GAT - Gruppo Astronomico Tradatese
Lettera n°82
Leonidi contro la Luna

Sommario:


Introduzione

5000 meteore visuali in un paio d'ore non le avevamo viste in tutta la nostra vita! Eppure, proprio questo è successo nella fantastica notte del 17-18 Novembre '99, per merito di un autentico DILUVIO DI LEONIDI. Con la prospettiva che, addirittura, le cose si possano ripetere anche nel 2000-2001. Anche la Luna ha reagito in maniera imprevedibile all'evento: i dettagli sono riportati nel prosieguo di questa lettera.
Intanto si avvicina la nostra grande mostra planetaria del 2000. Tutto è quasi pronto, a Saronno, per la 'maratona planetaria' di 11 settimane (15 Gennaio-2 Aprile) della 7° edizione della nostra mostra triennale dedicata a L'ESPLORAZIONE DEL SISTEMA SOLARE. Il lavoro di revisione e di aggiornamento della mostra è stato davvero imponente, proprio per la mole (oltre 4000 immagini) che ormai questa rassegna, UNICA IN EUROPA, ha raggiunto. Anche in considerazione di una decisione apparentemente FOLLE all'inizio, ma ormai (dopo molte centinaia di ore di lavoro) quasi sulla dirittura d'arrivo: vale a dire l'archiviazione di TUTTE le immagini in un UNICO CD-ROM! Toccherà adesso a tutti i soci (per i quali l'ingresso alla mostra sarà, come sempre, GRATUITO) collaborare al massimo affinchè la 'mostra del 2000' batta ogni record di affluenza.
Le incredibili immagini del satellite gioviano IO, raccolte dalla sonda Galileo nei due sorvoli ravvicinatissimi del 10 Ottobre e del 26 Novembre '99, costituiranno l'ultima e più sorprendente novità della rassegna. Purtroppo, mancheranno invece le immagini del polo Sud di Marte in conseguenza della inspiegabile perdita della sonda Mars Polar Lander, avvenuta lo scorso 3 Dicembre, a soli tre mesi da un'altra perdita analoga, quella della Mars Climatic orbiter (ne parla diffusamente P.Ardizio nella consueta rubrica Astronautica News). Speriamo solo che le cose vadano meglio il 14 febbraio, data scelta (e non poteva essere altrimenti....) per il secondo tentativo (dopo quello fallito un anno fa), della sonda NEAR di entrare in orbita attorno all'asteroide EROS, per un periodo minimo di 10 mesi.
Nel contempo speriamo che il tempo sia clemente nella notte tra Giovedì 20 e Venerdì 21 Gennaio in occasione della prevista ECLISSE TOTALE DI LUNA (l'unica delle 6 eclissi del 2000, 4 di Sole e 2 di Luna, visibile dall'Italia).
Ecco i tempi dell'eclisse (in ora LOCALE italiana):
1) ENTRATA NELL' OMBRA 04h 01min 26sec (U1)
2) INIZIO DELLA TOTALITA' 05h 04min 34sec (U2)
3) FINE DELLA TOTALITA' 06h 22min 20sec (U3)
4) USCITA DALL' OMBRA 07h 25min 26sec (U4)


Leonidi contro la Luna

Al Mc Donald Observatory, nel Texas, c'e' un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Boston guidati da M. Mendillo, che aspettava con un' ansia tutta particolare la grande pioggia di Leonidi prevista per la notte tra il 17 e il 18 Novembre. Loro obiettivo, pero', non era tanto l'osservazione diretta delle meteore come tali, quanto, invece, un' indagine accurata sulle conseguenze che la tanto agognata tempesta avrebbe potuto avere sulla Luna. La storia, davvero curiosa, e' nata nel lontano 2 Febbraio 1987, quando E.Potter e T. Morgan applicando al riflettore da 2,7 metri del Mc Donald Observatory un filtro centrato sulla banda di assorbimento del Sodio neutro a 589 nm, scoprirono per la prima volta che la Luna era circondata da una debole atmosfera di Sodio. Per dare un significato al termine 'debole' basti ricordare che una stima di massima parla di 40 atomi di Sodio/cm3 al suolo lunare contro circa 1000 atomi di sodio/cm3 nella bassa atmosfera terrestre (dove il Sodio, evidentemente è presente solo come inquinante)! Il 23 Novembre 1993, con lo stesso strumento e sfruttando l'attenuazione di luce indotto, per un paio d'ore, sul disco pieno della Luna dal cono d'ombra della Terra durante un' eclisse totale, M. Mendillo si accorse che l'alone di Sodio lunare si estendeva per almeno 14.000 Km. Fu anche chiaro che la Luna doveva essere una fonte continua di Sodio, in quanto questo elemento tendeva ad 'evaporare' continuamente a circa 2,5 km/sec. Osservazione successive, fatte con la Luna al primo quarto, indicarono anche che la forma di questa atmosfera di Sodio si allungava considerevolmente in direzione opposta al Sole, quasi si trattasse della coda di una cometa. Quello che invece non era per nulla chiaro era il meccanismo fisico che faceva liberare atomi di Sodio dalla superficie lunare. Una prima risposta e' venuta tra l' 8 e il 16 Giugno '98, quando un team di ricercatori del Lunar and Planetary Institute di Flagstaff, sempre guidato da A.E. Potter, ha misurato l'andamento dell'emissione del Sodio fino a 8000 km sopra l'equatore lunare, prima, durante e dopo la Luna piena. Ne è subito nata un'importante osservazione: quella secondo cui l'emissione del Sodio si ATTENUAVA in Luna PIENA, per risalire nei giorni successivi. Ora e' ben noto che, in questa situazione la Luna e' completamente immersa nella coda magnetica della Terra, quindi e' perfettamente SCHERMATA contro il vento solare: se ne dovette dedurre che il vento solare ha comunque una parte non indifferente nella produzione del sodio lunare (forse grazie all'azione dei protoni di alta energia contro le rocce lunari). Ma se l'impatto con i protoni del vento solare ha una sua efficacia, ci si chiedeva quale sarebbero state le conseguenze di impatti molto piu' energetici, per esempio quelli dovuti a micrometeoriti. Su questo punto una prima risposta parziale venne gia' nel Novembre 1996 e 1997, quando un folto team di ricercatori tra cui G. Cremonese (Università di Padova) osservo' una tendenza all'aumento del Sodio lunare a cavallo del picco delle Leonidi, ormai in netta crescita con l'approssimarsi della Tempel-Tuttle, la cometa madre delle Leonidi. Ma la svolta clamorosa e' arrivata lo scorso anno, in occasione del picco anomalo di Leonidi verificatosi all'1:30 T.U. del 17 Nocembre '98. Si ricordera' che questa raffica di grandi bolidi colse tutti alla sprovvista circa 18 ore prima che la Terra attraversasse il piano orbitale della Temple-Tuttle. A distanza di un anno ci si e' resi conto che si e' trattato di un fenomeno quasi irrepetibile. Esso, infatti e' stato provocato dai detriti che la cometa rilascio' 800 anni fa e che sono stati addensati sul suo percorso orbitale da un fortunato sincronismo gravitazionale con Giove. L 'influenza di Giove e' stata massima sui detriti di grosse dimensioni (diciamo con massa di almeno un grammo) ma non e' riuscita ad evitare la dispersione delle particelle piu' leggere: ecco perche' la mattina del 17 novembre '98 la Terra ha intercettato un numero cosi' elevato di bolidi (ricordiamo che per bolide si intende, astronomicamente, una scia meteorica al cui magnitudine sia almeno m=-3). Questi bolidi quando entrano nell'atmosfera terretre bruciano lasciando scie luminose inizialmente blu (quando la temperatura e' suffcientemente alta da eccitare gli atomi dell'azoto atmosferico) ed alla fine rosse (quando la temperatura scende al valore tipico del'eccitazione dell'ossigeno). Non cosi' sulla Luna dove, in assenza di atmosfera, le Leonidi devono colpire direttamente la superficie come piccoli meteoriti. Dal 17 al 22 Novembre'98 M.Mendillo e il suo team ripresero immagici CCD di tutto il cielo con un obiettivo fisheye equipaggiato con un filtro centrato a 589 nm (la gia' ricordata lunghezza d'onda del Sodio neutro). Lo scopo primario era quello di meglio visualizzare fotograficamente il massimo della pioggia delle Leonidi. In realta' venne raggiunto un risultato del tutto imprevisto. Nella costellazione del Toro, a fianco delle Iadi, le immagini evidenziarono una nuvola di vapori di Sodio che aumento' velocemente sia in luminosita' che in dimensioni raggiungendo, nella notte del 19 Novembre '98, una estensione di 2°x 3° ed una intensita' 10 volte maggiore dei giorni immediatamente precedenti e seguenti. E' importante ricordare che il 19 Novembre c'era Luna Nuova (alle 4:27 T.U.) e che la nube di Sodio si rese visibile esattamente in posizione ANTILUNARE (leggi: in posizione diametralmente opposta rispetto alla Luna).
Queste misure vennero confermate anche da un gruppo italiano dell' Universita' di Padova guidato da C.Barbieri e G.Cremonese, lo scopritore della coda di Sodio neutro nella cometa Hale-Bopp. Si trattava a questo punto di interpretare fisicamente il misterioso fenomeno. Cosa che il team di M.Mendillo ha fatto raggiungendo conclusioni assolutamente sorprendenti: in pratica, la nuvola di sodio si sarebbe sollevata dalla crosta della Luna in conseguenza dell'intenso bombardamento meteorico prodotto dalle Leonidi, sarebbe stata soffiata per oltre mezzo milione di km in direzione antilunare dal vento solare, percorrendo in un paio di giorni (alla gia' ricordata velocita' di 2-2,5 km/sec) una distanza di poco superiore a quella Terra-Luna. Dal momento poi che il 19 Novembre era giorno di Luna Nuova, il perfetto allineamento Sole-Luna-Terra faceva sì che la Terra fosse completamente immersa in questa coda di Sodio (vedi bene la Fig.1a): da qui l'interpretazione della nuvola visibile da Terra come la sezione della coda di Sodio lunare vista sulla volta celeste in posizione antilunare (ovvero antisolare). Una conferma e' venuta dalla geometria velocemente variabile della nuvola di sodio antisolare. Nei giorni precedenti e seguenti il 19 Novembre (con la Terra non ancora o non piu' perfettamente allineata con la Luna) la forma circolare e' andata infatti allungandosi in direzioni opposte per un evidente effetto di prospettiva (vedi Fig. 1b).
Figura 1a
A destra l'evoluzione temporale dell'intensita' dell'emissione a cavallo del 19 Nov. '98
Per vedere l'immagine più grande clicca sull'immagine.
Figura 1b
La sezione della coda di sodio lunare in un'immagine reale (sopra) e in una simulazione tridimensionale (sotto).
Per vedere l'immagine più grande clicca sull'immagine.

L'impatto di micrometeoriti, dunque, e' una causa molto importante per l'esistenza della debole atmosfera di Sodio rilasciata dal suolo lunare. Che questo meccanismo sia stato dimostrato per la prima volta lo scorso anno grazie alle Leonidi e' una diretta conseguenza dell'enorme aumento dell'intensita' di questo sciame con periodicita' di 32-33 anni. E' anche una conseguenza del fatto che le Leonidi, con la loro velocita' media di 72 km/sec, sono le meteore piu' veloci che si conoscano. Non meno importante il fatto che le Leonidi sono anche note per la loro alta percentuale di particelle massicce (leggi: massa media dell'ordine dei grammi); particelle massicce che erano assolutamente dominanti nel caso del tutto speciale dello sciame entro cui la Terra e' capitata nelle prime ore del 17 Novembre '98. Sciami di meteore 'lente' con un tasso orario piuttosto basso sembrano del tutto inadatte ad aumentare in maniera sostanziosa l'emissione di Sodio dalla crosta lunare: non e' quindi un caso che C.Barbieri e G.Cremonese abbiano ottenuto risultati nulli dall'osservazione delle Quadrantidi dello scorso 2-3 Gennaio'99. Al contrario una vera e propria tempesta di meteore veloci dovrebbe produrre effetti formidabili sull'atmosfera di sodio lunare. La grande pioggia di Leonidi (tasso orario zenitale di 5000-10.000 a cavallo delle 2. T.U.) che tutti abbiamo potuto ammirare nella notte del 17-18 Novembre scorso (1999) sembrava fatta apposta per confermare queste previsioni. Senonche' la percentuale di bolidi molto bassa (meno del 5%) e la posizione meno favorevole della Luna (al primo quarto) hanno reso piu' difficoltose le osservazioni sia al McDonald Observatory, sia al grande riflettore W.Hershell da 4,5 metri situato in cima al Roche de Los Muchachos, sull'isola di LA PALMA, nelle Canarie (dove C.Barbieri e G.Cremonese hanno chiesto tempo di osservazione). Ma proprio la Luna due giorni dopo il primo quarto, quindi con il 35% di superficie non illuminata, offriva un'altra allettante possibilita': quella di poter VEDERE DIRETTAMENTE (nella parte notturna) il flash di luce prodotto dall'impatto di qualche Leonide. Questo e' esattamente quanto e' successo a Brian Cudnik, un giovane ricercatore statunitese della Rice University da anni impegnato nell'osservazione di occultazioni (di stelle) da parte della Luna (ricordiamo che quella notte la Luna nel Toro era in posizione particolarmente favorevole per questo tipo di lavoro). Dunque B. Cudnik stava osservando visualmente la Luna col suo riflettore da 36 cm quando improvvisamente, esattamente alle 4:46:20 T.U., percepì un flash di magnitudine=4 15° sopra l'equatore, nei pressi del bordo lunare in ombra. Il picco della grande pioggia di Leonidi 99 (visibile SOLO sull'Europa) si era già esaurito da quasi 3 ore e ormai, sugli USA, il tasso orario non superava le 50 Leonidi/h. PROPRIO PER QUESTO, secondo B.Cudnik, la possibilita' che egli avesse visto l'impatto di una Leonide era massima: conti alla mano, infatti, si puo' dimostrare che il 18 Novembre '99 la Luna era in posizione tale da essere raggiunta dal 'diluvio' di Leonidi, circa 3 ore dopo la Terra! Immediatamente Cudnik si mise in contatto con l'amico D. Dunham (a sua volta Presidente della International Occultation Timing Association) per chiedere riscontri oggettivi della sua osservazione. Riscontri che sono venuti grazie ad un incredibile colpo di fortuna: in quello stesso momento, infatti, Dunham stava videoregistrando il lato oscuro della Luna dal suo Osservatorio sul Monte Airy, nel Mariland, con una telecamera applicata ad un riflettore da 13 cm. Fu quindi immediato per Dunham, costatare che Cudnik aveva visto bene: due fotogrammi successivi ripresi esattamente alle 4:46:15, recavano infatti impressi due flash, uno di m=3 e l'altro di m=8. Per la prima volta nella storia, dunque, una meteora era stata vista impattare direttamente sul suolo della Luna. O meglio: per la prima volta in epoca storica recente. C'e' infatti un altro caso famoso di possibile impatto lunare visto direttamente da Terra: si tratta del cratere Giordano Bruno, un impatto che si trova appena sul lato invisibile della Luna alla Lat.=36° N e Long.=103° Ovest. Giordano Bruno e' una cicatrice giovanissima, come si puo' chiaramente intuire dai raggi bianchi lunghi fino a 1.200 km che, in parte, si estendono anche sull'emisfero visibili. Ebbene, questa giovinezza ha una spiegazione: esso, infatti, secondo quanto riportato dallo storico Gervaso di Cantherbury, si sarebbe formato il 25 Giugno 1178 sotto gli occhi di cinque monaci inglesi che avrebbero visto una nube di materiale sollevarsi appena dietro il bordo invisibile della Luna.
C'e' a questo punto da chiedersi, se, per caso, siano qualche volta ascrivibili ad impatti meteorici anche alcuni dei cosiddetti 'fenomeni lunari transienti' (ovvero LTP), eventi molto rari durante i quali si hanno testimonianze dirette di improvvisi cambiamenti sulla superficie della Luna. Di uno di questi episodi si e' parlato molto recentemente e ci sembra quindi il caso di farne un cenno in questa sede. Esso avvenne il 23 Aprile 1994 quando, tra le 3:50 e le 4:30 T.U. molti osservatori hanno riscontrato un improvviso oscuramento (polvere?) nei pressi della della cosiddetta TESTA DI COBRA, un cratere irregolare da cui sembra dipartirsi la valle di Schroeter, il piu' famoso tra i canali sinuosi (tubi di lava collassati) che attraversano i Mari della Luna (situato entro l'altopiano di Aristarco, nell' Oceano delle Tempesta). Ebbene, un team di planetologi del J.P.L. guidati da S.B. Calkins dopo aver fatto una ricerca sistematica tra tutti i due milioni di immagini riprese in quegli anni dalla sonda Clementine 1, hanno annunciato, durante il DPS31 ('Division of Planetary Sciences' della Astronomical American Society) tenutosi a Padova lo scorso Ottobre '99, di aver rintracciato prove oggettive che qualcosa e' davvero successo quella notte sulla Luna. In pratica, fortunatamente Clementine 1 aveva ripreso immagini della valle Schroeter, dal visibile al vicino infrarosso, sia il 3 Marzo che il 27 Aprile '94. Con un risultato inatteso: le immagini del 27 Aprile '94, infatti, mostravano un chiaro aumento di opacita' rispetto a quelle del 3 Marzo. Certo, l'altopiano di Aristarco e' una delle aree piu' giovani della Luna, quindi non e' troppo strano che vi si ritrovino tracce di attivita' geologica residua (le testimonianze in questo senso sono molteplici) ma, in realta', non si puo' escludere che ad innescare questi fenomeni possano concorrere saltuari impatti meteorici. C' è anche da dire che S.Calkins e soci hanno ricercato altri 4 conclamati LTP nelle immagini di Clementine 1 senza per altro alcun riscontro oggettivo: questo a dimostrazione che quanto successe sulla Luna il 23 Aprile '94 fu davvero qualcosa di speciale.


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