G.A.T. - 15.10.2001 - TRADATE: Cinema P. Grassi
"QUEL LONTANO 4 OTTOBRE 1957..."
a cura del dott. Giuseppe PALUMBO

 Si è trattato di una serata dedicata alla proiezione di un film a quasi un anno di distanza da "2001: Odissea nello Spazio". Il film di questa sera "Cielo d'ottobre" ci racconta la storia di un ragazzo americano che si è innamorato del cielo e dello spazio grazie allo Sputnik. Rispetto al film "2001: Odissea nello Spazio" le coordinate temporali  cinematografiche sono diverse: "2001: Odissea nello Spazio" è un film distribuito nel 1968 ed ambientato nel 2001, mentre "Cielo d'ottobre" è stato distribuito nel 1999 ed è ambientato nel 1957.
 Il regista del film è Joe Johnston, specialista in effetti speciali. Johnston ha lavorato, prima di sedersi sulla sedia da regista, come responsabile per gli effetti visivi nella trilogia di Guerre Stellari. Il suo ultimo lavoro cinematografico, sempre come regista, è Jurassic Park III, attualmente in programmazione.
 Dunque, 44 anni fa, e precisamente il 4 ottobre 1957 l'Unione Sovietica lancia nello spazio il primo satellite artificiale: lo Sputnik. Il satellite pesa circa 84 chilogrammi ed ha la forma di una sfera con il diametro di quasi 60 centimetri dalla quale escono quattro antenne lunghe 3 metri circa. Lo Sputnik ogni 96 minuti effettua un'orbita intorno alla Terra e per tre settimane invia sul nostro pianeta segnali sotto forma di impulsi (il famoso bip-bip-bip).
 Per gli Stati Uniti d'America questa notizia è sconvolgente. Gli americani hanno paura, poiché se i sovietici hanno mandato in orbita attorno alla Terra una sonda, una navicella, un satellite, ciò significa che ormai controllano agevolmente lo spazio, sono i padroni del cosmo e quindi dal cielo possono fotografare gli Stati Uniti o, peggio, lanciarvi sopra le bombe atomiche.
 Si è in piena guerra fredda e la gara spaziale lascia il primo segno a favore dell'Unione Sovietica. Appena dodici anni prima, nel 1945, bombe atomiche americane erano piovute dal cielo ed avevano raso al suolo Hiroshima e Nagasaki. Quelle due terribili bombe avevano impressionato tutti per la loro terribile potenza distruttiva.  Con lo Sputnik, invece, ora, sono i russi possono lanciare da un'altezza maggiore bombe sicuramente più distruttive.
 Lo Sputnik per gli americani significa essere stati superati culturalmente, tecnologicamente e di conseguenza militarmente; alla radio non si parla d'altro e viene trasmesso in continuazione il bip; gli studenti americani vengono invitati a studiare di più per raggiungere la preparazione degli studenti russi. Lo Sputnik significa che vi è una scarsa preparazione nelle scuole americane rispetto a quelle russe e pertanto i corsi di studio devono essere più pesanti e più duri: nuovi programmi, nuovo metodo di insegnamento, più libri, più quaderni, più compiti in classe e più compiti a casa,  per recuperare il distacco. Diventa, quindi, indispensabile per gli U.S.A. una corsa al recupero nella competizione spaziale.
 Il 3 novembre 1957, a neanche un mese dal primo grande successo, viene lanciato dai sovietici lo Sputnick 2, con a bordo la cagnetta Laika, primo essere vivente ad andare nello spazio. Anche questo è un altro brutto colpo per gli Stati Uniti.
  Ma a parte lo Sputnik che altro avviene nel mondo nel 1957?
 Il 1957 è l'anno:
 - dell'"asiatica"  che colpisce otto milioni di italiani (con circa cinquemila morti);
 - in cui muoiono l'attore Humphrey Bogart e il direttore d'orchestra Arturo Toscanini;
 - in cui in Italia il Presidente della Repubblica è Gronchi; negli Stati Uniti  il Presidente è il repubblicano Eisenhower e il Papa è Pio XII;
 - in cui i teleabbonati italiani ammontano a circa mezzo milione;
 - in cui nella lunga notte degli Oscar il premio per il miglior film va a "Il giro del mondo in 80 giorni" (tratto dall'omonimo romanzo di Giulio Verne) mentre Federico Fellini viene premiato per il miglior film straniero (categoria che compare per la prima volta) con "La strada";  - in cui al Festival di Sanremo vincono Claudio Villa e Nunzio Gallo con la canzone "Corde della mia chitarra".
 - in cui la Fiat presenta la "Nuova 500" (costo lire 490.000);
 - in cui il Giro d'Italia viene vinto da Gastone Nencini;
 - in cui il Milan vince lo scudetto;
 -  in cui l'argentino Juan Manuel Fangio vince il suo quinto campionato mondiale di Formula Uno;
 - in cui, in dicembre, gli U.S.A. tentano, anche se in ritardo rispetto ai russi, di inviare, comunque, in orbita un satellite con un razzo (il Vanguard) che dopo essersi sollevato alla straordinaria altezza di ben mille millimetri, un metro, esplode ed occorrerà attendere il 31 gennaio 1958, affinché l'Agenzia dei Missili Balistici dell'Esercito diretta da Wernher von Braun, riesca a mettere in orbita il primo satellite artificiale americano l'"Explorer I".
 Il film "Cielo d'Ottobre" è stato tratto dall'omonimo romanzo di Homer H. Hickam, Jr.. In questo film e romanzo si narra  la storia vera ed autobiografica di un ragazzo che ha trovato il suo destino  nello spazio grazie alla sua determinazione, alla sua forza e alla sua costanza.
 L'autore del libro, all'epoca del lancio dello Sputnik, è un ragazzo che vive con la sua famiglia (i due genitori e un fratello maggiore) a Coalwood, contea di McDowell, nel West Virginia, Stati Uniti d'America, di circa duemila abitanti. Coalwood è la tipica cittadina mineraria dove la vita dei suoi abitanti è in perfetta sintonia con i turni di lavoro della miniera e la vita scorre in funzione della miniera stessa.
 Tutti coloro che nascono a Coalwood sanno di avere davanti un solo futuro: quello del minatore!
 L'unica altra possibilità è quella di arruolarsi nell'esercito.
 Per pochissimi, fortunati o privilegiati, c'è la possibilità di andar via e frequentare l'Università.
 Il paese e la "Compagnia Mineraria", in pratica, sono una sola cosa e di fatto Coalwood si identifica nel luogo di lavoro, spesso minato da forti tensioni tra minatori, sindacato e "Compagnia".
 A Coalwood per i giovani studenti l'unico svago è il football e per chi non ha il fisico d'atleta - come Homer - non vi è neanche questo diversivo.
 Il film inizia con la notizia, data il 5 ottobre 1957 via radio, in cui "Washington" conferma che l'Unione Sovietica il giorno precedente ha lanciato con successo nell'orbita terrestre lo Sputnik.
 La sera dello stesso giorno,  conoscendo l'ora di transito del satellite nel cielo di Coalwood, le persone si radunano per osservarne il passaggio: improvvisamente  ecco che un  puntino luminoso, tra i tanti altri puntini luminosi fissi, attraversa il cielo. Lo Sputnik non è più solo una notizia diffusa: è realtà visibile! I sentimenti sono vari: paura, angoscia e terrore, ma anche ammirazione, stupore e meraviglia.
 Homer Hickam, iscritto alla scuola superiore di "Big Creek", rimane incantato da quel puntino luminoso così in alto, da quella stellina in movimento ed ecco come descrive il passaggio dello Sputnik nel romanzo: "(...) Lo ammirai quasi come fosse stato Dio in persona che, a bordo di una carrozza dorata, volava sopra le nostre teste.(...)". Homer rimane estasiato e prende una decisione: costruirà un razzo che possa andare in alto, nel cielo, nello spazio!
 Altro che minatore a Coalwood ... altro che lavorare  sotto terra.
 Homer comunica la sua decisione alla famiglia che inizialmente non lo prende neanche in minima considerazione.
 Il giovane è però deciso: sulla sua strada trova ostacoli e guai che solo grazie alla sua determinazione e voglia di realizzare il "sogno" riesce a superare. Coinvolge nel suo progetto altri amici  con i quali si sente partecipe nella vera corsa per lo spazio. Sulla sua strada, per fortuna, incontra a scuola, una professoressa di scienze che lo stimola negli studi e nei progetti e  lo incoraggia anche a partecipare al Concorso Scientifico della Contea. Chi vince questo Concorso Scientifico può partecipare al Concorso Scientifico Nazionale e i vincitori di quest'ultimo spesso ottengono borse di studio offerte dalle migliori Università. La professoressa ha compreso che quel "sogno" non solo è uno spiraglio di luce per Homer, ma lo è anche per lei stessa, per tutti gli altri studenti e per tutti i cittadini di Coalwood. Le probabilità di vincere questi Concorsi sono scarse, anzi quasi nulle, ed Homer lo sa; il ragazzo decide di andare ugualmente avanti e nella cantina della sua casa realizza la sua prima officina per la costruzione dei razzi.
 I primi lanci sono un disastro e per di più rappresentano un pericolo.
 I ragazzi giungono persino a rischiare la galera. E per tirare fuori dai guai sia Homer che i suoi amici in qualche circostanza interviene anche suo padre: la persona che più di tutti non lo incoraggia e più di tutti cerca di fermarlo. Suo padre, direttore della miniera, devoto alla "Compagnia", espertissimo sotto terra, è considerato da tutti i minatori il vero capo e, spesso, anche un eroe. Il papà ha anche un sogno: quello che Homer in futuro prenda il suo posto in miniera. Le tensioni tra Homer e suo padre sono fortissime, ma nonostante tutto in varie occasioni il padre finge di non aiutare Homer.
 Il ragazzo, comunque, non ne vuole sapere di andare a lavorare sotto terra, anche se per un certo periodo - per cause di forza maggiore - dovrà farlo. Vuole partecipare al Concorso Scientifico Nazionale con il progetto della costruzione di un razzo.
 Non è facile vivere in una cittadina senza futuro e senza speranze. Come non è facile vivere in una famiglia dove tutte le volte che si è seduti a tavola qualcuno si alza e se ne va perché puntualmente sorgono forti tensioni. La madre di Homer vive la realtà della cittadina mineraria in modo così soffocante che per respirare dipinge in casa un murale che raffigura una spiaggia: in pratica per non deprimersi dipinge il suo sogno! E proprio perché la mamma di Homer sa che cosa vuol dire avere un sogno, incoraggia suo figlio.
 L'entusiasmo e la forza del protagonista sono travolgenti: si giunge a fondare l'Agenzia Missilistica e i razzi costruiti hanno tutti il nome "Auk" (in onore all'alca, un uccello marino, simile al pinguino, incapace di volare, di cui una delle specie, l'Alca impenne, si è estinta nel secolo scorso).
 Il sogno di Homer coinvolge l'intera cittadina di Coalwood su cui aleggia lo spettro della crisi della miniera. E così quella che potrebbe sembrare solo una follia, diventa il sogno di tutti gli abitanti della cittadina (non a caso alcuni minatori aiutano i ragazzi lavorando per ore e senza compenso); il piccolo gruppo di adolescenti - chiamati spesso "I ragazzi dei missili" -  vince prima il Concorso Scientifico della Contea e poi addirittura il Concorso Scientifico Nazionale.
 Il film si conclude con la partenza dell'ultimo missile "Auk", con Homer - ormai quasi una celebrità - benvoluto da tutti, persino da suo padre che non può non apprezzare i risultati ottenuti dal figlio.
 L'immagine successiva è la partenza di uno Shuttle.
 Ancora dopo scorrono immagini tratte dai filmini d'epoca che ritraggono i reali protagonisti di questa storia meravigliosa. Nei titoli si legge:
 I "piccoli ingegneri" si sono tutti laureati.
 Quentin è ingegnere chimico nell'industria petrolifera.
 Roy Lee è un rivenditore di automobili e bancario in pensione.
 O'Dell fa l'allevatore ed è proprietario di un'agenzia di assicurazioni.
 Nel 1965 la città di Coalwood è stata ceduta e la miniera chiusa per sempre.
 Homer Hickam è diventato ingegnere della NASA e addestra gli astronauti per le missioni dello Space Shuttle.
 Il romanzo, rispetto al film, è più dettagliato e tecnico, ma è altrettanto avvincente.
 Il titolo originale del romanzo è "October Sky" (Rocket Boys).
 Nella versione italiana edita da Rizzoli (Milano, 1999) vi è il seguente sottotitolo di copertina:
"A volte basta un sogno per illuminare il cielo".
 Il romanzo è dedicato da Homer
"A mamma e papà e alla gente di Coalwood".
 Averlo dedicato ai suoi genitori dimostra comunque come nonostante le tensioni, i conflitti adolescenziali, le liti ed i problemi  che sorgono durante la vita di una famiglia, se vi è comunque lealtà e rispetto il legame d'affetto e d'amore con i genitori non si spezza. E', poi, commovente la dedica "... e alla gente di Coalwood", cioè ai minatori, alle mogli dei minatori, ai figli dei minatori, alla piccola città e, quindi, alla miniera.
 Prima di iniziare la lettura del romanzo si incontrano due citazioni che vale la pena di riportare:
"Tutto quello che uno può lasciare davvero ai propri figli è ciò che c'è nelle loro teste. L'istruzione, in altre parole, e non i possessi terreni, è la vera eredità, l'unica cosa che non può esserci strappata".
(Wernher von Braun)
 e
"Tutto quello che ho fatto è stato darti un libro. Devi avere il coraggio di imparare quello che c'è dentro".
     (Freida Joy Riley)
 Nel romanzo, inoltre,  sono riportati due articoli apparsi sul giornale locale della piccola cittadina americana e che riguardano i lanci dei missili dei "piccoli ingegneri". Dalla lettura si riesce a catturare l'atmosfera di quel tempo e di quel luogo:
 "Ho visto il futuro e funziona! Due settimane fa, il vostro reporter ha assistito nel nuovo poligono di Cape Coalwood al lancio della magnifica creazione dell'Agenzia missilistica di Big Creek (...). Mentre il missile argenteo schizzava dalla rampa di cemento e si alzava nel cielo, ho spalancato la bocca per lo stupore, talmente ero affascinato dalla splendida vista del razzo che correva verso lo spazio (...) Ci sono anche dei fallimenti. Ho dovuto accucciarmi nel loro bunker e scansare le schegge con questi coraggiosi figlioli. Ma non saranno certo loro ad arrendersi! Il vostro reporter ve lo dice chiaro e tondo: se volete avere qualche speranza di capire quale splendido e grandioso futuro è in serbo per tutti coloro che osano impadronirsene, dovete venire a vedere i ragazzi dei missili di Coalwood".
 The McDowell County Banner, agosto 1958
 e
 "Il cilindro argenteo balzò in avanti lasciandosi dietro un'immensa colonna di fumo e fiamme, a gara con il vento mentre si levava nel cielo, messaggero di questi ragazzi di Big Creek, di questi ragazzi che usano il loro cervello, non i loro muscoli, che non giocano a football ma con il fuoco di Apollo. (...)".
 The McDowell County Banner, ottobre 1959
 L'ultimo Auk parte il 4 giugno 1960, quando ormai i ragazzi si sono diplomati e hanno vinto tutti i concorsi a cui hanno partecipato diventando l'orgoglio di Coalwood;   il pulsante di accensione viene premuto dal padre di Homer - il che la dice lunga, alla fine, sul rapporto di affetto tra padre e figlio - ed il missile vola sino ad una altezza di 9500 metri! Niente male per essere il frutto di "uno studio amatoriale di tecniche missilistiche".
 E così alla fine di questa storia nella bacheca dei trofei vinti dalla squadra di football della scuola di Big Creek è in bella mostra anche la medaglia d'oro e argento vinta da Homer all'Esposizione Scientifica Nazionale.
 
 
CONCLUSIONE
 Credo che questo film abbia meritato la nostra attenzione ed in fondo un po' ci siamo sentiti toccati da questa storia vera.
 Il messaggio positivo di questo film è rappresentato dalla "realizzazione del grande sogno"; nell'inesorabile scorrere del tempo che coinvolge la vita di ognuno di noi, anche un progetto assurdo e un'idea folle possono dare senso al vivere quotidiano. E' necessario, però, avere i piedi per terra: il "sogno" si può avverare quando, oltre all'impegno costante e alla passione, si presentano circostanze favorevoli e quelle sfavorevoli non hanno il sopravvento. Quando si ha un "sogno" può andar bene, come è andata ad Homer, ma può andar - come spesso e normalmente avviene - anche in modo diverso: l'importante è averci provato e avercela messa tutta.
 In storie come queste, come si fa a non evidenziare l'importanza della scuola, dei professori e degli insegnanti che incoraggiano. Alcune volte basta una parola giusta al momento giusto da parte di un docente,  basta la sua fiducia, un suo sorriso ed ecco che la vita di un ragazzo si trasforma in una favola meravigliosa, con il risultato di essere a sua volta formativa.
 Nell'epilogo del romanzo l'autore scrive che nel 1981 è diventato ingegnere della Nasa al Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama, l'ex quartier generale di von Braun. E' stato anche in Russia dove si è seduto allo stesso tavolo dei protagonisti dello Sputnik.
 Nel novembre del 1997, si va oltre il sogno e la favola. Un astronauta, porta nello spazio, a bordo dello shuttle Columbia una medaglia vinta da Homer ai concorsi scientifici, nonché un pezzo di un "Auk". Lo spazio, così, viene finalmente raggiunto, da tutti i "piccoli ingegneri",  da Coalwood, dai minatori e dalla stessa miniera. Si spiega a questo punto quell'immagine dello shuttle al termine del film.
 Per concludere è curioso notare come non è la prima volta che il cielo e le stelle si rapportano con i minatori. Ricordiamo il romanzo del grande scrittore inglese Cronin (1896-1981) "The Stars Look Down" - 1935 - conosciuto in Italia col titolo "E le stelle stanno a guardare" (da cui fu tratto l'omonimo e bellissimo sceneggiato televisivo) in cui le stelle stavano a guardare le vicende dei minatori del Galles. In "Cielo d'ottobre", invece, non sono le stelle a guardare: sono i minatori di Coalwood che alzano la testa ed osservano il cielo e le stelle. Alla fine della favola qualcosa è mutato: gli stessi minatori, impauriti da quel "cielo d'ottobre" del 1957, grazie al giovane Homer,  hanno imparato a non avere più paura del cielo e ad amare le stelle.
 E quando si amano le stelle si ama tutto e tutti: non c'è più spazio e tempo per il male e la cattiveria.


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