SOLE NERO DALLA SIBERIA
di Emmanuele Sordini
Racconto e immagini anche sul sito personale dell'autore.


L'eclisse di Sole del 1° agosto del 2008 era la quarta di cui avessi visto la fase di totalità, includendo anche quella anulare del 3 ottobre 2005 e quella, bellissima, del 29 marzo 2006 osservata dal deserto egiziano. All'alba, l'eclisse sarebbe "partita" dall'artico canadese, per poi buttarsi nell'Oceano Artico e ritoccare terra nelle fredde lande della Siberia settentrionale (Nova Zemljia). Da qui, essa avrebbe tagliato tutta la Siberia da nordovest a sudest, per poi toccare l'estremo lembo occidentale della Mongolia, e infine la Cina dove l'ombra della Luna avrebbe lasciato il nostro pianeta sul fare del tramonto.

A differenza dell'eclisse del 29 marzo 2006, verificatasi in zone ben conosciute per le condizioni meteo favorevoli (deserto libico ed egiziano, e Turchia meridionale), la situazione per questa era decisamente più sfavorevole, se non addirittura disarmante nella prima parte della sua traiettoria. Le prospettive miglioravano andando da nord a sud, risultando quindi discrete in Siberia meridionale e toccando l'apice tra la Mongolia e la Cina. Ed è infatti in queste zone dove si concentrava la maggior parte delle spedizioni di astrofili provenienti da tutto il mondo per ammirare questo fenomeno.

NOTA: d'ora in poi e per tutto l'articolo, i tempi degli eventi saranno espressi con il tempo locale di Novosibirtsk (Tempo di Novosibirtsk = UT + 7h), e più raramente in UT.

La fascia di totalità avrebbe toccato, due importanti città russe: Novosibirsk (quasi 1.5 milioni di abitanti), e Barnaul (oltre 600mila). Ciò rendeva la SIberia meridionale probabilmente il miglior compromesso tra probabilità di osservazione (comunque di poco superiori al 50%) e sistemazione logistica. Per tali ragioni, decisi di unirmi ad un viaggio a Barnaul organizzato dall'Unione Astrofili Italiani (UAI) che ne aveva in programma anche un altro, ben più lungo e impegnativo, nel deserto della Mongolia, circa 1000 km più a sud della mia destinazione. A posteriori, posso dire che la mia scelta è stata ancora più azzeccata dal momento che, due settimane prima di partire, un incidente sportivo mi aveva procurato una lussazione alla spalla e ciò mi avrebbe sicuramente impedito di andare in Mongolia. Ecco, in dettaglio, la mappa della totalità e del luogo di osservazione (cortesia Jay Anderson):

Pochi giorni prima di partire, intorno al 25 di luglio, le previsioni meteo non lasciano purtroppo presagire niente di buono: quasi tutti i siti meteo sono concordi su una previsione infausta, in particolare modo quelli locali in lingua russa.

Il 29 luglio partiamo dunque alla volta di Mosca, prima tappa del nostro viaggio: all'arrivo all'aeroporto di Domodedovo ci accoglie un tempo assai freddo per la stagione. Si può dire comunque che per tutta la durata del viaggio Giove Pluvio non ci abbia concesso quasi nessuna tregua, neppure nella visita a San Pietroburgo nell'ultima parte del viaggio. Come vedremo, questa eclisse è stata di gran lunga la più sofferta di quelle a cui ho assistito.

Il 30 luglio è l'ora di visitare Mosca, città dal glorioso passato e che da sola, insieme a S. Pietroburgo (fors'anche più bella e ricca di attrattive), vale senz'altro il viaggio. Nel frattempo, le previsioni meteo continuano ad essere negative, soprattutto per Barnaul, un po' meno per Novosibirsk. Questa sgradevole sensazione mi spinge a cercare una curiosa alternativa: ed è così che, durante uno dei rari momenti di tempo decente, decido di "eclissare" artificialmente il Sole con una delle guglie del Cremlino:

se non altro, potrò ritornare in Italia con qualcosa di particolare su cui scherzare sopra e vivere i ricordi. I perfezionisti, tuttavia, noteranno che la forma dell'oggetto eclissante non è esattamente simile a quella della Luna: pazienza, solo quello il convento (anzi, il Cremlino) passava, e quello ho usato!

Il 31 luglio arriviamo finalmente a Barnaul dopo un insonne volo notturno di quattro ore, partito per di più da Mosca in mostruoso ritardo. Ancora una volta, come per ricordarci che le eclissi uno se le deve guadagnare, ci accoglie un tempo ovviamente coperto e condito anche da un bel temporale. L'unica differenza rispetto a Mosca è data dalla temperatura vicina ai 30 °C, che complice l'alta umidità rende il tempo estremamente afoso. Nel pomeriggio cerchiamo un luogo adatto all'osservazione, che riusciamo ad individuare nel terrazzo di un ristorante posto lungo le rive del limaccioso e pigro fiume Ob. Verso le 16, con nostra comprensibile sorpresa, il cielo comincia ad aprirsi proprio verso ovest, e alle 17.30 circa si è sgombrato quasi completamente: se l'eclisse ci fosse oggi, si vedrebbe benissimo! Segno del destino o beffardo presagio? Ovviamente il nostro sollievo è di breve durata, giacché in prima serata il cielo si ricopre di nuovo completamente. Nel frattempo, continua incessante il controllo delle prevsioni del tempo, che qui risulta non facile a causa della scarsa accessibilità ad Internet: il verdetto è nel complesso sempre lo stesso, e cioè tempo brutto con chance un po' migliori per Novosibirsk.

L'alba del fatidico giorno, il 1° agosto, ci accoglie con il solito tempo umido ed afoso, e anche un breve acquazzone. Sugli occhi di tutti, e soprattutto degli accaniti come il sottoscritto, si leggono solo nervoso e delusione. Ad alcuni, tra cui anche io, balena in testa l'idea di affittarsi una macchina per andare a Novosibirsk, dove le prospettive sono migliori: tuttavia le difficoltà di spostamento (Novosibirsk si trova 200 km più a nord, ma la strada è in cattive condizioni e ci vogliono quasi 4 ore di viaggio), i problemi di lingua (qui quasi nessuno parla niente di diverso dal russo!) e di burocrazia ci inducono ben presto a desistere. Decidiamo così di visitare Barnaul, che prevedibilmente non possiede alcuna attrattiva, trattandosi di città industriale di sviluppo molto recente, e successivamente di tentare la sorte recandoci al posto prescelto verso l'ora di pranzo.

Così, verso le 14, dopo aver pranzato, iniziamo a montare l'attrezzatura, e i preparativi sono comunque assai fervidi nonostante l'incertezza del tempo e le nuvole che si muovono beffarde ed indifferenti sopra la nostra testa. Ecco alcune instantanee:

Ed eccomi a fianco della mia attrezzatura, consistente principalmente in un telescopio rifrattore (Night Technology 80 f/6 su montatura equatoriale) abbinato ad una fotocamera digitale (Canon EOS 350D) e una macchina fotografica analogica (Nikon F3) montata su treppiede Manfrotto:



.. prego notare l'elegante tutore che sono costretto a portare per riposare la spalla lussata! 

Verso le 15.00 locali, ecco la gradita, quanto inaspettata, sopresa: Il Sole comincia a fare capolino fra le nuvole (già le foto di gruppo di cui sopra mostrano le ombre proiettate da un pallido Sole), e con il passare del tempo il cielo si comincia a pulire in modo più deciso mentre si alza anche un vento abbastanza intenso, tanto che verso le 16 rimangono soltanto alcuni innocui cirri! Ovviamente nessuna parola è sufficiente a descrivere la contentezza che tutti proviamo per il (quasi) scampato pericolo. Manca ormai meno di un'ora all'inizio dello show, che cos'altro ci può capitare?

E ora voi direte: bravi, siete riusciti a vedere l'eclisse, che cosa volete di più dalla vita? Fuori le fotografie! E invece no, perché il meteo ha avuto il tempo di giocarci veramente un brutto tiro che ha rischiato fino all'ultimo di compromettere l'osservazione dell'eclisse.

Le circostanze dell'eclisse calcolate per la nostra postazione sono:

  • Primo contatto (inizio eclisse): 09:45:04 UT (16:45:04 locali)
  • Secondo contatto (inizio totalità): 10:47:37 UT (17:47:37 locali)
  • Centralità dell'eclisse: 10:48:45 UT (17:48:45 locali)
  • Terzo contatto (fine totalità): 10:49:53 UT (17:49:53 locali)
  • Quarto contatto (fine eclisse): 11:48:21 UT (18:48:21 locali)

la durata della fase di totalità era quindi di circa 2 minuti e 16 secondi: il cielo è abbastanza sgombro quando, alle cinque meno un quarto ora locale, la Luna inizia ad intaccare il disco del Sole.

Un'intera ora prima della fase di parzialità e la prima parte di questa scorrono tranquille, con il cielo occasionalmente solcato solo da qualche svogliata nube. Tuttavia, con il passare del tempo notiamo, all'orizzonte ovest, l'approssimarsi di un banco di nubi cumuliformi, basse ma abbastanza fitte, che appaiono provenire proprio dalla direzione in cui si trova il Sole; nel frattempo, aumenta anche l'intensità del vento, che comincia a diventare abbastanza fastidioso, e diminuisce la luce ambientale, man mano che la nostra stella viene sempre più coperta dalla Luna.
Circa un quarto d'ora prima della totalità, e con la luce ormai apprezzabilmente ridotta ad un irreale crepuscolo, ecco la brutta sorpresa che ci raggela tutti: una nuvola più compatta e un po' più grande delle altre si sta approssimando, e considerando ad occhio la velocità e la direzione con cui si muove, stimiamo che andrà con tutta probabilità a coprire il Sole proprio durante la fase di totalità. Vi lascio immaginare gli improperi che si levano a profusione dall'intero gruppo: tutta questa strada per poi essere fregati da una insignificante nuvola!! 

Passa ancora il tempo, sta per calare la notte, la nuvola si avvicina e, purtroppo, proprio mentre la Luna si sta portando via l'ultimo raggio di Sole, essa ci oscura completamente la vista dell'inizio della totalità, tra lo sconforto generale! Passano circa 40 interminabili secondi, dove in un buio irreale che tutto circonda, ognuno di noi spera segretamente che la vista del momento clou di questo affascinante fenomeno non ci venga preclusa del tutto.

Finalmente, complice probabilmente anche l'assenza di radiazione solare (che, come si sa, favorisce i moti convettivi e la formazione e la rapida evoluzione delle nuvole), la nostra "simpatica amica" decide che è venuto il momento di smetterla di infierire: ed è così che il Sole eclissato, nello splendore della fase della totalità, riappare ai nostri occhi tra un urlo generale! L'attività di chi fotografa ed osserva è frenetica: il poco più di minuto e mezzo che ci rimane fugge via in un lampo. Nemmeno il tempo di rendersene conto e... voilà, una sottile ma luminosissima falce di Sole riappare sulla destra, e il suggestivo crepuscolo lascia posto ad una fioca luce diurna, che però è già sufficiente a fare riprendere ai colori dell'ambiente la loro tonalità quasi naturale.

La cosa ridicola in tutto questo è che, essendo la pestifera nuvola comunque a quota molto bassa, per ragioni di prospettiva chi si trovava anche solo a 1-2 km dalla nostra postazione è riiuscito a godere dell'intera fase di totalità. Come ad esempio è accaduto a Daniele Cossu, astrofilo romano che ci ha raggiunti in moto dopo un viaggio di oltre 7mila km, che non appena capito che la nuvola ci avrebbe oscurato il Sole, si è spostato di quel tanto che è bastato (poco più di 1 km) a togliersi dalla sua ombra. Lo stesso dicasi per il vicino ponte sul fiume Ob, sul quale il traffico si è letteralmente congelato per un paio di minuti, con tutti a guardare con il naso all'insù. Io stesso, nella concitazione, mi sbaglio a regolare le impostazioni e i tempi della mia fotocamera digitale, perdendo così l'opportunità di fotografare l'anello di diamante in uscita! 

Il bottino fotografico è comunque apprezzabile, nonostante le avversità. Ecco un campionario di quelle scattate con la Canon EOS 350D (sempre impostata a 200 ISO; filtro Baader Planetarium D 5.0 per la parzialità) e il rifrattore Night Technology 80 f/6:

Totalità, posa di 1/1000 s: si notano alcune protuberanze.

Totalità, corona solare media con una posa di 1/8 s:

Compositazione di 11 pose da 1/1000 s a 1s; elaborazione con l'algoritmo di Larson-Sekanina per esaltare i tenui dettagli della corona:

Compositazione precedente con la luce cinerea (*) ottenuta da due pose di 1/2 s:

(*) Ricordiamo che la luce cinerea è quel fenomeno per il quale la parte non pienamente illuminata della Luna, soprattutto nelle fasi iniziali dopo il novilunio e in serate limpide, non appare completamente buia, ma di un colore grigio molto scuro in cui sono comunque visibili i dettagli della superficie. Questa tenue illuminazione è dovuta alla luce del Sole che, riflessa sulla Terra, illumina la Luna stessa. Durante le eclisi di Sole, come si vede, può essere anche fotograta in pieno giorno, ma dato il bassissimo contrasto, evidenziarla richiede abilità e pazienza.

Mosaico di nove immagini prese a intervalli regolari: 17:13, 17:23, 17:33, 17:43, 17:48 (totalità), 17:53, 18:03, 18:14, 18:23 ora locale. Tempi: 1/2000 per le fasi di parzialità, 1/30 per la totalità.

Infine, una foto che io considero non meno importante, sia per la suggestività sia per il fatto di essere l'unica foto scattata su pellicola. Tramite una macchina fotografica che permette esposizioni multiple sullo stesso fotogramma, la gloriosa Nikon F3, sono riuscito ad immortalare le fasi dell'eclisse per ben venticinque volte, intervallate fra di loro di circa 5 minuti l'una. Obiettivo 50 mm f/8, Pellicola Fuji Reala 100, 1/1000 di posa con filtro in Mylar D5.0 per la parzialità, senza filtro e 1s di posa per la totalità:


In questa foto si vedono almeno due cose degne di nota. La prima, il puntino bianco lievemente in alto a sinistra (nordest) rispetto al Sole eclissato, è Mercurio; la seconda invece, poco sopra il Sole eclissato, è la pestifera nuvola che ha rischiato di rovinare tutto. Da notare, infine, che se non fosse stato per la nuvola si sarebbe vista anche Venere, ancora più a nordest.

Purtroppo non ho avuto il tempo di effettuare precise rilevazioni ambientali, né di "giocare" con le strane ombre che si verificano normalmente questi fenomeni. Ricordo di aver avvertito un apprezzabile calo di temperatura, anche se comunque senza alcuna necessità di coprirsi, e un calo del vento. Comunque le stazioni meteo degli aeroporti di Barnaul e Novosibirsk, nonostante la scarsa risoluzione temporale nell'acquisizione delle temperature, sono riuscite a registrare un calo di temperatura tra i 3 e i 4 °C circa intorno alle 18 ora locale:

Barnaul:
Novosibirsk:

Grafico di Temperatura e Velocità del vento a Novosibirsk e Barnaul come ricavate dai METAR

il che testimonia il (ragiovolmente) corretto funzionamento delle stazioni meteo, tenendo anche conto del fatto che il rilevamento di temperatura inferiore è stato comunque eseguito 10 minuti dopo la fine della totalità. Sull'umidità invece non c'è molto da dire: a Barnaul è stata bassa solo nel pomeriggio a causa del tempo brutto in mattinata. Ma nessuna delle due stazioni è stata in grado di rilevare aumenti significativi.

Poco prima delle 19.00, la Luna abbandona definitivamente il disco solare, e gli ultimi frenetici "click" delle nostre macchine fotografiche sembrano cercare di riportare l'orologio indietro. Ovviamente non si può, ma l'unicità e il carattere effimero delle eclissi sono anche ciò che le rende così affascinanti!

Alla fine, la nostra soddisfazione è grande, soprattutto per lo scampato pericolo,e la tensione si allenta per fare posto ad una atmosfera giocosa che si sfocia in ripetuti brindisi (a base di Vodka, con che cos' altro?), come ad esempio della foto sottostante:

La serata si conclude infine con una allegra cena nello stesso ristorante, sotto un cielo che nel frattempo si è rasserenato completamente...

Il gruppo dei partecipanti al viaggio in Siberia al gran completo: da notare Daniele Cossu in sella alla sua moto, con la quale è arrivato fino a Barnaul! (Foto di Alberto Villa)

Il giorno seguente, 2 agosto, il nostro gruppo di separa: una parte ritorna in Italia mentre il resto, me compreso, proseguono per l'estensione a San Pietroburgo, che nonostante il tempo inclemente (caso strano...) ci regalerà delle gran belle viste dei suoi monumenti e dei suoi musei.

L'ultimo giorno, il 5 agosto, è il momento di salutare i miei compagni di viaggio, che desidero ringraziare, oltre che per la simpatica compagnia, anche per l'aiuto a trasportare la mia pesante attrezzatura. Infine, un saluto speciale se lo merita anche la nostra cara amica Luna, che ancora volta ci ha permesso di assistere ad un bellissimo spettacolo.

La Luna dall'aeroporto di Monaco la sera del 5 agosto 2008. Arrivederci alla prossima avventura!

Nel complesso, posso essere soddisfatto anche di questa spedizione, anche se è stata quella che mi ha fatto penare più di tutte. Chi era a Novoibirsk e in Mongolia ha visto l'eclisse in modo moolto più rilassato, senza alcun problema. E, nonostante la nuvola e la mia sbadataggine nell'utilizzo della fotocamera e tutto il resto, posso comunque ritenermi ampiamente soddisfatto dei risultati: le foto che sono riuscito ad acquisire sono più che sufficienti a mantenere vivo il ricordo di questa gran bella avventura.

A quando la prossima? 






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