IL CAIRO

di Roberto Crippa


Oggi la città di El Alamein è una meta turistica per gli egiziani che vi si recano per passare le vacanze al mare.


MUSEO DI EL ALAMEIN

Il 21 Ottobre 1992 si è inaugurato il Museo Militare di El Alamein per ricordare la guerra in Egitto nel 1942. Il Presidente Mohamed Hosny Mubarak ha coordinato con tutti i paesi che hanno partecipato a più di 50 battaglie nel deserto dell'Egitto. Il Presidente nel suo discorso di inaugurazione si auspicava che il museo potesse diventare un luogo di incontro per i figli e i nipoti delle vittime della guerra, per augurare la pace e la collaborazione tra i popoli, rifiutando la guerra.







LA BATTAGLIA

A dirigere le operazioni della battagli di EL ALAMEIN, furono due grandi strateghi: il generale britannico Bernard Law Montgomery e il feldmaresciallo tedesco Erwin Rommel, che proprio per la grande perizia dimostrata ad El Alamein si guadagnò l'appellativo di "volpe del deserto".Sebbene la navi della Royal Navy causassero gravi perdite nei convogli di rifornimento, Rommel riuscì a portare in aiuto delle forze italiane di stanza in Libia un ingente corpo di spedizione, il famoso Afrikakorps, che arrivò a comprendere due divisioni corazzate, una divisione di fanteria, e una brigata di paracadutisti, oltre a vari reparti ausiliari. Grazie agli ingenti rinforzi messi a disposizione dalla potente macchina bellica germanica, le truppe italo-tedesche si prepararono, fiduciose nella vittoria, alla controffensiva contro le linee di difesa nemiche di El Alamein. Il carisma di Rommel galvanizzava le truppe e la sua energia inesauribile gli consentiva di essere sempre in movimento su tutto il fronte per dirigere in prima persona le operazioni belliche. Ma dopo i successi iniziali, nella prima battaglia di El Alamein (1-31 luglio 1942), le truppe britanniche al comando di Montgomery riuscirono ad arrestare l'avanzata di Rommel. Anche nella seconda battaglia (31 agosto - 6 settembre 1942) gli inglesi arrestarono l'avanzata delle forze di Rommel, che invano tentarono di aggirarli a Sud. La terza battaglia di El Alamein iniziò il 23 ottobre 1942, quando l'VIII armata britannica di Montgomery scatenò una serie di attacchi, sostenuti da una netta superiorità di forze dovuta alla maggior facilità di rifornimenti (circa 200.000 uomini contro 100.000, 1500 cannoni contro 500, 1100 carri armati contro 500, 1200 aerei contro 500). Progressivamente i capisaldi italo-tedeschi vennero soverchiati e il 4 novembre gli inglesi ebbero definitivamente ragione del sistema difensivo italo-tedesco. Rommel ordinò la ritirata, che però fu ritardata di due giorni per l'ingerenza di Hitler.Nel settore italiano gli inglesi avevano una superiorità schiacciante: i rapporti di forza erano di 1 a 13 per gli uomini, 1 a 5 per le artiglierie, 1 a 70 per i carri. Ciò nonostante le truppe italiane si segnalarono per la strenua resistenza opposta all'avanzata britannica, ma alla fine la maggior parte dei militari italiani morì in combattimento o cadde prigioniera.Tra i reparti italiani che si distinsero maggiormente vanno ricordate la divisione corazzata Ariete e la divisione paracadutisti Folgore e la 7 Bersaglieri, che alla resa ebbe l'onore delle armi. Il valore dei soldati italiani fu inequivocabilmente riconosciuto dal Primo Ministro britannico Winston Churchill, che in un discorso alla Camera dei Comuni affermò: "Dobbiamo davvero inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore". La battaglia di El Alamein costò la vita a 17.000 italiani, 13.500 inglesi e 9.000 tedeschi




Il cimitero-MAUSOLEO

è curato con i fondi del Ministero della difesa italiano . Sorge al km. 120 della litoranea Alessandria d'Egitto Marsa Matruh, su un'ampia zona di terreno collinoso (il topommo arabo "Tel el Alamein" significa letteralmente: «la collina delle vette gemelle o delle due bandiere»), che il Governo egiziano ha dato in concessione all'Italia per un periodo di 99 anni.

PROGETTO

El AlameinL'opera muraria - su progetto dell'Ing. Paolo Caccia Dominioni, già Ufficiale del Genio Alpini ed in Africa Settentrionale Comandante del XXXI Btg. guastatori del Genio Si compone di tre distinti blocchi di costruzioni: il Sacrario propriamente detto, DOVE sono raccolte le spoglie mortali di 4.634 Caduti dei quali 2.447 "noti" e 2.187 "ignoti". Il complesso degli edifici situati lungo la strada litoranea dove c'è il Cimitero degli Ascari libici, ove riposano le spoglie di 228 Caduti, con annessa Moschea e la base italiana di "Quota 33".







CONSIDERAZIONI SULLA VISITA

E' difficile descrivere quello che SI PROVA nell'entrare nel Mausoleo, so solo che mi sono ritrovato a percorrere con passo svelto il vialone fino al Sacrario. Mi sono affacciato alla terrazza dell'imponente costruzione e ho visto il Mediterraneo, azzurrissimo. Si fa avanti un vecchio egiziano che fa un po' da custode della struttura, gentilissimo si è rivolto a me in italiano e mi ha consegnato un opuscolo del Ministero della Difesa con alcuni cenni storici sulla famosa battaglia e sull'epopea, mai abbastanza riconosciuta, di coloro che per anni si sono dedicati alla raccolta dei poveri resti dei nostri militari. Il complesso è attualmente sotto la responsabilità, mi dice, di un sottufficiale italiano, presente tutto l'anno sul posto, che si avvale della collaborazione di 5 egiziani. E bisogna riconoscerlo , fanno proprio un bel lavoro ! tutto è perfetto, in ordine, ben curato e sorvegliato. L'interno è impressionante, muri interi pieni di targhe con su scritto "ignoto". L'emozione è veramente grande e porta ad immaginare. Immaginare come dovevano essere quei dintorni assolati, ricoperti di morti, di rottami, di mine inesplose. Come dovevano essere chiare quelle notti nel deserto, illuminate dalla luna e dal fuoco della mitragliatrice. Solo supposizioni per noi italiani fortunati, che non abbiamo conosciuto la guerra. L'emozione porta a cercare di immaginare le facce di quei ragazzi..."ignoti". E' ora di andare, è lunga la strada del ritorno. E' difficile staccarsi da quel paesaggio, da quel sole ,da quei sassi e da quel mare. Prima di risalire in pulman raccolgo dei sassolini da portare agli amici in Italia, ma quello che porterò indietro sarà il ricordo di un pezzettino d'Italia in Egitto. Di una bella e gloriosa Italia !


Quota 33

Quota33 al Km 111 da Alessandria, fu il punto più avanzato a cui arrivarono gli Italiani alla fine di ottobre del 1942. Qui fino al 1955 riposarono i resti degli italiani poi trasferiti nel Sacrario a quota29.









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