
periodo di 8 giorni di intenso lavoro a bordo. La Stazione Spaziale
Internazionale in quel periodo si trovava su un’orbita di 411x388[Km]
percorsa in 92 minuti. La missione terminava poco dopo la mezzanotte
del 05/05/2002, quando iniziava la manovra di discesa che avrebbe
portato Vittori ed i suoi due compagni ad atterrare 26 [Km] a sud-est
di Arkalyk nella steppa del Kazakistan (3:52 UTC). Si è trattato
di una grande missione estremamente proficua sotto ogni aspetto. Gli
esperimenti spaziavano dalla medicina alla biologia, dalle
sperimentazioni di tecnologie più avanzate fino al
tele-rilevamento (della superficie terrestre dall’ orbita). I
più importanti esperimenti effettuati a bordo comprendevano la
produzione di cristalli e di miscele in regime di microgravità,
lo studio del metabolismo del corpo umano nella fase di adattamento
all’ambiente spaziale, gli effetti dell’assenza di gravità sul
sistema cardiovascolare e sulla loro capacità di lavorare. Si
è anche cercato di ottenere proteine solubili sottoforma di
monocristalli con elevata qualità, allo scopo di creare una
nuova generazione di farmaci e naturalmente... molto altro. Non meno
importante una parte dedicata e finalizzata ad avvicinare la scienza
agli studenti (dai più piccini ai più grandi): tanto
è vero che è stato dedicato del tempo per spiegare alle
scolaresche come si vive e si lavora sulla ISS.
MISSIONE ENEIDE
(Aprile 2005).
Anche questa missione prevedeva un
intenso programma di esperimenti scientifici, dimostrazioni
tecnologiche ed attività educative. Ecco come Vittori ricorda il
giorno della partenza:
“Nel deserto del Kazakistan il
14/04/2005 alle 19:30 UTC era una notte molto buia… Si lasciava
l’albergo dei cosmonauti tra i saluti di amici e parenti venuti per
assistere al lancio, quindi si saliva rapidamente sull’autobus che ci
portava all’edificio dove aveva luogo la preparazione finale al
lancio... si indossavano le SOKOL SUIT, gli scafandri che ci avrebbero
protetto durante il lancio ed il rientro, in caso di una perdita di
pressione nella navicella. Dopo un’ ultima conferenza stampa, ci
dirigevamo verso la rampa; appena fuori dalla vista della gente il bus
si fermava per un rituale ormai appartenente alla storia, in quanto
iniziato proprio da Yuri Gagarin appena prima del suo volo: la fermata
per la toilet prima del lancio. Finalmente ecco il razzo. Sii salivano
5 gradini fino all’ascensore e prima di entrare si ringraziavano i
presenti che avevano contribuito alle operazioni di preparazione e
assemblaggio. Si entrava poi nell’ascensore che ci portava ad una quota
di 55 [m] dove ad attenderci vi erano alcuni ingegneri per aiutarci
nella fase finale. La Soyuz era completamente bui: entratovi accesi le
luci e mi adagiai nel sedile a sinistra, subito seguito dai miei due
compagni John e Sergei. Eravamo pronti, controllavamo i sistemi e
restavamo in attesa: per ora tutto era abbastanza simile a quanto
accadeva nel simulatore. Appena però il missile iniziò a
scaldare i suoi muscoli per prepararsi alla faticosa salita verso il
cielo, i suoni e le vibrazioni della capsula ci ricordarono che non
eravamo nel simulatore ma sul vero razzo: alle 6:46 local, mentre
rieccheggiava 3-2-1-pusk (l’equivalente russo di start), all’interno
del missile tutto iniziò a vibrare, dapprima in modo appena
percettibile, poi sempre più evidente fino al punto da chiedersi
se il sistema di fatto sarebbe rimasto stabile. Il razzo aveva 3 stadi
che operavano a diverse altezze (l’intera corsa verso lo spazio
richiedeva circa 9 minuti), attivandosi e spegnendosi uno dopo l’altro.
Solo dopo lo spegnimento del terzo stadio ritornava la calma a bordo. A
quel punto ci accorgemmo che qualcosa di strano stava accadendo: tutti
gli oggetti galleggiavano!! Eravamo a zero G,... finalmente in orbita”.
La missione ENEIDE è durata complessivamente 10 giorni, 8 dei
quali trascorsi a bordo della ISS per completare i 21 esperimenti
previsti dal programma: 5 di biologia, 4 sulla fisiologia umana, 9
dimostrazioni tecnologiche e 3 educative. L’ equipaggio era composto da
Roberto Vittori, da Salizhan Sharipov e Leroy Chiao. Ecco una sintesi
di alcuni di questi esperimenti.
Il primo, denominato AES (acronimo di
Agrospace Experiment Suite) era anche l’unico che prevedeva sia un
formato didattico che uno scientifico. Il suo scopo era la germinazione
di semi di fagioli e di rucola per dimostrare la possibilità di
coltivare ortaggi nello spazio (cosa molto utile alle future missioni
di lunga durata); nel frattempo in alcune scuole romane veniva (con
entusiasmo) ripetuto lo stesso esperimento per fare un confronto con
quanto era accaduto nello spazio.
Sappiamo fin dall’inizio dell’era
spaziale (quest’anno cade il 50° anniversario del lancio dello
Sputnik) che la permanenza dell’uomo nello spazio per periodi
prolungati ha varie conseguenze negative per l’organismo umano, in
particolare si nota una pericolosa diminuzione di massa ossea di circa
l’1% al mese. L’esperimento denominato BOP aveva proprio lo scopo di
studiare la funzionalità degli osteoblasti, le cellule
responsabili della produzione della matrice ossea in condizioni di
microgravità. Curiosa anche la germinazione di un tralcio di
vite nello spazio, poi riportato a terra per confrontarlo con piante
“sorelle”, nate però sul nostro pianeta.
La missione è terminata alle
17:34 (CET) del 10° giorno di volo, quando Vittori e i due
compagni, con tutti gli esperimenti, sono rientrati nella Soyuz TMA-5,
chiudendo i boccaporti su entrambi i lati del complesso spaziale. Il
distacco della Soyuz dalla ISS è finalmente avvenuto alle 20:44
(CET) del 24 Aprile 2005. A bordo ciascuno prendeva parte attiva nelle
varie fasi del volo di rientro, dalla discesa fino all’atterraggio.
Tutte le fasi si susseguivano come previsto, la Soyuz attivava i suoi
motori alle 23:16 (CET) per 4 minuti, mentre stava sorvolando il sud
Atlantico poco al largo della costa Argentino-Brasiliana. Alle 23:44,
al di sopra della Turchia iniziava la fase di rientro atmosferico
aerodinamico controllato, dove la sopravvivenza dipendeva dalla tenuta
dello scudo termico. L’apertura dei paracadute (23:53 CET) segnava la
felice conclusione delle operazioni di rientro che si concludeva
felicemente alle 00:07 (CET) di lunedì 25 aprile nell’area
prevista, sita 90 Km a nord della città di Arkalyk nel
Kazakistan. Si concludeva per Roberto Vittori la seconda più
grande avventura di un essere umano, che gli avrebbe dato imperitura
gloria sia a livello nazionale sia a livello internazionale.
LE FOTO DELLA VISITA A
TRADATE
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E' disponibile la videocassetta contenente
l'intera conferenza tenuta a Tradate. Puoi chiedere il nastro VHS durante le
serate organizzate dal GAT oppure puoi richiederlo per posta. Per
maggiori informazioni visita l'AstroShop del GAT.
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