GAT - Gruppo Astronomico Tradatese
Allegato alla Lettera N°75

ASTRONAUTICA NEWS

A cura di Piermario Ardizio

Ci sembra opportuno iniziare con la polemica, sorta in seguito al libro scritto sulla presunta "mancata conquista della Luna" da parte delle missioni Apollo. E' incredibile come libri, scritti controcorrente, riscuotano un grande successo, non tanto per i contenuti, ma solo perchè sono controcorrente. Per ora l'impegno per preparare il viaggio dell'eclisse, ci assorbe troppo per lasciarci il tempo sufficiente a verificare i punti su cui si basa questa fantastica tesi. E mi permetto di usare la parola fantastica perchè sono dieci anni che, ogni tanto, gironzolo attorno ai tre unici esemplari rimasti dei Saturno V: questi, e' vero, non furono mai usati per raggiungere la luna, ma rimangono concreta testimonianza dei mezzi e delle macchine costruite per trasformare quel sogno in realtà. Sono gli stessi razzi che hanno strabiliato chi tra voi ha partecipato, lo scorso anno, alla spedizione in USA da noi appositamente organizzata. Ne riparleremo presto. Passiamo adesso agli ultimi avvenimenti spaziali, iniziando con una notizia molto importante: ovvero il lancio, avvenuto lo scorso 6 Gennaio, della sonda Lunar Prospector. Inizialmente era uno degli obiettivi della nostra spedizione, dato che il suo lancio era previsto per il 24 Settembre; purtroppo, prima che partissimo per gli USA, il lancio venne rinviato di un mese; addirittura, a fine ottobre '97, arrivò l'annuncio che la sonda sarebbe partita il 5 Gennaio 1998 perche'si dovevano completare i test del nuovo vettore, chiamato Athena II. La Lunar Prospector è la terza missione del programma Discovery. Per questo la sonda, il veicolo di lancio, gli strumenti scientifici, il rilevamento e l'elaborazione dei dati costeranno complessivamente 62,8 milioni di $. Dopo un rinvio di 24 ore la sonda si staccava dalla rampa, percorreva 3/4 di orbita attorno alla Terra, quindi iniziava la sua corsa di 105 ore fino alla Luna, dove arrivava alle 7 a.m. di Domenica 11/01/98. A quel punto l'accensione dei motori per 30 min, rallentava la navicella a sufficienza perche' fosse catturata dalla gravità lunare e si inserisse su di un orbita ellittica percorsa in 11,5 ore: due successive manivre l'avrebbero circolarizzata a 100Km di altezza. La sonda si concentrerà nella ricerca di acqua sui poli della Luna, ne studierà il campo magnetico e quello gravitazionale, inoltre potrà indagare le fenomenologie relative ai TLP (i fenomeni lunari transienti, forse causati da una residua e debole attività geologica del nostro satellite). Si tratta, in sostanza, di un tamburo di grafite epossidica del diametro di 1,4m ed altezza di 1,2m. Porta tre bracci che si estendono per 2,5m e viene stabilizzata mediante rotazione (SPIN) attorno ad un asse; Il suo assetto è controllato da sei propulsori da 10Kg ciascuno, alimentati con monopropellente (tipicamente idrazina). Le comunicazioni con la Terra sono assicurate da un'antenna a medio guadagno e da una omnidirezio-nale a basso guadagno. A bordo non c'e' computer e l'energia elettrica è fornita da celle solari: necessita di circa 200w, ma le celle ne erogano 230w. Nei periodi di eclisse entrano in funzione delle batterie al Ni-Cd da 5A/h pesanti 5,9Kg. Vediamo in sintesi gli esperimenti programmati:
GRS: è uno spettrometro a raggi gamma che dovrà indagare circa l'abbondanza degli elementi sulla superficie lunare e la presenza di ghiaccio.
MAG: è il magnetometro che indagherà sulla natura e la conformazione del campo magnetico lunare
APS: è uno spettrometro per particelle alfa e serve a cercare emissioni di gas Radon, dovuto forse alla degassificazione dell'interno lunare.
DGE: usando lo spostamento Doppler permetterà di tracciare una mappa gravitometrica del nostro satellite naturale.
La sonda è la prima decollata dal complesso di lancio 46, completato all'inizio del 1997 con un investimento di 8 milioni di $ ed in grado di lanciare qualsiasi tipo di piccolo lanciatore. Al contrario le altre rampe sono specializzate nel lancio di una sola famiglia di lanciatori (Delta, Atlas...). Se pensiamo che un giorno l'uomo si avventurerà nel sistema solare e forse anche più lontano, la Luna è la prima forzata tappa di questo viaggio, per cui questa missione è considerata fondamentale, dato che il 75% della superficie del nostro satellite è tuttora inesplorato. Il launch PAD 20 (complesso di lancio 20) una volta lanciava i Titan II sia per la NASA che per l'Air Force. Disattivato verso la fine degli anni '60, fu poi riattivato negli anni '80 per lanciare piccoli satelliti nell'ambito del progetto di difesa da missili balistici (abbandonato nel 1994). In previsione dell'aumento nei lanci di piccoli satelliti, le autorità dello Spaceport della Florida hanno pianificato l'acquisto e la ristrutturazione di questo vecchio complesso di lancio attualmente in disuso che dovrebbe così ospitare piccoli lanciatori e razzi per voli suborbitali. Verrà dotato di 3 rampe di lancio, una sala controllo e un centro dove preparare piccoli satelliti al lancio, assemblati in orizzontale perchè risulta essere più economico, veloce ed efficiente rispetto all'attuale sistema che prepara il lanciatore già in posizione di lancio. Il costo di queste ristrutturazioni dovrebbe essere di circa 2,5 milioni di $ (la NASA attualmente richiede circa 300.000$ per l'uso di un complesso di lancio). John Glenn ha un fisico eccezionale, sia negli anni '60 quando divenne il primo americano in orbita, sia oggi alla bella età di 77 anni. Per questo è stato scelto per tornare nello spazio al fine di studiare i debilitanti effetti dell'invecchiamento. Il suo volo si inserisce in un più ampio contesto di studi sui cicli vitali, di cui il prossimo volo dello shuttle Columbia del 2 aprile costituirà la parte più ambiziosa: a bordo vi troveranno posto 26 esperimenti e la missione sarà chiamata NEUROLAB. Uno di questi esperimenti verrà verra' ripetuto da Glenn il prossimo autunno, durante una missione di 9 giorni, in cui si cercherà di comprendere i cicli del sonno, che verranno alterati per l'occasione in modo da vedere come la melatonina possa normalizzarli. Durante la missione gli astronauti saranno sotto stretto controllo medico e molti parametri fisiologici saranno misurati; verranno rilevate anche le onde celebrali e l'attività dei muscoli, che nello spazio subiscono un deperimento paragonabile a quello causato da lunghe permanenze a letto. Il problema forse è causato dal modo come vengono processate le proteine in presenza di un aumento della produzione di ormoni da stress: lo studio esaminerà il modo con cui vengono processate tali proteine e la relazione che intercorre con gli ormoni da stress. Al momento il primato per l'astronauta più vecchio spetta a Story Musgrave, ritiratosi a 61 anni. altri hanno volato con una età superiore a 55 anni e Shannon Lucid ne aveva 54 quando trascorse 6 mesi a bordo della MIR. Quarant'anni fa l'Explorer I solcò il cielo della Florida con un volo storico, importante non solo per aver raggiunto l'orbita, ma anche per la scoperta delle fasce di Van Allen. Venne realizzato dal JPL e lanciato dal team di Wernher V. Braun a bordo di un razzo Jupiter-C. Il 31 gennaio 1958 alle 10:48 pm est, appena in orbita i suoi strumenti per il rilevamento dei raggi cosmici ne trovarono pochi, perchè erano in realtà schermati da particelle energetiche intrappolate dal campo magnetico terrestre. La conferma venne dall'Explorer III lanciato da un Jupiter-C il 26 marzo 1958. Eplorer I pesava alla partenza 13Kg di cui 8 per gli strumenti, la sua orbita era caratterizzata da un perigeo a 350Km ed un apogeo di 2500Km e veniva percorsa in 115minuti. La strumentazione scientifica era composta da un rivelatore di raggi cosmici, un sensore interno di temperatura, 3 sensori di temperatura esterni ed uno sull'ogiva; in piu' era dotato anche di un microfono per rivelare eventuali impatti di micrometeoriti. Due trasmettitori comunicavano con la Terra (108.03Mhz da 60mwatt - 108Mhz da 10mwatt); vi erano poi due antenne solidali con la struttura e 4 estensibili che venivano tenute in posizione grazie alla rotazione impressa al satellite per stabilizzarne il volo. Curioso il sistema usato per il suo controllo termico: striscie alternate di vernice bianca e verde scuro si succedevano per ottenere un controllo termico passivo; la proporzione e la densità di queste striscie erano determinate da studi basati sulla traiettoria percorsa nello spazio. L'energia elettrica era fornita da batterie al Nickel-Cadmio che costituivano circa il 40% del peso del carico a bordo: la loro energia permetteva di lavorare con il trasmettitore ad alta potenza per 31 giorni e con quello a bassa potenza per 105 giorni. Dovendo il satellite essere molto leggero ed occupare poco spazio il suo progetto fu pensato in modo da essere il più semplice possibile, ma nello stesso tempo altamente affidabile: il successo fu completo. Per il lancio venne usato il Jupiter-C, ovvero un missile balistico tipo Redstone opportunamente modificato. La sua origine fu legata al programma U.S. Army's Project Orbiter del 1954 che venne cancellato l'anno seguente per dar spazio al progetto Vanguard. Quest'ultimo fu incapace di battere i sovietici nel lancio del primo satellite (Sputnik 4/10/57); per questo fu ripescato il Jupiter con cui il JPL e l'ABMA(Army Ballistic Missile Agency diretta da W.Von Braun) lavorando a stretto contatto riuscirono, in soli 84 giorni, a lanciare l'Explorer I. Il Jupiter-C è un diretto discendente del razzo tedesco A-4(meglio conosciuto come V-2). Sviluppato inizialmente per provare il rientro delle testate dei missili Jupiter (IRBM), fu subito evidente la sua capacità di lanciare piccoli satelliti. Il veicolo consiste di un missile balistico tipo Redstone prolungato di circa 2m per contenere più propellente, con al di sopra 3 stadi superiori a propellente solido. In particolare il secondo è costituito da un anello formato da 11 motori ridotti del razzo Sergeant; altri tre formano il terzo stadio. Una volta esaurito, il primo stadio viene separato da bulloni esplosivi. Quando si raggiunge l'apogeo del volo verticale (dopo 247 sec), si attiva il secondo stadio con un segnale radio e per raggiungere la velocità orbitale di 28.800Km/h si attiveranno prima il terzo e poi il quarto stadio. Nel lancio di satelliti talvolta il Jupiter-C venne anche chiamato Juno-1. Per concludere segnaliamo che la nostra agenzia spaziale (ASI) ha avuto uno stanziamento di 3,7 miliardi di $ per il periodo 1998 - 2002: la Stazione Spaziale, Marte e la realizzazione di un piccolo lanciatore saranno i programmi di punta. Ricordiamo infine il perfetto fly-by con la Terra della Near dello scorso 23/01/98, ora in rotta verso Eros.


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