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di
Emmanuele Sordini (da Genova) |
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Dopo numerosi contatti con alcuni amici, decido di andare in macchina insieme all'amico Marco Scardia, astronomo all'Osservatorio di Merate. Marco ed io ci saremmo poi uniti ad un manipolo di altri tre eroi che avevano deciso di venire dalla Lombardia in aereo: Lorenzo Comolli, Alessandro Gambaro ed Alberto Gianni.
Verso il 25 di settembre avevamo iniziato a monitorare da vicino le previsioni del tempo, che erano pessime per l'Italia, e complessivamente decenti per tutta la penisola iberica con qualche riserva - guarda caso - proprio per la zona dove avevo deciso di andare. Pur di non perdere l'eclisse, ero infatti anche disposto a percorrere qualche centinaio di km supplementari verso Madrid.
Nella serata di domenica 2 ottobre arriviamo a Denia; nel frattempo, Lorenzo e i suoi amici avevano individuato con precisione il sito osservativo su una collina quasi a strapiombo sul mare sopra Benitachell (coordinate: lat. 38° 43' 09".7 Nord, long. 00° 09' 34".0 Est, altezza 480 m slm, e a meno di 1 km in linea d'aria dalla linea di centralità); ci vediamo tutti insieme e ci diamo l'appuntamento per le prime luci dell'alba della mattina successiva. La serata è bella, con un cielo sereno e temperatura abbastanza fresca.
L'Italia (dove i nostri connazionali, a parte qualche manipolo di fortunati, non vedranno niente), appare quasi completamente coperta da un sistema nuovoloso molto compatto ed attivo. La Spagna, al contrario, appare quasi completamente sgombra, eccezion fatta per qualche banco nuvoloso sparso nella parte sudorientale, ivi compresa (caso strano) la zona dove eravamo noi, individuata dal cerchio azzurro.
Purtroppo
non
dispongo di connessione ad Internet, ma mi viene la tentazione di
prendere
la macchina e muovermi velocemente più ad ovest alla ricerca di
uno squarcio fra le nuvole! Poi, la mancanza di tempo e l'incrollabile
fiducia di Marco Scardia mi convincono a perseverare, e quindi verso le
7.45 giungiamo al sito prescelto dove i nostri compagni di osservazione
erano arrivati poco prima. E così, con più di un pensiero
rivolto verso il cielo, inizio a montare l'attrezzatura di ripresa.
Lo spettacolo è sicuramente di grande effetto scenografico, ma il pensiero di perdere l'eclisse lo è ben di meno! ;-). Ad ogni modo, si continuano i preparativi, mentre verso sud/sudovest il cielo si sta sgombrando in modo più deciso. L'aria è freddina (circa 14° C), ed è resa ancora più frizzante da un vento da Nord piuttosto teso.
Per scacciare le nuvole, siamo anche disposti a ricorrere a metodi poco scientifici!
Verso le 9.15, circa venti minuti prima dell'inizio del fenomeno (previsto per le 9.42 ora locale), il cielo verso sud si è completamente sgombrato, mentre verso est e nordest permane uno spesso strato di cumuli quasi stazionario attraverso il quale il Sole fa capolino solo in rari istanti. Il confine di quest'area nuvolosa è proprio sopra le nostre teste; più a sud e ovest le nuvole si sono infatti completamente sfilacciate, tanto che il promontorio di Capo della Nao, situato lungo la costa solo alcuni chilometri più a sud, si trova già da qualche tempo completamente inondato dai timidi raggi della nostra stella ancora molto bassa sull'orizzonte. Nel frattempo il nostro sito osservativo si è popolato di appassionati (alla fine ci saranno almeno una ventina di persone di varie nazionalità). Questa situazione ci fa venire, per un attimo, l'idea di sbattere in macchina in fretta e furia l'attrezzatura ormai quasi montata, per cercare di andare a rincorrere il cielo sereno; tuttavia desistiamo subito dal proposito per il fatto che, non conoscendo la zona, correremmo il rischio di perderci, non trovare un luogo adatto o peggio ancora essere rincorsi dalle perfide nuvole che evidentemente ci sono molto affezionate.
Come si vede, non eravamo esattamente soli...
Per quanto mi riguarda, la mia attrezzatura è composta da: un teleobiettivo MTO 1000 f/10 su montatura Vixen GP, e a cui è agganciata una fotocamera digitale EOS 300D per le riprese ad alto ingrandimento, una Nikon F3 con obiettivo 50 mm f/1.8 e pellicola Fuji 100 ISO con la quale contavo, per la prima volta, di catturare l'intera sequenza dell'eclisse su un solo fotogramma. Va da sé che la sequenza verrà incompleta a causa della mancanza della prima parte dell'eclisse. Infine, una Nikon D100 con obiettivo da 35 mm è stata utilizzata per le altre riprese.
La mia attrezzatura. Da sinistra: Vixen GP + Canon EOS 300D, e treppiede Manfrotto con Nikon F3.
Come già era successo nel 1999, man mano che il Sole viene coperto dalla Luna, la luce si fa sempre più tenue, con intensità simile a quella di un tramonto ma senza le tonalità cromatiche orientate al rosso tipiche di quest'ultimo. Nel contempo, le ombre diventano sempre più fioche e sfuocate, e durante le fasi di parzialità qualunque fascio di raggi che passi attraverso una stretta apertura (es. le foglie degli alberi, oppure, come vedremo, anche dei piccoli fori praticati in un foglio di carta) crea una piccola figura a forma di falce con le stesse caratteristiche del sole eclissato.
Il Sole parzialmente eclissato "strappato" alle nostre amiche nuvole (ore 10.27 TMEC)
Tre istanti successivi della fase di anularità. Da sinistra a destra: ore 11:00:20, 11:02:28 e 11:04:20 (TMEC)
Un'altra differenza con l'eclisse totale del '99 è che la temperatura non si è abbassata in modo così netto (5 - 6 °C) come era successo in quell'occasione: registriamo infatti una punta minima di circa 13 °C. C'è però da dire che la prolungata presenza delle nuvole e del vento avevano impedito all'aria di riscaldarsi in modo significativo. I controlli su Internet effettuati a posteriori suggeriscono comunque un picco pomeridiano non superiore ai 20 °C.
La fase di anularità dura ahimé troppo poco; appena essa è passata, possiamo rilassarci un po' nel mentre che completiamo le nostre sequenze di immagini.
Ecco che cosa succede componendo la scritta "SPAIN" con un mosaico di piccoli fori: si hanno tante piccole falci!
Il sottoscritto al posto di comando intento a regolare il puntamento dell'MTO
Sono passate da poco le 12:30 locali, quando la Luna lascia definitivamente il bordo della nostra stella perdendosi completamente nel suo bagliore... E ci chiediamo se sia davvero già tutto finito, o se per miracolo Madre Natura abbia fornito il nostro pianeta di un altro satellite nascosto proprio delle dimensioni giuste per concederci il bis!...
La squadra al completo. Da sinistra: Lorenzo Comolli, Alessandro Gambaro, Alberto Gianni, Marco Scardia ed io.
Non c'è che dire, è stata davvero una bella avventura, condita anche da una certa dose di suspense della quale forse avremmo volentieri fatto a meno, ma che rinforza la soddisfazione per aver strappato alla dea bendata la vista di questo splendido fenomeno. Certamente è durata troppo poco, ma rimarranno numerose foto a testimonianza di questi momenti, che ognuno di noi ha vissuto in modo lievemente diverso e di cui serberà un personalissimo ricordo. Alla fine, mentre smontiamo la nostra attrezzatura cogliamo l'occasione per scambiare alcune amichevoli chiacchiere con gli altri appassionati (prevalentemente francesi e tedeschi) che abbiamo lì per caso trovato ad osservare l'eclisse. Ora ci attendono un bel pranzo a base di specialità locali e, nel caso di Marco e me, un bel viaggetto di ritorno di quasi 1400 km.
Un
saluto a tutti e alla prossima eclisse!!