La mattina dell' 8 Giugno tutti potranno assistere dall' Italia ad un fenomeno rarissimo e leggendario: il transito di Venere sul disco solare. Mobilitato il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese, che dà appuntamento a tutti sulla piazza della meridiana, presso il comune di Comerio.
"Solo Dio sa dove sarà arrivato il progresso delle conoscenze
scientifiche nel Giugno 2004, quando arriverà il prossimo transito
di Venere sul Sole. Neppure i figli dei nostri figli vivranno a sufficienza
per essere partecipi delle conoscenze che l' Astronomia avrà raggiunto
quel giorno ". Così scriveva Wiliam Harkness (U.S. Naval Observatory),
responsabile delle spedizioni americane organizzate per il transito di
Venere sul Sole del 6 Dicembre 1882, ben sapendo che sarebbero dovuti passare
altri 122 anni prima che il fenomeno si ripetesse. Adesso, quel momento
nostalgicamente ricordato da W.Harkness sta arrivando con tutto il suo
alone di emozione e di leggenda. Una nuova incredibile 'eclisse' prodotta
dal transito del pianeta Venere sulla parte inferiore del disco solare
è infatti attesa per la mattinata di martedì 8 Giugno. Si
tratta di un fenomeno rarissimo e leggendario, che nessun essere umano
vivente ha mai osservato (l'ultima volta fu, come detto, nel 1882). La
rarità del fenomeno è legata al fatto che il piano dell'orbita
di Venere è inclinato di 3,4° rispetto a quello dell'orbita
terrestre: questo fa sì che i due corpi si ritrovino perfettamente
allineati col Sole 4 volte ogni 243 anni, con una particolarissima periodicità
di 8+105,5+8+121,5 anni. Si hanno dunque coppie di transiti distanziati
di 8 anni, quindi più nulla per circa 120 anni. Come dire che, dall'invenzione
del cannocchiale, quasi quattro secoli fa, si sono avuti solo tre coppie
di transiti: 1631 e 1639, 1761 e 1769, 1874 e 1882.
Fu il grande Keplero, nel 1629 il primo a predire, per il 5 Dicembre
1631, un passaggio di Venere sul disco solare. Purtroppo Keplero non potè
assistervi perché morì l'anno precedente, nel 1630. Così
il primo essere umano che assistette a questo fenomeno fu J Horrocks, un
giovane astrofilo britannico che dopo aver previsto un nuovo transito otto
anni dopo (il 4 Dicembre 1639) riuscì anche a seguirne le fasi iniziali
mezz'ora prima del tramonto del Sole. Fu però solo in occasione
della successiva coppia di transiti (5 Giugno 1761 e 3 Giugno 1769)) che
il fenomeno acquisì un profondo significato scientifico. Il merito
va ad E. Halley (sì quello della cometa). che già nel 1677
aveva suggerìto un metodo per ricavare, dalla accurata osservazione
del transito in luoghi terrestri molto distanti, la misura di una grandezza
fondamentale come la distanza Terra-Sole. Halley sapeva di non poter vivere
fino al momento del prossimo transito (vale a dire fino al, per lui lontanissimo,
1761), ciononostante esortò i futuri astronomi a compiere un grande
sforzo collettivo per seguire i transiti del 1761 e 1769. In quelle occasioni
le condizioni di visibilità non furono favorevoli per l'Europa.
Furono quindi organizzate numerose spedizioni in località sperdute
del globo, dalla Siberia alle isole dell'Oceano Indiano. Straordinari e
pericolosi i viaggi di Chappe d'Auteroche, Pingré e Le Gentil dell'Académie
des Sciences di Parigi e di Mason e Dixon della Royal Society. Bisogna
rendersi conto che, a quei tempi, intraprendere simili viaggi in terre
lontane era una cosa complessa e pericolosa, una vera e propria avventura:
proprio questo, però, ha contribuito a tingere di leggenda questo
straordinario fenomeno astronomico. Incredibili, in particolare furono
le avventure dell'astronomo francese Le Gentil, direttore del' Osservatorio
di Parigi. Portatosi in India per il transito di Venere del 1761, perse
il fenomeno perché la sua nave venne attaccata dalla flotta inglese
nell'ambito della famosa guerra dei 7 anni. Quasi disperato per la sfortuna
che gli era capitata, decise di rimanere in India fino al transito successivo
del 1769. Ma ancora una volta la sfortuna si accanì contro di lui:
nuvole nere ricoprirono infatti il disco solare per tutta la durata del
fenomeno impedendogli qualunque osservazione. Quando, dopo 11 anni di girovagare,
ritornò finalmente in Francia, lo aspettava una ennesima e forse
più grave disavventura: preso dagli eventi degli anni precedenti,
si era infatti dimenticato di avvisare delle sue traversie parenti e colleghi
in patria, con la conseguenza che, quando finalmente tornò, si trovò
senza moglie (si era risposata nel frattempo..) e senza lavoro (il governo
aveva nominato un nuovo direttore per l' Osservatorio di Parigi). I successivi
transiti dell' 8 Dicembre 1874 e del 6 Dicembre 1882 appartengono già
all'epoca moderna. I perfezionamenti della tecnologia ottica e l'invenzione
della fotografia permisero infatti, la prima determinazione corretta della
distanza Terra-Sole. Tutte le principali nazioni europee ed americane organizzarono
una cinquantina di spedizioni scientifiche per l'osservazione. L'Italia,
sotto la direzione di Tacchini, inviò in India nel 1874 un gruppo
di astronomi che fecero importanti osservazioni spettroscopiche durante
il transito. Fu così che S.Newcomb, coordinatore delle varie spedizioni,
riuscì a calcolare un valore della distanza Terra-Sole di 149,59
milioni di Km, quindi praticamente coincidente con le misure più
moderne
I prossimo transito, atteso per martedì 8 giugno 2004 (durata
totale di circa 6 h con inizio alle 7,20 e termine alle 13,24), ha una
rilevanza particolare perché sarà il primo interamente visibile
dall'Europa dai tempi dell'invenzione del cannocchiale. (Ne seguirà
uno otto anni dopo, il 6 Giugno 2012, ma a beneficiarne saranno solamente
gli Americani. Poi, più nulla fino al 10 Dicembre 2117). Chiunque
potrà, anzi DOVRA' ASSOLUTAMENTE, seguire il fenomeno: esso sarà
infatti visibile anche ad occhio nudo, purchè ci si munisca delle
protezioni tipiche di ogni eclisse di Sole: Ottimi gli occhialini dell'eclisse
dell' Agosto '99, oppure il classico vetro affumicato o da saldatore. Altra
possibilità è quella di procurarsi un film plastico protettivo
(tipo Mylar, offerto in queste settimane anche da una nota rivista del
settore) e di applicarlo con MOLTA CURA sopra i due obiettivi di un normale
binocolo: ne risulterà una visione del Sole fantastica e surreale
con il disco nerissimo di Venere inconfondibile a passeggio tra le macchie
solari. Per chi avesse un cannocchiale e volesse condividere l'osservazione
con molte altre persone, il sistema migliore è quello di puntare
il cannocchiale sul Sole e raccoglierne la luce nella parte posteriore
su un opportuno schermo di cartone bianco. Anche fotograficamente il fenomeno
sarà facilmente registrabile: basterà applicare un opportuno
filtro (tipo il già ricordato film di Mylar) davanti ad un obiettivo
di almeno 300 mm ed usare una pellicola da 100 ASA con pose di 1/30-1/60
sec. Inutile dire che il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese è mobilitato:
è stata infatti allestita una grande manifestazione pubblica a Comerio,
sulla piazza della Meridiana, presso il Comune tra le 7 e le 13 di martedì
mattina. Tutti potranno recarsi a Comerio per osservare il fenomeno in
massima sicurezza, ma un invito particolare viene rivolto a studenti e
professori delle scuole per i quali il transito di Venere di martedì
ha anche un formidabile significato didattico.
I principali motivi di interesse che indurranno il grande pubblico
e gli appassionati ad osservarli, saranno, in primo luogo, il puro e semplice
piacere di assistere ad una rarissima congiunzione planetaria alla quale
è legata una parte significativa della storia dell'astronomia. Poi,
l'opportunità che si offre agli astrofili, anche muniti di strumenti
relativamente modesti, di ripetere l'esperimento proposto da Halley a partire
dal 1761 (misura accuratissima dei tempi di entrata ed uscita di Venere
dal disco solare per il calcolo della distanza Terra-Sole) e di studiare
i diversi aspetti e le varie apparenze dell'atmosfera venusiana durante
i contatti. Attività che potrà essere espletata impiegando
la fotografia classica, digitale o con metodi spettroscopici. Ma c' è
un interesse particolare anche nel mondo accademico, che mai e poi mai
il già ricordato W.Harkness avrebbe potuto immaginare nel lontano
1882: si tratta dell'osservazione di transiti di pianeti terrestri sul
disco di stelle lontanissime, ritenuto attualmente l'unico in grado di
farci scoprire corpi come la Terra al di fuori del Sistema Solare. Per
questo la NASA ha ormai pronta una navicella spaziale che, dal 2006 scruterà
dallo spazio la bellezza di 100 mila stelle: inevitabile, per questa missione
la denominazione di KEPLER, in onore di Keplero, che fu il primo, nel 1631,
a prevedere per Venere la possibilità di attraversare il disco solare.