Astronomi ed osservatori astronomici
professionisti e dilettanti di tutto il pianeta si sono mobilitati per
la mattinata di mercoledì 6 giugno 2012, per un evento
leggendario ed irrepetibile: il transito del pianeta Venere sul disco
del Sole, in pratica una incredibile e particolarissima eclisse di Sole.
L’importanza dell’evento era testimoniata dal fatto che per sette ore
vi è stato coinvolto anche il Telescopio Spaziale Hubble.
Il GAT (Gruppo Astronomico Tradatese) si è mobilitato da ogni
punto di vista per seguire il fenomeno che, nella sua realizzazione,
è sicuramente uno dei più rari della storia dell’
Astronomia. Venne osservato per la prima volta nel 1639 dal giovane
astrofilo inglese Jeremiah Horrocks. Poi si ripetè solo altre
cinque volte: nel 1761 e nel 1769, nel 1874 e nel 1882 e nel 2004. Come
si può vedere, la dinamica celeste fa sì che si abbiano
coppie di passaggi di Venere sul Sole distanziate di 8 anni, seguite poi
da intervalli di più di cento anni. Durante i passaggi del 1700 e
del 1800 vennero organizzate grandi campagne osservative in tutto il
mondo, sulla base del fatto che E. Halley dimostrò
che osservando il fenomeno da luoghi situati a latitudini molto
differenti, era possibile calcolare con precisione la
distanza Terra-Sole, un parametro di grande importanza per quei tempi.
In epoca moderna Venere passò sul Sole l’ 8 Giugno del
2004, ci è passato di nuovo il 6 giugno 2012 ma poi si
dovrà attendere fino all’ 11 Dicembre 2117: possiamo quindi dire
che il transito del 6 Giugno 2012 era imperdibile, essendo
l’ultimo osservabile nella nostra vita!
Nel 2004 il GAT osservò il fenomeno con tutta comodità
dall’ alba al primo pomeriggio, realizzando immagini straordinarie che
hanno permesso a Lorenzo Comolli di determinare importanti informazioni
fisiche sull’atmosfera del pianeta. Ne è nato un enorme lavoro
scientifico pubblicato da 8 ricercatori di varie parti del mondo (tra
questi lo stesso Comolli) su ICARUS di Marzo 2012, pp207-19, la massima
pubblicazione mondiale in campo planetario.
Per l’ Italia il transito del 6 Giugno 2012 è avvenuto in
condizioni poco favorevoli dal momento che Venere è entrato sul
bordo superiore del disco del Sole poco dopo Mezzanotte e vi riemerso
dopo circa 7 ore, alle 6,55. Siccome in Lombardia il Sole sorgeva alle
5.36 (con il disco di Venere già presente), è stato
possibile seguire la fase terminale del fenomeno per circa 1h20m:
è stato però necessario disporre di un orizzonte Est
assolutamente sgombro (il Sole era alto solo 10° quando Venere ne ha
lasciato il disco) e munirsi dei classici occhialini per eclisse,
di binocoli con gli obiettivi schermati (da pellicola mylar o simili).
In alternativa era possibile retro-proiettare il disco solare
dietro un piccolo rifrattore: una operazione ideale
per gruppi di studenti.
Come si accennava, la mobilitazione del GAT per l’occasione è
stata totale sia dall’ Italia che molto lontano dall’ Italia.
Chi è rimasto dalle nostre parti ha
potuto realizzare interessanti osservazioni e fotografie nella
fase del sorgere del Sole, sul quale si stagliava una macchietta nera il
cui diametro era 30 volte inferiore a quello solare. Le osservazioni
più interessanti erano possibili nei 18 minuti della fase
di uscita, quando Venere ha mostrato un debole chiarore ad anello,
causato dalla presenza dell’atmosfera che rifrange la luce del Sole. Da
questo punto di vista ottimo è stato il lavoro di Lorenzo Comolli
ed Alessandro Sordini che si sono recati al Pian dell’
Armà a 44°42’N, 9°12’E (
qui link alle immagini)
Una alternativa era portarsi in regioni dove il Sole sorgeva molto prima
che in Italia, ossia verso Est: per questa ragione Roberto Cogliati
Robero Cogliati si è recato a Samarcanda in Uzbekistan a
39°39’N, 66°57’E, al seguito di una folta spedizione
organizzata da un’agenzia modenese: qui il Sole
sorgeva tre ore prima che da noi ed il clima atmosferico è
stato assolutamente perfetto.
C’era infine una alternativa estrema: quella di recarsi in un luogo
della Terra dove il Sole non tramonta mai, ossia al Circolo Polare
Artico, oltre il 66° parallelo. Proprio questa è la soluzione
primaria scelta dai responsabili del GAT.
Un folto gruppo di studiosi tradatesi, in collaborazione con la Personal
Tour di Varese, si è recata nella Lapponia Finlandese,
dove da Giugno il Sole si mantiene sempre sopra l’orizzonte. Alla
spedizione hanno partecipato anche i coniugi Bertolini di Mantova, sui
quali l’attrazione di Venere è riuscita ad attenuare il
recentissimo trauma del terremoto che ha sconvolto i dintorni
della loro città.
Il target scientifico fondamentale era quello di riprendere
nei dettagli sia la fase iniziale che la fase finale
del transito alla latitudine della Lapponia, di fare
confronti con i dati pur parziali in uscita ripresi a
latitudini inferiori per poter ripetere il famoso
esperimento di calcolo della distanza Terra-Sole proposto da
E. Halley a partire dal transito del 1761.
Come noto il Sole non scende mai sotto l’orizzonte al di la del Circolo
Polare Artico ( 66°32’35” N) a partire da fine Maggio. Da qui
l’idea del GAT (Gruppo Astronomico Tradatese) messa a punto un
anno prima con gli amici del CACB ( Circolo Astrofili di Cinisello
Balsamo): recarsi nella Lapponia finlandese ben al di
là di Rovaniemi (dove appunto passa il Circolo Polare). L’
organizzazione della spedizione, curata dalla personal Tour di
Varese sotto la supervisione del dott. Giuseppe Palumbo è
stata complessa. La meta prescelta era inizialmente la
cittadina di Sodankila (67°25′00″N e 26°35′35″E ) sia
perché sede di un famoso Osservatorio geofisico specializzato
nello studio delle aurore (che valeva assolutamente la pena di visitare)
sia perché le condizioni meteorologiche ad inizio Giugno
apparivano le più promettenti. Su questo secondo
punto ci eravamo clamorosamente sbagliati: per quasi tutta
la settimana del transito Sodankyla è stata sotto una cappa di
nuvole e di pioggia... La situazione è diventata drammatica nel
tardo pomeriggio del 5 Giugno, quando tutte le previsioni meteo
avidamente consultate in loco, davano un esito nefasto per le
successive 12 ore. Fortunatamente due amici del CACB
(Cristiano Fumagalli e Nino Ragusi) che ci avevano preceduti in
maniera autonoma recandosi molto più a Nord, nei pressi del
lago Inari ( il terzo più grande della Finlandia) ci
comunicarono che da quelle parti il tempo era splendido: la
decisione di portarci verso Nord fino a quando non
avremmo…. visto il Sole, è stata sofferta (data l’incertezza
dell’esito…) ma inevitabile. L’idea poi di riprendere il
transito di Venere sul Sole che si specchiava nel lago
apparve subito suggestiva e fantastica.
La strumentazione più completa era quella di Paolo
Bardelli che ha utilizzato una fotocamera Canon
50D applicata ad un teleobiettivo Sigma 120/400 + duplicatore 2x Kenko +
filtro solare Astrosolar. Il tutto fissato sulla montatura equatoriale
modificata del suo vecchio telescopio 114/900 Konus. La montatura ha
funzionato egregiamente, anche se il peso e la
batteria al seguito hanno creato non pochi problemi al momento
dell’ imbarco. Paolo B. ha portato in
Lapponia anche una seconda macchina Canon 400D con uno zoom 17/85,
posizionata fissa su un cavalletto per realizzare una sequenza di 5
ore sul moto del Sole di mezzanotte: la sequenza, pur
suggestiva, è stata però rovinata dalle nuvole che
continuamente transitavano veloci all’orizzonte.
Più semplice ma altrettanto efficace la strumentazione di
Danilo Roncato: una fotocamera reflex Canon EOS1000D con teleobiettivo
Canon 75-300mm f/4-5.6, + filtro AstroSolar della BAADER,
il tutto montato su cavalletto fisso non motorizzato.
Più classica la strumentazione di Cesare Guaita: un riflettore
catadiottrico da 90 mm f/11 (C90) equipaggiato con un filtro di
Mylar fabbricato da Alberto Sommi (Legnano, Antares) +
cavalletto fisso a testa equatoriale regolabile per la latitudine. Lo
stesso strumento e filtro erano stati utilizzati con successo per le
eclissi totali di Sole del 22 luglio 2009 in Cina e dell‘ 11
Luglio 2010 all’ isola di Pasqua.
Il Sole molto basso sull’orizzonte ed il saltuario passaggio di nuvole
hanno reso spesso difficoltosa la scelta dei tempi di posa. In
genere si è scelta una sensibilità piuttosto elevata
( 800 ASA) e tempi di posa variabili da 1/5sec e
1/400sec in funzione della nitidezza del disco solare.
Notevole il fatto che per la prima metà del fenomeno il
Sole, causa la sua altezza di soli 2-3° sopra l’orizzonte,
è sempre apparso schiacciato nelle immagini fotografiche.
Durante la lunga ‘notte’ osservativa ci hanno raggiunto solo tre
persone: più che normale in quel luogo solitario se non fosse che
si trattava di tre astrofili spagnoli che avevamo conosciuto in Cina
durante l’eclisse del 22 Luglio 2009!
Dopo un paio d’ore di cielo limpido, qualche nuvola comincia a
disturbare l’osservazione del fenomeno; anche la temperatura non
ci aiuta, perché ormai rasentiamo gli zero °C. Quando
manca circa un’ora alla fine del fenomeno il cielo si è
talmente coperto da spingerci a riprendere il bus per ritorno per
Luosto. In fondo il cielo ha ‘tenuto’ per quasi sei ore e se
anche perdessimo l’uscita non sarebbe un dramma. Proprio in quel
momento ci raggiungono anche Cristiano Fumagalli e Nino Ragusi del
GACG che, nonostante le premesse, hanno avuto tempo molto perturbato a
Nord del lago Inari e, dietro nostro consiglio, hanno deciso di
spostarsi molto più a Sud. Man mano che
torniamo verso Sud succede l’ennesimo miracolo: iniziamo a
ritrovare sprazzi di cielo aperto con il Sole che ricomincia
ad intravedersi tra le nuvole. Anzi, le nuvole, essendo BASSE e poco
dense, hanno fatto da ottimo filtro naturale: al punto che in
certi momenti Venere diviene ben visibile, anche ad occhio nudo,
sul disco solare. E’ a questo punto che Paolo Bardelli e Danilo Roncato
si scatenano in una raffica di foto con tele da 300mm e
400mm e posa automatica dal pulman in movimento. Il risultato è a
dir poco insperato: vengono infatti raccolte alcune
istantanee talmente nitide da permettere il calcolo preciso del
3° e 4° contatto del transito di Venere. Visti questi risultati,
anche Cesare caso con risultati più che soddisfacenti !
In definitiva, quindi si può dire che, tra una
difficoltà e l’altra, l’obiettivo primario della spedizione
(ossia il transito leggendario di Venere sul Sole) è stato
ripreso interamente, dall’ inizio alla fine.
Per quanto riguarda la stima dei tempi dei vari contatti, bisogna
ricordare che la Finlandia, rispetto all’ Italia, è avanti di un’
ora (quindi è avanti di 3 ore rispetto al T.U.).
Il primo contatto è stato il più difficile da stimare data
la turbolenza del disco solare: 1h10m50s in tempo locale ci è
sembrata la stima più equilibrata. Il secondo contatto è
avvenuto alle 1h22m49s locali con evidente ‘goccia scura’.
Secondo le stime migliori, il terzo contatto (con goccia scura
decisamente meno apprezzabile a causa della più
elevata altezza del Sole) è avvenuto alle 7h33m45s, mentre il
quarto contatto (ossia l’uscita definitiva del disco di Venere dal
Sole ) è avvenuto alle 7h50m13s.
Ma come sempre succede durante le nostre spedizioni scientifiche, alla
parte astronomica si cerca di aggiungere anche una parte
naturalistica e culturale. Nel caso specifico conviene
ricordare almeno cinque
escursioni scientifico-culturali.
-Inizialmente abbiamo visitato la Amethyst Mine (Ametistkaivos), una
miniera di ametiste a cielo aperto situata non lontano da
Luosto, dove avevamo il nostro ‘quartier generale’presso l’ AURORA
Hotel, così chiamato perché situato in una
regione di magnifiche aurore boreali. La cosa incredibile è
che con un martelletto in mano era possibile cercare piccole
ametiste che diventavano di immediata e gratuita
proprietà dello scopritore.
-Eccellente è stata poi la visita (a lungo programmata prima di
partire) all’ Osservatorio Geofisico di Sodankina (SGO) nel
pomeriggio del 6 Giugno 2012, con la squisita accoglienza del direttore,
il dott. Thomas Ulich. Fondato ben 90 anni fa l’ SGO è uno dei
centri meglio specializzati nel mondo per lo studio delle aurore e
della ionosfera terrestre. Possiede una mastodontica parabola
altazimutale da 32 metri di diametro che viene utilizzata per lo
studio di meteore, detriti spaziali e, inserita in un sistema
interferometrico con altre due antenne (EISCAT),
riesce ad ottenere immagini della Luna con una risoluzione di soli 600
metri (le immagini che Ulich ci ha proiettato al riguardo erano
impressionanti)
-Suggestivo è stato poi la visita al famoso villaggio di
babbo Natale a Rovaniemi, al centro del quale passa una lunga striscia
bianca con scritto Circolo Polare Artico e con ben evidenziata la
latitudine oltre la quale (66°32’35” N) da fine Maggio a
Settembre non tramonta mai il Sole.
-Sempre a Rovaniemi abbiamo visitato lo splendido Museo “Arktikum”
che raccoglie una infinità di informazioni geografiche,
naturalistiche e geologiche sulla gente che abita oltre il Circolo
Polare Artico.
-Infine non poteva mancare un tour della città di Helsinky con
una puntata al grande Osservatorio astronomico situato su
una verde collina dominante il porto. Purtroppo una
ristrutturazione in atto ha impedito la visione di tre
quarti delle mura esterne, tutte avvolte in impalcature e teli di
protezione.