ZAMBIA 2001

 

AFRICA 2001 : INDIMENTICABILE !
A cura di C.Guaita

1) PERCHE' A TUTTI I COSTI IN AFRICA
Noi del GAT di Tradate eravamo letteralmente decisi a tutto pur di non perderci la grande eclisse africana del 21 Giugno 2001. La ragione è molto semplice: volevamo seguire le variazioni del campo magnetico solare impresse nella corona in eclisse durante UN INTERO CICLO UNDECENNALE DI ATTIVITA'. Siamo quindi partiti nel 1991 da un'eclisse con il Sole al massimo (Messico, 11 luglio '91) e abbiamo voluto terminare nel 2001 con una nuova eclisse in regime di Sole estremamente attivo (appunto Zambia, 21 Giugno 2001). Tra questi due estremi, naturalmente, si sono succedute parecchie altre eclissi (Bolivia 94, Tailandia 95, Caraibi 98, Turchia 99) e questo è stato da noi sfruttato per una serie di ricerche molto interessanti in quanto molto controverse e poco approfondite in passato. Parliamo delle micro-variazioni climatiche che ogni eclisse si porta appresso in conseguenza del veloce passaggio di un elemento estraneo come il freddo cono d'ombra della Luna, nella più calda atmosfera della Terra. Da questo punto di vista, dobbiamo veramente ringraziare l'eclisse africana che abbiamo seguito in Zambia: essa infatti si è verificata in condizioni climatiche così PERFETTE da contribuire ad eliminare tutti i dubbi che ci erano rimasti dalle eclissi precedenti. Martina Bonacina con Anna e Lucia Guaita hanno così potuto fare davvero fatto un grande lavoro di raccolta ed elaborazione di dati.
Noi (e gran parte degli osservatori europei) abbiamo deciso di spostarci esattamente sulla linea di centralità, 35 km a Nord di Lusaka (capitale dello Zambia), in una splendida fattoria nei pressi della cittadina di Chisamba (14°58' S, 28°23' E) dove l'eclisse iniziava alle 13,41 locali col sole alto 45°, dove la totalità durava 3min 35 sec a partire dalle 15,09 locali con il Sole alto 35° e dove l'eclisse terminava alle 16,27 con il Sole ormai a soli 16° dall'orizzonte. Questa caduta quasi 'verticale' del Sole ha permesso alla 'veterana' Maria Modena di realizzare forse la sua migliore sequenza, ossia di immortalare tutta l'eclisse appare in un unico fotogramma.
Considerando che, a causa dell'eclisse, c'era Luna nuova in quel periodo, il cielo notturno della savana, assolutamente esente da inquinamento luminoso, ci ha regalato uno spettacolo che sarà davvero difficile dimenticare. Attorno alla mezzanotte locale avevamo allo Zenit il centro galattico, dominato dallo Scorpione (dove brillava Marte) ed dal Sagittario, con il resto della Via Lattea che degradava in luminosità da entrambi i lati immergendosi verso le nebulosità della Carena nella parte australe e del Cigno nella parte boreale. Era insomma nettissima ed emozionante l' impressione di trovarsi su una specie di astronave che galleggiava sul piano di una grande galassia vista di profilo, a qualche decina di migliaia di anni luce dal suo centro! A completare lo spettacolo un numero inusitato di Bootidi, lo sciame di meteore collegato alla cometa Pons-Winnicke che ha raggiunto il massimo nella notte del 26-27 Giugno. In più un'ospite inatteso e graditissimo: la cometa Linear C/2001A2 che, avendo aumentato improvvisamente la luminosità una settimana prima che partissimo, era perfettamente visibile ad occhio nudo di m=3 in pieno cielo australe nella costellazione della Balena

2) UNA CORONA FANTASTICA!
La cromosfera di Africa 2001, pur assai ricca di granulazioni rosse negli istanti che hanno preceduto e seguito la totalità, non ha mostrato un grande spettacolo di protuberanze: ne sono apparse una mezza dozzina in corrispondenza del polo sud solare (parte superiore del disco solare visto dallo Zambia) ma erano piccole e poco dettagliate; alcune altre di taglia anche inferiore erano evidenti sul semicerchio cromosferico in uscita. Ma non c'è dubbio che l'interesse scientifico principale dell'eclisse africana risiedeva ancora una volta nello studio della corona solare più interna, e del campo magnetico generale del Sole ivi perfettamente evidenziato. Il nostro programma, partito nel '91, in Messico, col Sole al massimo del 22° Ciclo doveva concludersi circa undici anni dopo con il Sole tornato ad alti livello di attività: abbiamo dunque voluto a tutti i costi essere presenti in Zambia perché, per il nostro programma a lunga scadenza, l'eclisse del 21 Giugno 2001 aveva importanza fondamentale, se non decisiva. L'asse magnetico generale del Sole sembra infatti ruotare di 180° ogni 11 anni allineandosi con l'asse di rotazione nei periodi di bassa attività solare ed adagiandosi fin quasi sull'equatore solare nei periodi di Sole molto attivo: su queste basi, durante l'eclisse dell' 11 Agosto'99, essendo ormai il Sole vicino al massimo del 23° ciclo, c'era da aspettarsi una situazione magnetica simile a quella del 1991 in Messico (leggi: asse magnetico prossimo all'equatore del Sole). In realta' le immagini della corona che avevamo realizzato nell' Agosto '99 ci hanno lasciato molto perplessi: da esse, infatti, e' stato praticamente impossibile percepire qualunque indizio relativo alle linee di forza del campo magnetico generale del Sole. Era quindi necessario riosservare quello stesso tipo di corona solare ma in condizioni climatiche perfette. Ebbene, questo è esattamente quanto è avvenuto in Zambia lo scorso 21 Giugno.
Per quanto riguarda le immagini della corona, abbiamo utilizzato due tecniche ormai ben sperimentate in passato: riprese fotografiche al fuoco diretto di un obiettivo con focale di 1000 mm (sotto la guida di Cesare Guaita) e riprese elettroniche con una camera CCD (sotto la guida di Roberto Crippa). Per la parte fotografica è stata utilizzata una pellicola da 100 ASA e tempi di posa da 1/1000 a 2 secondi prima in salita e poi in discesa. Per la parte elettronica sono state ottenute 12 pose automatiche da 0,1 sec con un teleobiettivo Canon da 300mm (F/2,8), equipaggiato con una camera HiSIS43 con chip Kodak KAF1600. La somma elettronica sia delle immagini fotografiche che delle immagini CCD realizzata con una complessa procedura da Lorenzo Comolli ha permesso di migliorare ed incrementare vistosamente i delicatissimi dettagli coronali, arrivando ad un risultato molto prossimo alla fantastica visione che solo il binocolo riusciva ad offrire quando veniva puntato direttamente verso il Sole nero.
Sta di fatto che sia le immagini fotografiche che quelle elettroniche della corona 'africana' sembrano quasi la fotocopia della corona 'europea' del '99, nel senso che ancora una volta tutta la circonferenza solare è apparsa disseminata in maniera omogenea da sottili pennacchi radiali estesi per almeno 2-3 raggi solari. Individuare con sicurezza la posizione del dipolo magnetico solare è di nuovo risultato praticamente impossibile non solo dalle immagini fotografiche ma, questa volta, anche da un'accuratissima ispezione binoculare diretta cui abbiamo deciso di dedicare un intero preziosissimo minuto di totalità.)
Due corone strutturalmente molto simili come quella 'europea' dell' Agosto '99 e quella 'Africana' del Giugno 2001 non possono ovviamente essere casuali ed è chiaro che il legame tra di esse è l'elevata attività solare conseguente al massimo del 23° ciclo. E' stata pubblicata una trattazione anche teorica di questo complesso problema sul numero di Agosto-Settembre 2001 della rivista L'ASTRONOMIA, quasi interamente dedicato all'eclisse africana.

3) CLIMA ED ECLISSE.
Il parametro come sempre emotivamente più coinvolgente rimane la diminuzione globale della luminosità ambiente durante la totalità. Da questo punto di vista l'eclisse che abbiamo seguito lo scorso 21 Giugno in Zambia è stata davvero speciale: essa si è infatti verificata sotto un cielo PERFETTO da ogni punto di vista, grazie alla quota di osservazione di circa 1.200 metri ed al clima assolutamente secco dell'incipiente inverno australe. Martina Bonacina e le sorelle Anna e Lucia Guaita, cui era affidato il compito di realizzare in Zambia le misure di luminosità, hanno effettuato un lavoro davvero eccellente sia durante l'eclisse sia nella giornata immediatamente precedente, adibita a misure di controllo e di confronto. I dati ottenuti indicano che l'eclisse africana è stata oggettivamente LA PIU' SCURA tra tutte quelle da noi osservate, con un calo dell'energia solare che ha sfiorato l'85%. Questo spiega la perfetta visibilità di Giove e Mercurio (splendide le immagini di Carlo Lanzani) e di tutte le stelle più luminose delle costellazioni dei Gemelli, dell'Auriga, di Orione, del Cane Maggiore. Questo spiega anche perché in un grosso stagno, situato nelle immediate vicinanze del nostro sito di osservazione le numerosissime ninfee che emergevano dall'acqua si sono progressivamente chiuse al sopraggiungere della totalità (splendide le immagini realizzate in proposito da Silvio Cagliani).
L'eclisse 'africana' è stata anche LA PIU' 'FREDDA' tra tutte quelle cui abbiamo assistito finora. Martina Bonacina, assieme a Lucia ed Anna Guaita hanno infatti misurato un minimo di temperatura in ombra di 15,8°C circa 10 minuti dopo la totalità, laddove il giorno precedente, alla stessa ora, la temperatura era di 22,4 °C: se ne deduce un calo reale di temperatura dovuto all'eclisse di 6,6°C. Molto profondo è stato anche l'effetto termico sulla temperatura ambiente in luce solare: ben 8,1°C rispetto alla temperatura del giorno precedente alla stessa ora dell'eclisse.
Fantastico è stato anche lo spettacolo delle OMBRE VOLANTI, alla quale Lucia Guaita ha dedicato un accuratissimo lavoro sperimentale. Su un lenzuolo bianco di 2x1 metri dotato di una serie di scale graduate, le 'ombre sono comparse regolarmente due minuti prima della totalità: all'inizio, sono apparse come delle deboli increspature ondulate molto vicine le une con le altre ed assai difficili da percepire ad occhio nudo. Con l'avvicinarsi della totalità e l'abbassarsi della luminosità, esse sono diventate sempre più lineari, distanziate e di colore tendente al grigio scuro. La loro velocità è sembrata aumentare leggermente, ma forse è solamente una sensazione dovuta all'intensificarsi delle bande scure. La DIREZIONE DI PROPAGAZIONE è stata da Est verso Ovest, quindi in senso contrario allo spostamento della Luna. Alle 15:08 (quindi oltre 1 minuto prima della totalità) sono state chiaramente visibili delle LINEE SCURE molto intense dello SPESSORE di circa 1 cm, intervallate da BANDE CHIARE della LARGHEZZA di 6-7 cm. L'impressione è che fossero estremamente veloci, ma e' stato molto difficile stimare la loro velocità effettiva: essa, comunque non poteva essere inferiore a 0,5-1 metro/sec. Le 'ombre' hanno continuato a scorrere fino a qualche secondo dopo le 15:09, quando un buio omogeneo senza più ombre e zone luminose si è presentato sul lenzuolo e tutto intorno. Dopo la totalità (terzo contatto) le 'ombre' sono RICOMPARSE, ancora molto intense, con la STESSA velocità, direzione e spessore che avevano prima del secondo contatto. Sono state visibili per minor tempo ma ancora ben nitide, per poi scomparire delicatamente quando la luce è ritornata. E' però fallito il tentativo di riprenderle con una delle moderne macchine DIGITALI, ossia con una di quelle macchine che costruisce immagini non tramite pellicola ma mediante un sensore CCD interno: evidentemente la loro sensibilità è ancora troppo ridotta per riuscire a 'catturare' un fenomeno tanto aleatorio.
 
 


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