COMUNICATO STAMPA DEL GRUPPO ASTRONOMICO TRADATESE IL GAT RIEVOCA IL TERREMOTO DI SAN FRANCISCO
Esattamente 100 anni fa tutto il mondo guardò attonito ad
un’immane tragedia: la distruzione, per colpa di un terremoto
impressionate, di San Francisco, forse la più bella città
degli Stati Uniti. Era il 18 Aprile 1906, ore 5,12 della mattina: 25
secondi dopo una prima debole scossa di avvertimento, la terra
iniziò a tremare con inaudita violenza per un tempo ‘infinito’
di quasi 60 secondi. Il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese non poteva
certo trascurare la ricorrenza di questa immane tragedia. Ecco quindi
spiegata l’ iniziativa programmata per Lunedì 24 Aprile a Villa
Truffini, sul tema: TERREMOTO!. La serata sarà condotta dal
dott. Giuseppe Palumbo che sfrutterà la sua nota competenza
nella storia della scienza e della cinematografia, per presentare
sequenze filmate di grande presa emotiva, nelle quali tutti i presenti
potranno immediatamente percepire cosa sia un grande terremoto e,
soprattutto, cosa sia stato il terremoto di San Francisco del 1906,
forse il più tristemente famoso della storia. Le stime moderne
parlano di un terremoto di magnitudine Richter vicino a 8 (simile al
terremoto indonesiano di due anni fa). Crollarono quasi tutte le
abitazioni, le condutture del gas al di sotto delle strade vennero
divelte e, in pochi minuti, un immane incendio prese a distruggere
anche quel poco che era rimasto. Le vittime furono a migliaia ma, e
bene dirlo, un sisma IMPROVVISO di queste proporzioni sarebbe al giorno
d’oggi ancora più catastrofico, dato l’enorme incremento
urbanistico degli ultimi decenni. Un evento che, secondo le conoscenze
attuali, non è solo possibile, ma addirittura altamente
probabile: per esempio, uno studio pubblicato nel 2003 dalla USGS (US
Geological Survey) stima che ci sia almeno il 65% di probabilità
che il dramma del 1906 si ripeta entro una trentina d’anni. Il fatto
che i geologi moderni abbiano questa sicurezza è legato alla
scoperta del ‘colpevole’ del terremoto di San Francisco dell ‘ Aprile
1906: si tratta della famosa fascia di San Andreas, una cicatrice di un
migliaio di km (in parte a cielo aperto, in parte in mare) che collega
la penisola di California con il continente americano e che deriva
dalla collisione dinamica tra la placca tettonica del Pacifico e la
placca che trasporta il Nord-America. Per un’incredibile coincidenza
San francisco si trova proprio al di sopra della faglia di San Andreas,
quindi ne subisce continuamente gli eventi evolutivi (ma quando venne
costruita nel XIX secolo nessuno poteva sapere queste cose). Il fatto
è che i due lembi della faglia sono sempre in lento (pochi mm
all’ anno) e costante slittamento reciproco. Accade però che, a
volte, questo spostamento diventi subitaneo e violento. È il
terremoto !. Sensori a laser collocati sui due lati della faglia di San
Andreas tengono costantemente sotto controllo la sua evoluzione, nell’
ottica di lanciare l’allarme per tempo nel caso disgraziato che il
cosiddetto ‘Big One’ debba verificarsi. Si, perché, in quel
terribile 18 Aprile 1906, ben 450 km di faglia si spostarono in pochi
istanti di una decina di metri, con il risultato che abbiamo ricordato.
Fortuna (nella sfortuna !) ha voluto che questo sia avvenuto 50 km a
Nord di San Francisco, dove la faglia è a cielo aperto, ossia
fuori dal mare: in caso contrario (se la dislocazione fosse avvenuta in
mare) al terremoto si sarebbe aggiunto anche uno tsunami di grandi
proporzioni. Non così avvenne solo due anni più tardi, il
26 Dicembre 1908, all’interno dello stretto di Messina, dove un sisma
di 7,5 gradi della scala Richter, prima distrusse Messina e Reggio,
poi, sollevò un immane tsunami che completò l’opera
causando quasi 80 mila morti. Solo che a Messina l’attenzione per il
certissimo, prossimo ‘Big One’ è molto meno sentita che in
California