Transito di Venere 2012

di Piermario Ardizio



C’era da aspettarselo, l’immancabile “cappello” sul Campo dei Fiori si è ingoiato il Sole appena ha tentato di sbucare fuori, ma stavolta inaspettatamente il Sole è riuscito a far filtrare i suoi raggi da dietro le nuvole, mostrandoci uno dei fenomeni astronomici più rari: il transito di Venere sul suo disco. La posizione infelice costringeva all’uso del semplice binocolo appositamente attrezzato con un vetro da saldatore per ridurre la luminosità del nostro astro, sufficiente tuttavia a mostrare nella parte in alto a destra la presenza di quell’impertinente dischetto nero che sembrava cercare in qualche modo di ridurre la luce solare, fiero lo si vedeva stagliarsi nitido e perfettamente tondo mentre si avvicinava sempre più al bordo solare. Tra l’andare e venire della nuvola la mente si arrovellava per cercare di fissare quell’attimo: la macchina fotografica che però non poteva contare su di un supporto stabile, bèh pazienza, in qualche modo bisognava tentare. In fretta e furia si preparava la macchina e la si appoggiava sull’unica struttura stabile presente: la falda del tetto, oltretutto inclinata non di poco rispetto all’orizzonte. Si puntava frapponendo tra il Sole e l’obiettivo il vetrino e si facevano alcuni scatti anche se nel visibile in quel momento non si vedeva un gran che( la nube aveva di nuvo inghiottito sole e pianeta), i risultanti non sono certo stati incoraggianti, così ritiro la macchina fotografica, ma forse proprio per premiare la tenacia ecco che poco dopo il terzo contatto si ripresenta visibile tutto il disco del sole che con i dieci ingrandimenti del binocolo permetteva una vista stupenda del sole e del pianeta ormai a cavallo del bordo, proprio vero che non bisogna mai perdere la speranza. La visione a quel punto era mozzafiato, allo stupore si univa l’incredulità di osservare tutto il disco buio del pianeta malgrado la metà fosse fuori dalla fotosfera, come se la corona solare riuscisse in qualche modo a contrastare da dietro il pianeta permettendo di osservarne ancora tutto il disco. Veramente una visione magnifica peraltro apprezzata anche da moglie e figlia che verso la metà del trambusto, ormai sveglie hanno voluto mettere l’occhio all’oculare del binocolo per condividere l’emozione.





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