Sommario:
Dopo un anno come il 1997, reso indimenticabile dalla cometa Hale-Bopp,
cosa ci potra' mai riservare di meglio il 1998 ? Difficile dirlo. Sta di
fatto che, per il 1998 gli appuntamenti piu' attesi cascano all'inizio
(in Febbraio) ed alla fine (in Novembre).
Dal 1 al 5 Febbraio'98 si tiene infatti a Teneriffe, nelle Canarie,
il PRIMO CONGRESSO MONDIALE SULLA COMETA HALE-BOPP: vi si daranno appuntamento
tutti gli scienziati che nel mondo hanno studiato la grande cometa ed anche
noi saremo presenti con due lavori originali. Poi, giovedi' 26
Febbraio'98 E' IL GIORNO DELLA GRANDE ECLISSE TOTALE DI SOLE sul mare dei
Caraibi : due saranno le spedizioni del GAT per osservare il fenomeno,
entrambe con destinazione finale l'isola di ANTIGUA, dove il Sole, nel
primo pomeriggio locale, si oscurera' per quasi tre minuti.
Grande attesa, infine per la notte delle LEONIDI del 17 Novembre,
in periodo di Luna NUOVA : ogni 33 anni questo famoso sciame meteorico
si preannuncia come autentica tempesta, con centinaia di meteore al minuto.
Ebbene, dopo l'inenarrabile pioggia del 1966 (200 mila meteore all'ora)
la prossima tempesta e' attesa proprio tra il 1998 e il 1999.
Date le premesse, questa lettera sara' ovviamente dedicata all'eclisse
caraibica del 26 Febbraio. Le recenti polemiche sui batteri marziani
ci hanno pero' indotto a dedicare un po' si spazio anche a questo
argomento.
Figura 1
Il percorso dell'eclisse lungo il globo terreste. Immagine più grande: 41 Kb |
Figura 2
La zona del Centro-America interessata dal passaggio della fasca di totalità. Immagine più grande: 21 Kb |
Figura 3
Le isole caraibiche interessate dall'eclisse. Immagine più grande: 89 Kb |
Figura 4
L'isola di Antigua con il sito prescelto dal GAT per l'osservazione dell'eclisse. Immagine più grande: 15 Kb |
L'eclisse totale del 26 Febbraio 1998 e' la 51° di un gruppo
di 73 eclissi identificabili nel cosiddetto Saros 130 : una serie
di eclissi similari che si ripetono ad ogni rotazione completa della linea
dei nodi dell'orbita lunare ( 18 anni ed 11 giorni) : esse normalmente
iniziano come parziali in un emisfero, poi aumentano diventando totali,
quindi decrescono ridiventando parziali nell'altro emisfero. Nel caso specifico
la prima eclisse del Saros 130, fu debolmente parziale (7,5%) ed avvenne
sul polo Sud il 20 Agosto 1096. Dopo altre 21 eclissi parziali, la prima
eclisse totale della serie avvenne il 25 Marzo 1474 : passo' sul Pacifico
meridionale con una durata di 2 minuti. Durante i successivi 150
anni, la durata delle totalita' ando' progressivamente aumentando mentre
le posizioni si spostavano sempre piu' a Nord. L'eclisse totale piu'
lunga del Saros 130 avvenne l'11 luglio 1619 : attraverso' l'Africa
equatoriale con una durata di 6min 41 sec. Da quel momento le durate presero
a diminuire e la fascia di totalita' inverti' momentaneamente il suo spostamento
verso Nord, piegandosi verso Sud tra il 18° e il 19° secolo.
Un eclisse molto importante di questa serie avvenne il 12 Dicembre 1871.
Durante questa eclisse l'astronomo francese Pierre Jules Janssen, in base
ad osservazioni spettroscopiche, propose per la prima volta che la corona
fosse parte integrante del Sole e fosse composta da gas molto caldi. Osservazioni
analoghe durante una eclisse successiva, quella del 1878, convinsero Janssen
che la forma della corona era in qualche modo collegata con l'attivita'
solare.
Con l'eclisse del 3 Gennaio 1908, della durata di 4min 14 sec,
la serie del Saros 130 riprese a spostarsi verso Nord . L' eclisse del
Saros 130 immediatamente precedente a quella del 26 Febbraio'98, e' stata
quella del 16 Febbraio 1980, che ha attraversato l'Africa oroentale, l'Oceano
Indiano e l'India centrale. Quella immediatamente successiva passera' sull'Indonesia
il 9 Maggio 2016 ; ne seguira' una sul centro Africa il 20 Marzo 2034.
L'ultima eclisse totale del Saros 130 avverra' il 18 luglio del 2232 e
durera' 1min14sec. Seguiranno nove eclissi parziali sulla regione
polare artica. L'ultima di queste (e l'ultima del Saros 130) avverra'
il 25 Ottobre del 2394 e sara' parziale per il 3%. In totale il Saros 130
presenta 30 eclissi parziali e 43 eclissi totali, senza alcuna eclisse
anulare.
Durante la totalita' del 26 Febbraio'98 (con un grado di buio
paragonabile alla Luna piena, ovvero all'oscurita' del cielo tre qaurti
d'ora dopo il tramonto) il cielo offrira' uno spettacolo davvero eccezionale.
Infatti, nei pressi del Sole situato nei Pesci, saranno presenti tutti
e cinque i pianeti visibili ad occhio nudo. Rispettivamente a 5° e
42° ad Ovest del Sole saranno visibili Giove (M=-1,9) e Venere (m=-4,5).
Rispettivamente a 4°, 17° e 40° ad Est del Sole saranno invece
visibili Mercurio (m=-1,5) , Marte (m=+1,2) e Saturno (m=+0,9). Dunque
Mercurio e Giove, causa la loro vicinaza al Sole, saranno i pianeti piu'
facili da osservare e grandemente spettacolari nel momento della totalita'.
In piu' si intravederanno molte stelle brillanti : da Fomalhaut (m=+1,16)
20° a Sud del Sole, al triangolo estivo di Altair (m=+0,77), Deneb
(m=+1,25) e Vega (m=+1,25) a Nord del Sole.
Nelle scorse settimane, la stampa ha riportato la notizia secondo cui,
entro i globuli di carbonato del famoso meteorite ALH84001 i supposti batteri
fossili (rivendicati dal team di David McKay della NASA) non sarebbero
altro che artefatti dovuti alla prepara-zione del campione da sottoporre
all'indagine col microscopio elettronico. Ci sembra quindi giusto tornare
su questo argomento (che gia' trattammo diffusamente nella lettera N.73)
per cercare di fare un minimo di chiarezza. Diciamo intanto che a rinfocolare
la polemica ci ha pensato il gruppo di J.P. Bradley (Georgia Institute
of Technology) con un breve articolo apparso sul numero del 14 Dicembre'97
della rivista NATURE. Per inciso ricordiamo che Bradley e il suo gruppo
erano gia' tra i principali critici dell'ipotesi batterica : per
loro le forme allungate rintracciate da McKay all'interno dei globuli di
carbonati di ALH84001 non sarebbero altro che 'aghi' di magnetite ivi formatesi
per deposizione ad alta temperatura. Adesso la critica si e' fatta ancora
piu' pressante . In pratica il team di J.P. Bradley, con una tecnica di
microscopia elettronica ad alta risoluzione (FE-SEM) analoga a quella
di D.McKay ha ripreso immagini della superficie di una fessura di
ALH84001 ricca di carbonati, nonche' della superficie dei carbonati stessi.
Inclinando opportunamente l'angolo di incidenza del pannello di elettroni
che, nel SEM, colpendo la superficie e venendo riflesso produce le immagini,
e' risultata chiara la presenza di strutture parallele disposte nella stessa
direzione della frattura. Ma, per quanto la somiglianza con i 'nanobatteri
fossili' di McKay sia notevole, per Bradley non e' necessaria alcuna spiegazione
biologica : si tratterebbe invece di lamelle di cristalli di pirosseno
(la base mineralogica del meteorite) emergenti all'esterno per semplici
ragioni geometriche (la loro inclinazione sarebbe differente da quella
della superficie di frattura esaminata).
Figura 5
Animali o minerali? I batteri marziani (sinistra) sembrano pezzetti di minerale fotografati nello stesso meteorite (destra). Immagine più grande: 39 Kb |
Figura 6
La battaglia dei microbi: una forma simile a un verme (sinistra) è un esempio importante di un possibile microfossile di Marte, ma qualcuno pensa che una struttura di minerale dello stesso meteorite (destra, in basso al centro) possa essere scambiata per un microfossile. Immagine più grande: 37 Kb |
Figura 7
Sinistra: sulla Terra alcuni microorganismi secernono sottili pellicole di polimeri chiamate biofilm che sono molto simili a file di pellicole trovate vicino ad alcuni globuli di carbonato in ALH84001. Queste strutture sembrano arrichite in carbonio quando confrontate con i materiali vicini. Destra: questa trama è stata trovata in una superficie di frattura di un grano all'interno di ALH84001. Gli scienziati hanno trovato simili formazioni in parecchi diversi grani nel meteorite, alche se non sono una formazione comune nella roccia marziana. Immagine più grande: 35 Kb |