C’era da aspettarselo, l’immancabile
“cappello” sul Campo dei Fiori si è ingoiato il Sole appena ha
tentato di sbucare fuori, ma stavolta inaspettatamente il Sole è
riuscito a far filtrare i suoi raggi da dietro le nuvole, mostrandoci
uno dei fenomeni astronomici più rari: il transito di Venere sul
suo disco. La posizione infelice costringeva all’uso del semplice
binocolo appositamente attrezzato con un vetro da saldatore per ridurre
la luminosità del nostro astro, sufficiente tuttavia a mostrare
nella parte in alto a destra la presenza di quell’impertinente dischetto
nero che sembrava cercare in qualche modo di ridurre la luce solare,
fiero lo si vedeva stagliarsi nitido e perfettamente tondo mentre si
avvicinava sempre più al bordo solare. Tra l’andare e venire
della nuvola la mente si arrovellava per cercare di fissare
quell’attimo: la macchina fotografica che però non poteva contare
su di un supporto stabile, bèh pazienza, in qualche modo
bisognava tentare. In fretta e furia si preparava la macchina e la si
appoggiava sull’unica struttura stabile presente: la falda del tetto,
oltretutto inclinata non di poco rispetto all’orizzonte. Si puntava
frapponendo tra il Sole e l’obiettivo il vetrino e si facevano alcuni
scatti anche se nel visibile in quel momento non si vedeva un gran che(
la nube aveva di nuvo inghiottito sole e pianeta), i risultanti non sono
certo stati incoraggianti, così ritiro la macchina fotografica,
ma forse proprio per premiare la tenacia ecco che poco dopo il terzo
contatto si ripresenta visibile tutto il disco del sole che con i dieci
ingrandimenti del binocolo permetteva una vista stupenda del sole e del
pianeta ormai a cavallo del bordo, proprio vero che non bisogna mai
perdere la speranza. La visione a quel punto era mozzafiato, allo
stupore si univa l’incredulità di osservare tutto il disco buio
del pianeta malgrado la metà fosse fuori dalla fotosfera, come se
la corona solare riuscisse in qualche modo a contrastare da dietro il
pianeta permettendo di osservarne ancora tutto il disco. Veramente una
visione magnifica peraltro apprezzata anche da moglie e figlia che verso
la metà del trambusto, ormai sveglie hanno voluto mettere
l’occhio all’oculare del binocolo per condividere l’emozione.