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Le immagini dell'eclisse dell' 11 agosto
1999!
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Turchia
1999
Dogantepe
(poco a Sud di Amasya)
L'ingresso della Luna
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della Luna sul disco solare, CLICCA QUI.
Numero immagini: 11 Strumento: Celestron C90, focale 1000mm f/10. Pellicola Kodak Elite 100 ASA. |
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Totalità, CLICCA QUI.
Numero immagini: 25 Strumento: Celestron C90, focale 1000mm f/10. Pellicola Kodak Elite 100 ASA. |
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Per vedere altre immagini dell'uscita
della Luna sul disco solare, CLICCA QUI.
Numero immagini: 9 Strumento: Celestron C90, focale 1000mm f/10. Pellicola Kodak Elite 100 ASA. |
Per vedere altre immagini,
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Numero immagini: 15 |
Alle 11:21 T.U. dell' 11 Agosto'99, dopo
aver attraversato il Mar Nero, il cono d'ombra della Luna ha raggiunto
la costa settentrionale della Turchia, 150 Km a nord della capitale Ankara
(che quindi ha avuto una parzialita' del 97%), per portarsi, alle 11:27:44
T.U. poco a Sud di Amasya, nello sperduto villaggio di Dogantepe dove era
stato fissato il nostro quartier generale assieme ad un altro centinaio
di partecipanti al viaggio organizzato dalla rivista L' ASTRONOMIA. Dei
120 partecipanti alla spedizione, provenienti da ogni parte d'Italia, un
buon 20% apparteneva al GAT di Tradate. Tre erano gli obiettivi principali
che ci eravamo proposti: 1) lo studio della corona per tentare di cogliere
la direzione dell'asse magnetico del Sole e farne un confronto con tutte
le altre eclissi che avevamo seguito negli anni 90, 2) il controllo dei
principali parametri climatici (pressione, temperatura, luminosita', umidita',
vento) per cercare di chiarirci molti dubbi che altre eclissi ci hanno
lasciato 3) la ripresa in diretta di eventuali ombre volanti onde ripetere
e migliorare uno studio iniziato positivamente ad Antigua, durante l'eclisse
del 26Febbraio '98. Un secondo piccolo gruppo di Tradatesi, guidati da
Roberto Crippa ci ha raggiunti a Dogantepe il giorno della totalita' con
due obiettivi principali: realizzare un sequenza completa dell' eclisse
su un unico fotogramma ed ottenere immagini CCD a grande campo della corona
per cercare di coglierne i dettagli piu' minuti possibili.
Bisogna subito dire che la nostra avventura
in Turchia e' stata molto piu' complicata di quanto si potesse immaginare.
Complice il tempo che da quelle parti, in Agosto era annunciato sistematicamente
sereno ma che e' improvvisamente peggiorato il giorno dell'eclisse (seguendo
una regola che non ha risparmiato, nessuna delle regioni europee toccate
dalla totalita'). A dir la verita' qualche indizio e timore in proposito
ci era gia venuto prima di partire: basti dire che nelle immagini Meteosat
della Turchia che scrutavamo meticolosamente nelle settimane precedenti
era quasi sempre presente, di prima mattina, una densa striscia nuvolosa
che si estendeva dalla costa umida del Mar Nero fino alla fascia di totalita'.
Normalmente queste nuvole tendevano a sciogliersi verso mezzogiorno iniziando
a sfilacciarsi proprio nella zona che noi avevamo scelto per l'osservazione
dell'eclisse. Su tutto il resto della Turchia, invece, il cielo rimaneva
sempre assolutamente sgombro da nuvole. Questo andamento si e' puntualmente
ripetuto la mattina dell' 11 Agosto, trasformando il nostro trasferimento
in pulman verso il luogo scelto per l' osservazione in un autentico....
calvario. Al punto che, presi dal panico, abbiamo anche pensato di spostarci
200 Km piu' a Sud-Est, verso Sivas, dove la quota di 1200 metri faceva
meglio sperare in una schiarita. Quando pero' abbiamo saputo che a Sivas
addirittura pioveva e' stato inevitabile rischiare tutto sul luogo precedentemente
scelto. Decisione azzeccata in quanto, verso mezzogiorno la cappa di nuvole
si e' diradata ed il cielo e' tornato quasi completamete sereno. Per contro
il gruppo di R. Crippa, ha deciso di spostarsi a Zile, ad una cinquantina
di km da Dogantepe, sia per il timore (assai fondato) del cattivo tempo
sia per le voci di un possibile intasamento delle strade limitrofe ad Amasya,
dove alcuni esponenti del governo turco avevano deciso di seguire l'eclisse
assieme ad una troupe della CNN americana.
E' curioso far notare le analogie tra
l'eclisse caraibica dello scorso anno ad Antigua e quella che abbiamo seguito
in Turchia l'11 Agosto. In entrambi i casi il tempo era nuvoloso nella
mattinata. Siccome pero' entrambe le eclissi sono iniziate verso le 13
del pomeriggio locale, con totalita' attorno alle 14:30, c'e' stato margine
sufficiente perche' le ore piu' calde della giornata facessero diradare
le nuvole. In altre parole se ad Antigua e in Turchia le eclissi si fossero
verificate in mattinata, saremmo stati spacciati!
Dicevamo, dunque, che il cielo della Turchia
e' tornato quasi completamente sereno al momento dell'eclisse. Questo ci
ha permesso di seguire al meglio tutte le fasi parziali, iniziatesi alle
13:03:28 locali. Poi, alcuni istanti prima della totalita' (14:27:44 locali),
abbiamo davvero sfiorato il dramma: una nuvola bassa (l'unica presente
in un cielo per il resto completamente sgombro!) ha cominciato a dirigersi
minacciosamente verso il Sole. Quando sembrava ormai inevitabile la piu'
grande delle beffe, ecco, imprevisto, un autentico miracolo: attorno al
Sole completamente eclissato si e' come aperto un canale tondo che ha letteralmente
scacciato la diabolica nuvoletta. In pratica il vento di eclisse che 20
minuti prima della totalita' si era messo a spirare in direzione Ovest-Est
alla velocita' costante di 8 km/h (questi dati sono certi e fanno parte
del grosso lavoro sui parametri cliamtici condotto da Piermario Ardizio
e Barbara Boselli) e' riuscito a tener quasi sgombro il disco nero della
Luna per almeno 1,5 minuti. Alla fine pero' la malefica nuvola ha preso
il sopravvento, sovrapponendosi alla corona ed impedendo una nitida visione
degli ultimi, spettacolari istanti di totalita'. Nel complesso dunque,
su 2min10sec di Sole nero che avevamo a disposizione, almeno una trentina
di preziosi secondi sono stati turbati da un fastidioso velo nuvoloso che
ha un po' compromesso la pulizia delle ultime immagini della corona. Per
il resto invece tutto bene, soprattutto per quanto riguarda le protuberanze,
le incredibili protuberanze che l'eclisse ci ha regalato.
UNA CORONA DAVVERO
STRANA.
A priori nulla faceva presagire che la
totalita' dell' 11 Agosto ci avrebbe riservato protuberanze cromosferiche
tra le piu' luminose e numerose che si ricordi. Il disco solare osservato
fuori eclisse mostrava infatti solo tre piccole macchie allineate sotto
l'equatore ed un'altra macchia altrettanto piccola nei pressi del bordo
Est. Che qualcosa di straordinario stava per succedere e' comunque apparso
chiaro gia' alcuni istanti prima della totalita': al centro del bordo sinistro
del Sole, sospesa nel cielo ancora illuminato, si osservava (all'oculare
del telescopio) un frammento di protuberanza rossa apparentemente STACCATO
dalla cromosfera solare. Con il proseguire della totalita' la protuberanza
staccata e' divenuta sempre piu' evidente, allungata ed arcuata, al punto
da essere inconfondibilmente presente in ogni fotografia a breve posa:
per questo rimane e rimarra' un po' l'emblema di questa eclisse. Di grosse
protuberanze (singole o ad arco), pero', ce n'erano un po' dappertutto
attorno al disco nero della Luna, regioni polari comprese: le pose fotografiche
piu' brevi (da 1/1000 a 1/60 di secondo) riuscivano ad evidenziarne almeno
una ventina.
Ma, come accennato, uno dei nostri programmi
principali era lo studio dell'orientazione dell'asse magnetico solare rispetto
al suo asse geografico. Questo imponeva un iniziale corretto allineamento
verso Nord dell'asse polare degli strumenti di osservazione (previa inclinazione
dei 40.5° equivalenti alla latitudine locale): l' operazione e' stata
inizialmente condotta in maniera grossolana con una bussola ed e' stata
poi perfezionata pazientemente in maniera manuale (il sistema dello gnomone
apparso cosi' efficace ad Antigua e' stato abbandonato in Turchia per il
semplice fatto che, fino ad un' ora dall'eclisse il cielo era ancora nuvoloso!).
In questo modo avevamo, in ciascun fotogramma un disco solare con l'asse
di rotazione correttamente inclinato verso sinistra di 18° rispetto
alla verticale e rivolto verso Terra dalla parte del polo Nord. Il fatto
e' che l'asse magnetico del Sole (perfettamente tracciato nelle sue linee
di forza dal plasma coronale) coincide con il suo asse di rotazione nei
periodi di minima attivita' solare per disassarsene anche di 90° quando
il Sole entra in forte attivita': questo spiega perche' in Messico, nel
1991, le linee di forza del campo magnetico solare sembravano uscire dal
suo bordo EQUATORIALE orientale mentre ad Antigua, nel 1998, in periodo
di minima attivita' solare, le nostre immagini della corona ci hanno mostrato
un campo magnetico solare quasi coincidente con l'asse di rotazione. Era
quindi molto interessante studiare la corona durante l'eclisse dello scorso
11 Agosto: con l'approssimarsi del 23° massimo solare, previsto per
l'inizio del 2001, c'era da aspettarsi una situazione magnetica simile
a quella del 1991 in Messico (leggi: asse magnetico prossimo all'equatore
del Sole) con l'unica differenza di una inversione Est-Ovest della polarita'.
In realta' le immagini della corona che
abbiamo realizzato in Turchia con focali da 800 a 1200 mm su pellicola
da 100 ASA ci lasciano non poco perplessi: da esse, infatti, e' praticamente
impossibile (anche dopo elaborazione spinta) percepire qualunque indizio
relativo alle linee di forza del campo magnetico generale del Sole. Piu'
in generale la corona e' apparsa perfettamente simmetrica ed omogenea come
luminosita', mostrando, lungo tutta la circonferenza nera della luna una
successione continua di pennachi triangolari mediamente estesi per circa
un diametro solare. Una conferma inequivocabile e' venuta dalle ottime
immagini riprese in Ungheria da Simone Bolzoni, Alberto Brunati e Lorenzo
Comolli. Anche le immagini riprese dalla sonda SOHO nello stesso momento
dell'eclisse erano eplicative: in esse la corona interna (immagini in UV
dello strumento EIT) mostrava la scomparsa dei grandi buchi coronali polari
tipici del Sole in bassa attivita', a favore di una configurazione a piccoli
buchi coronali distribuiti un po' ovunque in maniera omogenea; per contro
la corona esterna (immagini coronografiche raccolte dallo strumento LASCO)
era caratterizzata da una serie di lunghissimi pennacchi radiali non localizzati
(come nei periodi di sole quieto) lungo l'equatore solare (ovvero perpendicolari
all'asse magnetico) ma presenti in maniera statistica lungo tutta la circonferenza
solare. C'e' a questo punto da chiedersi come mai, nel luglio 1991 in Messico,
con il Sole in piena attivita', la corona mostro' lunghi pennacchi solo
lungo la direzione Nord-Sud lasciando intravedere in maniera magnifica
le linee di forza del campo magnetico quasi adagiate sull'equatore. La
risposta sta forse in un lavoro pubblicato nell'Aprile 1993 sul Journal
of Geophysical Research da T.Saito (Universita' di Tohoku) e J. Akasofu
(Universita' dell'Alaska) che riportiamo in altra parte del nostro sito
nell'ambito di una versione piu' estesa di un articolo apparso sulla rivista
L'ASTRONOMIA di Ottobre 1999.
CLIMA ED ECLISSE.
Grazie al piaziente lavoro di Piermario
Ardizio e' dall'eclisse dell'11 luglio 1991 in Messico che stiamo conducendo
accurate misure sulle micro- variazioni climatiche indotte sulla superficie
terretre dal passaggio a grande velocita del freddo cono d'ombra della
Luna. Per quando possa sembrare strano, pochi in passato si sono occupati
di questo affascinate argomento, soprattutto quasi nessuno l'ha fatto in
maniera sistematica in modo da ottenere dati statisticamente significativi.
Unica eccezione quella del fisico svizzero M.Waldmaier che, assieme alla
moglie Susi. E. Weber ha seguito ben 16 eclissi dal 1952 (25 Febbraio)
al 1979 (26 Febbraio). In Turchia P.Ardizio e' stato validamente assistito
da Barbara Boselli per una serie completa di misure su Temperatura, Umidita',
Pressione, Luminosita', direzione ed intensita' del vento. Misure di Temperatura
e di vento sono state pure effettuate dal nostro gruppo portatosi in Ungheria
sul Lago Balaton.
Del problema del vento, in Turchia, abbiamo
gia' parlato, spiegando chiaramente che e' stato il vento di eclisse a.....salvare
la nostra eclisse. Adesso possiamo aggiungere qualche altro dettaglio.
P. Ardizio disponeva di un anemometro in grado di misurare sia la direzione
che la velocita' del vento. Questo per cercare di chiarire alcuni interrogativi
mai risolti dai tempi del Messico. Allora (era l' 11luglio 1991) eravamo
sull'Itsmo di Teuantepec, in una zona dove soffia un vento fortissimo verso
Ovest (tanto e' vero che questa e' l'inclinazione naturale di tutte le
piante di alto fusto di quella regione!). Ebbene, proprio nel momento della
totalita' il vento e' cessato creando in tutti la sensazione (in realta'
non reale) che la gia' torrida temperatura stesse aumentando durante la
totalita'. Completamente diversa la situazione che abbiamo sperimentato
il 3 Novembre 1994 in Bolivia. Qui l'eclisse inizio' di prima mattina con
un regime ventoso che soffiava costantemente in direzione Nord-Sud. Tutto
pero' e' cambiato a cavallo della totalita': il vento e' infatti ruotato
di 90° mettendosi a spirare da Ovest verso Est. Nuova variazione sul
tema ad Antigua, il 26 Febbraio 1998. In quei giorni passava sui Caraibi
una lunga perturbazione (che per poco non ci ha compromesso l'eclisse)
per cui i movimenti delle masse d'aria erano piuttosto variabili sia come
intensita' (5-6 km/h) che come direzione: cio' non toglie che, all' approssimarsi
della totalita', il regime del vento si sia decisamente stabilizzato, disponendosi
esattamente verso Est a 3,5 Km/h. A Dogantepe, in Turchia possiamo dire
di aver ritrovato una situazione molto simile: il vento spirava prima dell'eclisse
in direzioni continuamente variabili a circa 4 km/h; poi, attorno alle
14:26 locali (quindi pochissimi minuti prima della totalita'), la direzione
si e' assestata quasi esattamente da Ovest verso Est e l'intensita' e'
aumentata fino a 8 km/h: in altre parole posiamo dire che il ventodi eclisse
sembra precedere il cono d'ombra della luna di una trentina di km. Alle
14:45, ossia 15 minuti dopo la totalita il regime iniziale di variabilita'
(sia in intensita' che in direzione) si era completamente ripristinato.
A dimostrazione, pero', di quanto influiscano
le condizioni locali su queste delicate misure, le cose sul lago Balaton
sono andate in maniera completamente diversa: si e' avuta infatti, durante
la totalita', la cessazione completa del vento che spirava precedentemente
in direzione Ovest-Est (un qualcosa di analogo, insomma a quanto successo
nel 1991 in Messico).
Visti nella loro globalita' questi dati
adesso ci permettono di trarre una conclusione piuttosto sicura: la totalita'
porta sicuramente con se' uno spostamento verso Est della massa d'aria
attraversata dal cono d'ombra della Luna (Il famoso 'vento di eclisse')
con una unidirezionalita' ed una intensita' fortemente legate alle condizioni
climatiche locali. Cosi, per esempio possiamo dire (a posteriori!) che
abbiamo sicuramente percepito il vento di eclisse sia in Bolivia, sia ad
Antigua, sia, soprattutto, in Turchia. Per quanto riguarda il Messico la
scomparsa del fortissimo vento locale verso Ovest puo' avere una sola spiegazione:
quella di un effetto di bilanciamento prodotto, in direzione opposta, da
un vento di eclisse similmente intenso!
Anche il naturale abbassamento di temperatura
durante la totalita' e' spesso stato soggetto ad interpretazioni o ad impressioni
personali. A tuttora l'unico studio quantitativo esistente e' stato pubblicato
dal gia' citato M.Waldmaier e si basa sull'analisi di ben 16 eclissi. In
pratica Waldmeier ha fatto giustamente notare che il corretto calcolo del
calo di temperatura durante un'eclisse NON puo' prescindere dalla conoscenza
dell'andamento termico giornaliero del sito di osservazione in assenza
dell'eclisse. In mancanza di dati completi gia' la conoscenza dell'escursione
termica media (differenza tra temperatura minima e massima) e' sufficiente:
Waldmeier ha infatti trovato empiricamente che il calo medio della temperatura
durante un eclisse si puo' calcolare a priori moltiplicando l'escursione
termica dell'intera giornata per il coefficiente di 0,37. Abbiamo provveduto
anche noi ad utilizzare questa formula una volta che ci siamo sincerati
(sia grazie alla collaborazione delle nostre guide, sia facendo scorrere
i bollettini metereologici riportati dai giornali locali) che ad Amasya
(la grossa citta' piu' vicina al nostro sito di osservazione) la temperatura
MINIMA e MASSIMA dell'11 Agosto sono state rispettivamente di 19 e 35°C.
Un'escursione termica di 16°C dunque, che moltiplicata per il fattore
0,37 fornisce un abbassamento teorico della temperatura durante l'eclisse
di 5,9°C. Toccava alle misure sperimentali effettuate sul campo smentire
o no questa previsione. Per questo, in Turchia, abbiamo ulteriormente potenziato
il nostro corredo di rilevatori termici: e' stata valutata sia la temperatura
nel suolo (L.Ferioli), in luce solare con una apposita termocoppia (calo
di 3°C da 37,5 a 34,5 °C), sia la temperatura ambiente in aria
(in ombra a mezzo metro dal suolo). Per questa seconda delicata misura
e' stata usata la stessa termocoppia ad alta sensibilita' delle altre spedizioni
(P.Ardizio) ma anche un crono-termometro a risposta veloce (Alberto ed
Antonella Ghiotto) e, per controllo, pure un termo-barometro. E bisogna
dire che che l'andamento della temperatura in aria e' stato molto confortante:
abbiamo infatti misurato un calo di 4,6°C con la termocoppia (da 34°C
a 29,4°C), un calo di 5,8°C con il crono-termometro (da 35,8°C
a 30°C) e un calo di 6°C con il termo-barometro (da 36°C a
30°C). E' interessante far notare come TUTTI gli strumenti concordano
sia sul minimo valore assoluto della temperatura (tra 29,4°C e 30°C)
sia sul fatto che esso e' stato raggiunto 15-20 minuti dopo l'inizio della
totalita'. Per quanto riguarda il calo effettivo di temperatura, la concordanza
con la legge di Waldmeier appare molto buona in due casi su tre (solo la
termocoppia ha fornito un valore in difetto di 1°C). Un calo di temperatura
leggermente maggiore (7°C) e' stato misurato da due strumenti collocati
sul Lago Balaton, in Ungheria: la concordanza con la legge di Wadmeier
si puo' comunque solo ipotizzare, in assenza di informazioni sull'escursione
termica giornaliera globale di quel sito osservativo.
Collegati (anzi, molto probabilmente provocati)
all'abbassamento di Temperatura ci sono anche, durante un'eclisse totale,
variazioni nell' umidita' relativa e nella pressione. L'unica nostra esperienza
sull'andamento dell'umidita' relativa risaliva all'eclisse boliviana del
3 Novembre '94, quando, seppur in maniera qualitativa, osservammo una certa
tendenza all'aumento durante la totalita'. Misure piu' accurate, effettuate
in Turchia, confermano questa impressione: l'umidita' che era attorno al
34% fino a mezz' ora prima della totalita' (ricordiamo che eravamo in una
zona dal clima fondamentalmente desertico) e' progressivamente salita fino
al 42% a partire da venti minuti dopo la totalita', su questo valore si
e' mantenuta per un'altra mezz'ora, quindi ha ripreso a SCENDERE verso
il valore originario. Piu' incerto, molto piu' incerto l'andamento della
pressione, misurata da P. Ardizio con lo stesso manometro ad alta precisione
(0,1 millibar) gia' utilizzato in Bolivia nel '94 e ad Antigua nel '98.
Nelle due spedizioni precedenti avevamo osservato che, se variazioni ci
sono, esse si limitano a 2-3 millibar: solo che in Bolivia sembro' esserci
una tendenza all' aumento mentre ad Antigua parve chiara una diminuzione.
Questa tendenza alla diminuzione sembra si sia notata anche in Turchia
(da 954 a 951 millibar), ma bisogna ammettere che di fronte a variazioni
cosi' lievi l' influenza della metereologia locale (specie in caso di tempo
perturbato come in Turchia) puo' ingenerare errori anche grossolani.
Passiamo adesso alla misura dell'abbassamento
di luminosita' durante l' eclisse. Si tratta forse del parametro maggiormente
sensibile alle interpretazioni personali (la stessa eclisse puo' essere
definita, a seconda dei casi, o 'molto chiara' o 'molto scura'!). Ecco
perche' P.Ardizio ha deciso di studiare il problema con uno strumento esclusivamente
legato all'energia emessa dal Sole, vale a dire un pannello solare di 60
cm2 con uscita in Volt. La cosa interessante e' che sia in Messico dove
l'eclisse apparve 'molto chiara' (secondo alcuni a causa del massimo solare)
sia ad Antigua, dove l'eclisse apparve molto scura (secondo alcuni a causa
del sole al minimo) P.Ardizio ha misurato un calo di voltaggio (o se vogliamo
di luminosita') tra il 75 e l' 80%. C'era quindi molta curiosita' per quanto
sarebbe successo in Turchia. Come in Messico, anche in Turchia l'eclisse
e' apparsa 'molto chiara'. Ciononostante la diminuzione del voltaggio in
uscita dal pannello solare e' stata ancora una volta non superiore al 75%
(da un valore iniziale di 4,9-5,1 Volt, confermato anche il giorno seguente
alla stessa ora della totalita', si e' passati ad un valore di 1,34 Volt
in piena totalita'). Possiamo quindi affermare, con ragionevole certezza
che e' tipico di qualunque eclisse totale di Sole mostrare un calo di luminosita'
attorno al 75-80%. Va aggiunto che la luminosita' residua di un cielo oscurato
per il 75-80% equivale piu' o meno a quella di due lune piene: piu' che
sufficiente perche' si rendano visibili i pianeti principali e le stelle
piu' luminose. In Turchia l'11 Agosto Venere (m=-3,5) era gia' chiaramente
visibile 10 minuti prima della totalita' ed e' stato possibile fotografarlo
senza grossi problemi (l'hanno fatto, tra gli altri, Giuseppe Macalli e
Lucia Guaita). L'equipaggiamento usato (e tipico per questo tipo di riprese)
e' stato un normale obiettivo da 200 mm e una pellicola da 400 ASA. Una
nuvola (sempre quella!) ha invece compromesso la visibilita' di Mercurio
e della stella Regolo.
OMBRE VOLANTI: ATTO
SECONDO.
Era nata quasi per caso, ad Antigua, l'idea
di Roberto Cogliati di tentare uno studio delle misteriose 'ombre volanti',
ossia di quelle impalpabili increspature di luce in movimento che gli osservatori
piu' attenti vedono normalente formarsi negli istanti imediatamente precedenti
e seguenti la totalita'di un'eclisse. Questo fenomeno non solo e' difficile
da osservare ma, soprattutto, e' sempre stato difficilissimo da fotografare
per il bassissimo contrasto rispetto alla luce ambiente (1-2%) e per la
sua aleatorieta' (persistenza media di 0,2 sec!) e per una velocita' di
spotamento decisamente alta(1-2 m/sec). A dir la verita' un sistema per
bypassare questi problemi ci sarebbe: basterebbe realizzare delle riprese
filmate tramite telecamera. Fino a pochissimi anni fa, pero', nessuna telecamera
commerciale era mai riuscita nell'intento, causa chiare limitazioni nel
contrasto e nella sensibilita'. Adesso invece, con le telecamere digitali
della nuova generazione, le cose sono completamente cambiate. Proprio questa
e' stata l'intuizione di Roberto Cogliati che ad Antigua, lo scorso 16
Febbraio 1998 aveva realizzato un primo sensazionale scoop: ombre volanti
leggere e fuggevoli sono state infatti sicuramente registrate sul selciato
della nostra postazione osservativa affacciata alla baia di Nelson. La
debolezza dei dettagli (e, forse, la non ottimale superficie su cui era
stata puntata la telecamera) ci avevano pero' impedito di estrarre dal
filmato sia immagini stampabili su carta sia precisi dettagli tecnici delle
'ombre', indispensabili per tentare di distinguere tra due possibili meccanismi
fisici di formazione. Il primo si rifa a fenomeni di INTERFERENZA tra percorsi
leggermente diversi della luce dell'ultima falce di Sole, innescata dalle
turbolenze atmosferiche (secondo una teoria pubblicata da L.Codona nel
1987). Il secondo, piu' tradizionale ed intuitivo, si rifa semplicemente
al concetto di DIFFRAZIONE di Fraunofer dell'ultima, sottilissima falce
di luce solare, considerata all'infinito, per opera del bordo della Luna.
Nel caso dell'uno o dell'altro meccanismo i parametri fisici delle 'ombre
volanti' (spessore, distanza, velocita', direzione, tempi) sono completamente
diversi. Ecco perche', quindi l'esatta misura SPERIMENTALE di questi parametri
assume un'importanza scientifica fondamentale. Su questo punto ha lavorato
Roberto Cogliati in Turchia, usando la stessa telecamera dell'anno precedente
ma ponendo speciale cura alla superficie sopra cui effettuare le osservazioni.
Per evitare inevitabili distorsioni geometriche, questa volta e' stata
scelta una parete CHIARA VERTICALE, in modo che la telecamera vi potesse
essere affacciata perpendicolarmente: ideale si e' rivelata la fiancata
posteriore di uno dei pulman che ci aveva portato a Dogantepe. Le 'ombre'
sono comparse esattamente alle 14:26:29 locali, ossia 1min e 15 secondi
prima della totalita' apparivano assai DEBOLI ed inclinate di una trentina
di gradi rispetto alla verticale; erano egualmente distanziate ed allargate
(15-20 cm) e si muovevano piuttosto lentamente (0,5-1m/sec) in direzione
perpendicolare alla loro estensione longitudinale, vale a dire nella direzione
Est-Ovest. Tra le 14:26:38 e le 14:26:52 locali le bande si sono improvvisamente
attenuate fin quasi a sparire: secondo quanto successo anche durante l'eclisse
siberiana del 31 luglio 1981, noi interpretiamo questo fatto come l'indizio
che una prima leggera spolverata di nuvole aveva raggiunto il disco solare.
Alle 14:26:58 locali, ossia 45 secondi prima della totalita' le bande hanno
assunto la loro configurazione definitiva: si sono intensificate come contrasto
(forse per il calo progressivo della luce ambiente), si sono ristrette
a circa 5-10 cm, mantenendo una spaziatura equivalente ed hanno aumentato
la loro velocita di spostamento a circa 2 metri/sec senza pero' nessun
cambio nella direzione Est-Ovest (come d'altra parte ce'era da aspettarsi
trovandoci noi esattamente sulla fascia di centralita'). Ebbene, sia la
velocita' di spostamento (1-2 meri/secondo) sia la spaziatura tra le bande
(10-15 cm) sembrano assolutamente incompatibili con la teoria delle frange
di diffrazione attraverso il bordo della Luna. Decisiva sembra la distanza
misurata tra le bande. Secondo i calcoli del Prof. L Ferioli, essa infatti
appare di un ordine di grandezza inferiore a quando richiesto dalla diffrazione
per opera del bordo lunare di una sorgente puntiforme posta all'infinito
(12 metri nel caso di luce blu, 16 metri nel caso di luce rossa). Inoltre,
la velocita' misurata delle ombre volanti appare inferiore di tre ordini
di grandezza a quella delle bande di diffrazione prodotte da varie occultazioni
stellari: L.Marchall (Universita' della Pensylvania) ha misurato in questo
caso velocita' medie di 1 Km/sec, in buon accordo con il valore di 0,8
Km/sec calcolato sempre dal Prof. Ferioli. Le misure direttamente effettuare
l' 11 Agosto quindi non sembrano lasciare molti dubbi sul fatto che la
teoria dell'interferenza dell'ultima luce solare innescata da turbolenze
atmosferiche sia quella piu' corretta per la spiegazione del mistero delle
'ombre'. D'altra parte che ci fosse forte turbolenza lo scorso 11 Agosto
a Dogantepe nessuno lo puo' mettere in dubbio, con tutte le variazioni
climatiche che si sono succedute prima, durante e dopo l'eclisse.