Si è trattato di una serata dedicata alla proiezione di
un film a quasi un anno di distanza da "2001: Odissea nello Spazio". Il
film di questa sera "Cielo d'ottobre" ci racconta la storia di un ragazzo
americano che si è innamorato del cielo e dello spazio grazie allo
Sputnik. Rispetto al film "2001: Odissea nello Spazio" le coordinate temporali
cinematografiche sono diverse: "2001: Odissea nello Spazio" è un
film distribuito nel 1968 ed ambientato nel 2001, mentre "Cielo d'ottobre"
è stato distribuito nel 1999 ed è ambientato nel 1957.
Il regista del film è Joe Johnston, specialista in effetti
speciali. Johnston ha lavorato, prima di sedersi sulla sedia da regista,
come responsabile per gli effetti visivi nella trilogia di Guerre Stellari.
Il suo ultimo lavoro cinematografico, sempre come regista, è Jurassic
Park III, attualmente in programmazione.
Dunque, 44 anni fa, e precisamente il 4 ottobre 1957 l'Unione
Sovietica lancia nello spazio il primo satellite artificiale: lo Sputnik.
Il satellite pesa circa 84 chilogrammi ed ha la forma di una sfera con
il diametro di quasi 60 centimetri dalla quale escono quattro antenne lunghe
3 metri circa. Lo Sputnik ogni 96 minuti effettua un'orbita intorno alla
Terra e per tre settimane invia sul nostro pianeta segnali sotto forma
di impulsi (il famoso bip-bip-bip).
Per gli Stati Uniti d'America questa notizia è sconvolgente.
Gli americani hanno paura, poiché se i sovietici hanno mandato in
orbita attorno alla Terra una sonda, una navicella, un satellite, ciò
significa che ormai controllano agevolmente lo spazio, sono i padroni del
cosmo e quindi dal cielo possono fotografare gli Stati Uniti o, peggio,
lanciarvi sopra le bombe atomiche.
Si è in piena guerra fredda e la gara spaziale lascia
il primo segno a favore dell'Unione Sovietica. Appena dodici anni prima,
nel 1945, bombe atomiche americane erano piovute dal cielo ed avevano raso
al suolo Hiroshima e Nagasaki. Quelle due terribili bombe avevano impressionato
tutti per la loro terribile potenza distruttiva. Con lo Sputnik,
invece, ora, sono i russi possono lanciare da un'altezza maggiore bombe
sicuramente più distruttive.
Lo Sputnik per gli americani significa essere stati superati
culturalmente, tecnologicamente e di conseguenza militarmente; alla radio
non si parla d'altro e viene trasmesso in continuazione il bip; gli studenti
americani vengono invitati a studiare di più per raggiungere la
preparazione degli studenti russi. Lo Sputnik significa che vi è
una scarsa preparazione nelle scuole americane rispetto a quelle russe
e pertanto i corsi di studio devono essere più pesanti e più
duri: nuovi programmi, nuovo metodo di insegnamento, più libri,
più quaderni, più compiti in classe e più compiti
a casa, per recuperare il distacco. Diventa, quindi, indispensabile
per gli U.S.A. una corsa al recupero nella competizione spaziale.
Il 3 novembre 1957, a neanche un mese dal primo grande successo,
viene lanciato dai sovietici lo Sputnick 2, con a bordo la cagnetta Laika,
primo essere vivente ad andare nello spazio. Anche questo è un altro
brutto colpo per gli Stati Uniti.
Ma a parte lo Sputnik che altro avviene nel mondo nel 1957?
Il 1957 è l'anno:
- dell'"asiatica" che colpisce otto milioni di italiani
(con circa cinquemila morti);
- in cui muoiono l'attore Humphrey Bogart e il direttore d'orchestra
Arturo Toscanini;
- in cui in Italia il Presidente della Repubblica è Gronchi;
negli Stati Uniti il Presidente è il repubblicano Eisenhower
e il Papa è Pio XII;
- in cui i teleabbonati italiani ammontano a circa mezzo milione;
- in cui nella lunga notte degli Oscar il premio per il miglior
film va a "Il giro del mondo in 80 giorni" (tratto dall'omonimo romanzo
di Giulio Verne) mentre Federico Fellini viene premiato per il miglior
film straniero (categoria che compare per la prima volta) con "La strada";
- in cui al Festival di Sanremo vincono Claudio Villa e Nunzio Gallo con
la canzone "Corde della mia chitarra".
- in cui la Fiat presenta la "Nuova 500" (costo lire 490.000);
- in cui il Giro d'Italia viene vinto da Gastone Nencini;
- in cui il Milan vince lo scudetto;
- in cui l'argentino Juan Manuel Fangio vince il suo quinto
campionato mondiale di Formula Uno;
- in cui, in dicembre, gli U.S.A. tentano, anche se in ritardo
rispetto ai russi, di inviare, comunque, in orbita un satellite con un
razzo (il Vanguard) che dopo essersi sollevato alla straordinaria altezza
di ben mille millimetri, un metro, esplode ed occorrerà attendere
il 31 gennaio 1958, affinché l'Agenzia dei Missili Balistici dell'Esercito
diretta da Wernher von Braun, riesca a mettere in orbita il primo satellite
artificiale americano l'"Explorer I".
Il film "Cielo d'Ottobre" è stato tratto dall'omonimo
romanzo di Homer H. Hickam, Jr.. In questo film e romanzo si narra
la storia vera ed autobiografica di un ragazzo che ha trovato il suo destino
nello spazio grazie alla sua determinazione, alla sua forza e alla sua
costanza.
L'autore del libro, all'epoca del lancio dello Sputnik, è
un ragazzo che vive con la sua famiglia (i due genitori e un fratello maggiore)
a Coalwood, contea di McDowell, nel West Virginia, Stati Uniti d'America,
di circa duemila abitanti. Coalwood è la tipica cittadina mineraria
dove la vita dei suoi abitanti è in perfetta sintonia con i turni
di lavoro della miniera e la vita scorre in funzione della miniera stessa.
Tutti coloro che nascono a Coalwood sanno di avere davanti un
solo futuro: quello del minatore!
L'unica altra possibilità è quella di arruolarsi
nell'esercito.
Per pochissimi, fortunati o privilegiati, c'è la possibilità
di andar via e frequentare l'Università.
Il paese e la "Compagnia Mineraria", in pratica, sono una sola
cosa e di fatto Coalwood si identifica nel luogo di lavoro, spesso minato
da forti tensioni tra minatori, sindacato e "Compagnia".
A Coalwood per i giovani studenti l'unico svago è il football
e per chi non ha il fisico d'atleta - come Homer - non vi è neanche
questo diversivo.
Il film inizia con la notizia, data il 5 ottobre 1957 via radio,
in cui "Washington" conferma che l'Unione Sovietica il giorno precedente
ha lanciato con successo nell'orbita terrestre lo Sputnik.
La sera dello stesso giorno, conoscendo l'ora di transito
del satellite nel cielo di Coalwood, le persone si radunano per osservarne
il passaggio: improvvisamente ecco che un puntino luminoso,
tra i tanti altri puntini luminosi fissi, attraversa il cielo. Lo Sputnik
non è più solo una notizia diffusa: è realtà
visibile! I sentimenti sono vari: paura, angoscia e terrore, ma anche ammirazione,
stupore e meraviglia.
Homer Hickam, iscritto alla scuola superiore di "Big Creek",
rimane incantato da quel puntino luminoso così in alto, da quella
stellina in movimento ed ecco come descrive il passaggio dello Sputnik
nel romanzo: "(...) Lo ammirai quasi come fosse stato Dio in persona che,
a bordo di una carrozza dorata, volava sopra le nostre teste.(...)". Homer
rimane estasiato e prende una decisione: costruirà un razzo che
possa andare in alto, nel cielo, nello spazio!
Altro che minatore a Coalwood ... altro che lavorare sotto
terra.
Homer comunica la sua decisione alla famiglia che inizialmente
non lo prende neanche in minima considerazione.
Il giovane è però deciso: sulla sua strada trova
ostacoli e guai che solo grazie alla sua determinazione e voglia di realizzare
il "sogno" riesce a superare. Coinvolge nel suo progetto altri amici
con i quali si sente partecipe nella vera corsa per lo spazio. Sulla sua
strada, per fortuna, incontra a scuola, una professoressa di scienze che
lo stimola negli studi e nei progetti e lo incoraggia anche a partecipare
al Concorso Scientifico della Contea. Chi vince questo Concorso Scientifico
può partecipare al Concorso Scientifico Nazionale e i vincitori
di quest'ultimo spesso ottengono borse di studio offerte dalle migliori
Università. La professoressa ha compreso che quel "sogno" non solo
è uno spiraglio di luce per Homer, ma lo è anche per lei
stessa, per tutti gli altri studenti e per tutti i cittadini di Coalwood.
Le probabilità di vincere questi Concorsi sono scarse, anzi quasi
nulle, ed Homer lo sa; il ragazzo decide di andare ugualmente avanti e
nella cantina della sua casa realizza la sua prima officina per la costruzione
dei razzi.
I primi lanci sono un disastro e per di più rappresentano
un pericolo.
I ragazzi giungono persino a rischiare la galera. E per tirare
fuori dai guai sia Homer che i suoi amici in qualche circostanza interviene
anche suo padre: la persona che più di tutti non lo incoraggia e
più di tutti cerca di fermarlo. Suo padre, direttore della miniera,
devoto alla "Compagnia", espertissimo sotto terra, è considerato
da tutti i minatori il vero capo e, spesso, anche un eroe. Il papà
ha anche un sogno: quello che Homer in futuro prenda il suo posto in miniera.
Le tensioni tra Homer e suo padre sono fortissime, ma nonostante tutto
in varie occasioni il padre finge di non aiutare Homer.
Il ragazzo, comunque, non ne vuole sapere di andare a lavorare
sotto terra, anche se per un certo periodo - per cause di forza maggiore
- dovrà farlo. Vuole partecipare al Concorso Scientifico Nazionale
con il progetto della costruzione di un razzo.
Non è facile vivere in una cittadina senza futuro e senza
speranze. Come non è facile vivere in una famiglia dove tutte le
volte che si è seduti a tavola qualcuno si alza e se ne va perché
puntualmente sorgono forti tensioni. La madre di Homer vive la realtà
della cittadina mineraria in modo così soffocante che per respirare
dipinge in casa un murale che raffigura una spiaggia: in pratica per non
deprimersi dipinge il suo sogno! E proprio perché la mamma di Homer
sa che cosa vuol dire avere un sogno, incoraggia suo figlio.
L'entusiasmo e la forza del protagonista sono travolgenti: si
giunge a fondare l'Agenzia Missilistica e i razzi costruiti hanno tutti
il nome "Auk" (in onore all'alca, un uccello marino, simile al pinguino,
incapace di volare, di cui una delle specie, l'Alca impenne, si è
estinta nel secolo scorso).
Il sogno di Homer coinvolge l'intera cittadina di Coalwood su
cui aleggia lo spettro della crisi della miniera. E così quella
che potrebbe sembrare solo una follia, diventa il sogno di tutti gli abitanti
della cittadina (non a caso alcuni minatori aiutano i ragazzi lavorando
per ore e senza compenso); il piccolo gruppo di adolescenti - chiamati
spesso "I ragazzi dei missili" - vince prima il Concorso Scientifico
della Contea e poi addirittura il Concorso Scientifico Nazionale.
Il film si conclude con la partenza dell'ultimo missile "Auk",
con Homer - ormai quasi una celebrità - benvoluto da tutti, persino
da suo padre che non può non apprezzare i risultati ottenuti dal
figlio.
L'immagine successiva è la partenza di uno Shuttle.
Ancora dopo scorrono immagini tratte dai filmini d'epoca che
ritraggono i reali protagonisti di questa storia meravigliosa. Nei titoli
si legge:
I "piccoli ingegneri" si sono tutti laureati.
Quentin è ingegnere chimico nell'industria petrolifera.
Roy Lee è un rivenditore di automobili e bancario in pensione.
O'Dell fa l'allevatore ed è proprietario di un'agenzia
di assicurazioni.
Nel 1965 la città di Coalwood è stata ceduta e
la miniera chiusa per sempre.
Homer Hickam è diventato ingegnere della NASA e addestra
gli astronauti per le missioni dello Space Shuttle.
Il romanzo, rispetto al film, è più dettagliato
e tecnico, ma è altrettanto avvincente.
Il titolo originale del romanzo è "October Sky" (Rocket
Boys).
Nella versione italiana edita da Rizzoli (Milano, 1999) vi è
il seguente sottotitolo di copertina:
"A volte basta un sogno per illuminare il cielo".
Il romanzo è dedicato da Homer
"A mamma e papà e alla gente di Coalwood".
Averlo dedicato ai suoi genitori dimostra comunque come nonostante
le tensioni, i conflitti adolescenziali, le liti ed i problemi che
sorgono durante la vita di una famiglia, se vi è comunque lealtà
e rispetto il legame d'affetto e d'amore con i genitori non si spezza.
E', poi, commovente la dedica "... e alla gente di Coalwood", cioè
ai minatori, alle mogli dei minatori, ai figli dei minatori, alla piccola
città e, quindi, alla miniera.
Prima di iniziare la lettura del romanzo si incontrano due citazioni
che vale la pena di riportare:
"Tutto quello che uno può lasciare davvero ai propri figli è
ciò che c'è nelle loro teste. L'istruzione, in altre parole,
e non i possessi terreni, è la vera eredità, l'unica cosa
che non può esserci strappata".
(Wernher von Braun)
e
"Tutto quello che ho fatto è stato darti un libro. Devi avere
il coraggio di imparare quello che c'è dentro".
(Freida Joy Riley)
Nel romanzo, inoltre, sono riportati due articoli apparsi
sul giornale locale della piccola cittadina americana e che riguardano
i lanci dei missili dei "piccoli ingegneri". Dalla lettura si riesce a
catturare l'atmosfera di quel tempo e di quel luogo:
"Ho visto il futuro e funziona! Due settimane fa, il vostro reporter
ha assistito nel nuovo poligono di Cape Coalwood al lancio della magnifica
creazione dell'Agenzia missilistica di Big Creek (...). Mentre il missile
argenteo schizzava dalla rampa di cemento e si alzava nel cielo, ho spalancato
la bocca per lo stupore, talmente ero affascinato dalla splendida vista
del razzo che correva verso lo spazio (...) Ci sono anche dei fallimenti.
Ho dovuto accucciarmi nel loro bunker e scansare le schegge con questi
coraggiosi figlioli. Ma non saranno certo loro ad arrendersi! Il vostro
reporter ve lo dice chiaro e tondo: se volete avere qualche speranza di
capire quale splendido e grandioso futuro è in serbo per tutti coloro
che osano impadronirsene, dovete venire a vedere i ragazzi dei missili
di Coalwood".
The McDowell County Banner, agosto 1958
e
"Il cilindro argenteo balzò in avanti lasciandosi dietro
un'immensa colonna di fumo e fiamme, a gara con il vento mentre si levava
nel cielo, messaggero di questi ragazzi di Big Creek, di questi ragazzi
che usano il loro cervello, non i loro muscoli, che non giocano a football
ma con il fuoco di Apollo. (...)".
The McDowell County Banner, ottobre 1959
L'ultimo Auk parte il 4 giugno 1960, quando ormai i ragazzi si
sono diplomati e hanno vinto tutti i concorsi a cui hanno partecipato diventando
l'orgoglio di Coalwood; il pulsante di accensione viene premuto
dal padre di Homer - il che la dice lunga, alla fine, sul rapporto di affetto
tra padre e figlio - ed il missile vola sino ad una altezza di 9500 metri!
Niente male per essere il frutto di "uno studio amatoriale di tecniche
missilistiche".
E così alla fine di questa storia nella bacheca dei trofei
vinti dalla squadra di football della scuola di Big Creek è in bella
mostra anche la medaglia d'oro e argento vinta da Homer all'Esposizione
Scientifica Nazionale.
CONCLUSIONE
Credo che questo film abbia meritato la nostra attenzione ed
in fondo un po' ci siamo sentiti toccati da questa storia vera.
Il messaggio positivo di questo film è rappresentato dalla
"realizzazione del grande sogno"; nell'inesorabile scorrere del tempo che
coinvolge la vita di ognuno di noi, anche un progetto assurdo e un'idea
folle possono dare senso al vivere quotidiano. E' necessario, però,
avere i piedi per terra: il "sogno" si può avverare quando, oltre
all'impegno costante e alla passione, si presentano circostanze favorevoli
e quelle sfavorevoli non hanno il sopravvento. Quando si ha un "sogno"
può andar bene, come è andata ad Homer, ma può andar
- come spesso e normalmente avviene - anche in modo diverso: l'importante
è averci provato e avercela messa tutta.
In storie come queste, come si fa a non evidenziare l'importanza
della scuola, dei professori e degli insegnanti che incoraggiano. Alcune
volte basta una parola giusta al momento giusto da parte di un docente,
basta la sua fiducia, un suo sorriso ed ecco che la vita di un ragazzo
si trasforma in una favola meravigliosa, con il risultato di essere a sua
volta formativa.
Nell'epilogo del romanzo l'autore scrive che nel 1981 è
diventato ingegnere della Nasa al Marshall Space Flight Center di Huntsville,
Alabama, l'ex quartier generale di von Braun. E' stato anche in Russia
dove si è seduto allo stesso tavolo dei protagonisti dello Sputnik.
Nel novembre del 1997, si va oltre il sogno e la favola. Un astronauta,
porta nello spazio, a bordo dello shuttle Columbia una medaglia vinta da
Homer ai concorsi scientifici, nonché un pezzo di un "Auk". Lo spazio,
così, viene finalmente raggiunto, da tutti i "piccoli ingegneri",
da Coalwood, dai minatori e dalla stessa miniera. Si spiega a questo punto
quell'immagine dello shuttle al termine del film.
Per concludere è curioso notare come non è la prima
volta che il cielo e le stelle si rapportano con i minatori. Ricordiamo
il romanzo del grande scrittore inglese Cronin (1896-1981) "The Stars Look
Down" - 1935 - conosciuto in Italia col titolo "E le stelle stanno a guardare"
(da cui fu tratto l'omonimo e bellissimo sceneggiato televisivo) in cui
le stelle stavano a guardare le vicende dei minatori del Galles. In "Cielo
d'ottobre", invece, non sono le stelle a guardare: sono i minatori di Coalwood
che alzano la testa ed osservano il cielo e le stelle. Alla fine della
favola qualcosa è mutato: gli stessi minatori, impauriti da quel
"cielo d'ottobre" del 1957, grazie al giovane Homer, hanno imparato
a non avere più paura del cielo e ad amare le stelle.
E quando si amano le stelle si ama tutto e tutti: non c'è
più spazio e tempo per il male e la cattiveria.