Figura 1 Una spettacolare serie di immagini fotografiche riprese da Alberto Brunati mostra l'evoluzione della coda di ioni quando la cometa era al suo massimo splendore. Immagine più grande: 149 K |
Figura 2 La prima immagine dello Space Telescope, realizzata il 26 Settembre'95 quando, per ragioni del tutto casuali, su Hale-Bopp era in corso un grande burst di polvere. Immagine più grande: 21 K |
Figura 3 Tutte le immagini di Hale-Bopp riprese dallo Space Telescope. L'immagine del 23 Ottobre, essendo l'unica priva di tracce evidenti di burst, e' stata quella scelta per valutare la dimensione del nucleo. Immagine più grande: 56 K |
Figura 4 Hale-Bopp in una spettacolare immagine infrarossa ottenuta nell'Ottobre'96 dal satellite ISO. Immagine più grande: 11 K |
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Figure 5a e 5b La molteplicita' dei getti rettilinei di Hale-Bopp in due immagini riprese dagli autori alla Stazione Astronomica di Sozzago ed elaborate con l'algoritmo di Larson e Sekanina. Immagini più grandi: 37 K e 64 K |
Figura 6 Dal confronto tra immagini riprese dagli autori ad alcuni mesi di distanza, i getti di Hale-Bopp non hanno mostrato alcun cambiamento angolare, come se la cometa NON ruotasse! Immagine più grande: 57 K |
Figura 7 Lo schema della teoria di Sekanina per spiegare l'apparente staticita' rotazionale dei getti della cometa (vedi testo). Immagine più grande: 16 K |
Figura 8 Il grande burst ripreso dagli autori il 14 Settembre'96 alla base del getto situato ad a.p.=310 , in un'immagine ad isofote, per meglio evidenziarne i dettagli. Immagine più grande: 13 K |
Figura 9 Gli shells in un'immagine CCD degli autori, ripresa a Sozzago il 22 Febbraio'97. E' inconfutabile la presenza di parecchi sistemi diversi di shell con centri geometrici differenti! Immagine più grande: 27 K |
Figura 10 Questa eccezionale immagine e' stata ottenuta dagli autori il 10 Marzo'97. Appare chiaro, per la prima volta, come gli shell paralleli siano, probabilmente, una spirale continua di materiale eiettato da un violento getto corotante col nucleo della cometa. Immagine più grande: 5 K |
Figura 11 In questa fantastica immagine ripresa il 14 Aprile'97 al Pic du Midi, c'e' la dimostrazione definitiva del collegamento tra shell ed emissione violenta di polvere dal nucleo in rotazione. Immagine più grande: 28 K |
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Figure 12a e 12b Figura 12a: i primi spettri che dimostrano una eccezionale emissione di CO da parte della Hale-Bopp a ben 6,5 U.A. dal Sole. La Figura 12b evidenzia con un cerchio l'area nella quale sono stati eseguiti gli spettri. Immagini più grandi: 14 K e 65 K |
Figura 13 In questo spettro infrarosso ottenuto dal satellite ISO, e' assolutamente impressionante notare la similitudine tra le bande dell'olivina nella polvere di Hale-Bopp e nella nube protoplanetaria della giovane stella HD100546. Immagine più grande: 11 K |
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Figura 14a e 14b La nuvola di HCN attorno al nucleo della Hale-Bopp ripresa al JCMT il 18 Febbraio (12a) e il 18 Marzo'97 (12b) Immagini più grandi: 41 K e 59 K |
Figura 15 Il rapporto tra l'intensita' del picco dell'HCN (acido cianidrico) e dell'HNC (acido isocianico) in uno splendido spettro ottenuto il 5 Dicembre'96 al CSO (Caltech Submillimeter Observatory). Immagine più grande: 6 K |
Figura 16 In progressivo aumento dell'intensita' di emissione di alcuni dei principali componenti gassosi della cometa Hale-Bopp, in uno studio fondamentale di un folto gruppo di studiosi guidati da N.Bivier (Osservatorio di Parigi) (Vedi bene testo) Immagine più grande: 10 K |
Dopo che la sonda SOHO, all'inizio di Maggio'95, aveva scoperto nella cometa Hyakutake al perielio, una terza coda di ioni pesanti, oltre alle due code tradizionali di plasma e di polvere, anche la Hale-Bopp non ha voluto essere da meno, evidenziando una nuova coda ancor piu' sorprendente, costituita da atomi di Sodio neutro. La scoperta e' stata effettuata alla meta' di Aprile'97, da un gruppo di ricercatori guidati da G.Cremonese (Osservatorio di Padova), presso l' Osservatorio del Roque de Los Muchachos, a La Palma nelle Canarie. Qualche indizio, pero' si era gia' avuto il 26 Febbraio'97 quando, all'Osservatorio BAO giapponese, T.Kawabata aveva misurato spettroscopicamente una forte emissione di Sodio neutro nella chioma interna della cometa, con netta asimmetria verso la coda di polvere. A La Palma, il 16 e 17 Aprile'97, la Hale-Bopp e' stata ripresa con la camera CoCAM a grande campo, equipaggiata con un CCD ed un filtro a stretta banda, centrato sulla riga a 589,2 nm del Sodio neutro. Oltre alla normale coda di polvere, le immagini hanno evidenziato una seconda coda lunga 50 milioni di Km e UNIFORMEMENTE LARGA circa 0,5 milioni di Km, spostata angolarmente di 6° rispetto alla tradizionale coda di plasma (quest'ultima evidentissima in immagini riprese con filtro H2O+ a 619,3 nm). Per confermare l'esistenza del fenomeno e per comprenderne il possibile meccanismo di formazione, il 19-20 Aprile'97 sono stati ripresi spettri ad alta risoluzione al grande riflettore W.Herschel da 4,2 metri, lungo la coda di Sodio a varie distanze dal nucleo. Mentre e' apparsa nettissima l'emissione del Sodio neutro, era invece assente qualunque traccia di H2O+, NH2, C2 (a dimostrazione, ancora una volta, che questa coda NON ha nulla a che fare con la tradizionale coda di plasma). La velocita' degli atomi di Sodio sembra crescere lungo la coda (da 58 Km\sec a 5 milioni di Km dal nucleo, a 95 Km\sec a 11 milioni di Km dal nucleo) in maniera incompatibilemnete elevata rispetto alla possibile azione del vento solare. Inoltre, dalla notevole abbondanza degli stessi atomi di Sodio anche a grande distanza, e' apparso chiaro che essi NON possono derivare direttamente dal nucleo (a quella distanza dal Sole, infatti, Sekanina calcola che bastano 0,56 giorni perche' un atomo di Sodio perda la sua identita' ionizzandosi). Da qui l'ipotesi preliminare che gli atomi di Sodio neutro debbano essere rilasciati da qualche specie di natura sconosciuta presente all'interno della chioma e poi accellerati in direzione antisolare per semplice fluorescenza. La scoperta e' stata confermata da immagini riprese un mese prima dal satellite POLAR (ma elaborate solo DOPO la scoperta di G.Cremonese!) (Figura 19) ed e' in corso di pubblicazione sulla famosa rivista 'NATURE' (con precisi dettagli sul meccanismo di formazione che G.Cremonese ed il suo team ha individuato senza dubbi dai dati delle sue osservazioni).
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