Le immagini non rendono giustizia a quello
che ora, da quando l'ho visto per la prima volta, ritengo essere il fenomeno
naturale più maestoso e poetico della natura. Il sole oscurato visto
a occhio nudo o nel mirino della macchina fotografica in diretta è
in effetti piuttosto diverso: le macchie non erano rosse ma bianche brillanti,
direi che la ripresa meno diversa dal mio ricordo sia quella a posa più
lunga, la n.15.
La fortuna metereologica è stata
determinante: non prometteva per niente bene, poi il cielo si è
aperto completamente al momento giusto.
Ho cercato di fare il maggior numero di
riprese possibile nei 2 minuti circa a disposizione (una quindicina di
secondi meno del massimo dato che St.Gilgen non era al centro della fascia
di totalità). Nella fretta alcune sono venute mosse nonostante l'uso
del flessibile, il cavalletto era troppo leggero per il teleobiettivo e
l'operazione di ricarica lo faceva oscillare: per questo la serie numerica
non è continua.
Inoltre i tempi oltre 1 secondo sono molto
approssimativi avendo usato la posa manuale. In condizioni normali avrei
usato almeno un cronometro ma non riuscivo a staccare gli occhi dal cielo...
La macchina usata è una reflex 35
mm (Contax 139) con obiettivo Tamron tele-macro a focale fissa di 300mm
e con un duplicatore di focale. La pellicola è Agfa da 100 ASA
(diapositive).
La scansione è stata effettuata con lo scanner per diapositive Nikon
Coolscan III a 2700 dpi successivamente ridotti a 1000 dpi (interpolazione
bicubica) e salvate in formato JPEG con qualità 7/10. Inoltre le
immagini sono state ritagliate per cui non rispecchiano il fotogramma originale.
Sono state riprese tutte con f/5.6 e con
tempo di esposizione in aumento a partire da 1/1000 s fino al massimo (immagine
n.15) e poi di nuovo in diminuzione fino alla fine della totalità.
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