COMUNICATO STAMPA DEL GRUPPO ASTRONOMICO TRADATESE TRADATE: IL DRAMMA DELLA COMETA IN FRANTUMI
Grande attesa per una serata del tutto inattesa! Così potrebbe
essere introdotta la conferenza organizzata dal GAT, Gruppo Astronomico
Tradatese per Lunedì 19 Giugno, h21, a Villa TRUFFINI su tema:
SW3, il dramma della cometa in frantumi. Un argomento suggestivo e
insinuante che verrà presentato dal dott. Cesare Guaita
(Presidente del GAT) e dal Prof. Federico Manzini (studioso molto noto
per una molteplicità di scoperte su comete, asteroidi,
supernovae). Questa conferenza non era stata inizialmente programmata,
ma i responsabili del GAT hanno fatto di tutto per renderla possibile
in seguito agli eventi degli ultimi due mesi e alla pressante
insistenza del numeroso pubblico che segue l’attività degli
astronomi tradatesi. Ci spiega infatti il dott. Guaita: ”Sapevamo che
alla metà di Maggio una cometa molto strana, la SW3, avrebbe
sfiorato la Terra da poco più di 10 milioni di km, per passare
poi alla minima distanza dal Sole il 6 Giugno. Mai, però avremmo
immaginato le drammatiche conseguenze che ne sarebbero derivate e che
hanno allertato praticamente tutti i più grandi osservatori da
Terra e dallo spazio”. La cometa SW3 venne scoperta il 31 Maggio 1930
da due astronomi tedeschi, F.C. Schwassmann e A.Wachmann, che le hanno
dato il nome (abbreviato per semplicità in SW3…). Nella sua
orbita attorno al Sole di 5,4 anni si è sempre comportata
normalmente fino al mese di Dicembre 1995, quando, incredibilmente, il
suo nucleo venne visto spezzarsi in tre componenti per cause
sconosciute. Si pensò che fosse questa la ragione per cui la
cometa risultò quasi invisibile nel ritorno del Gennaio 2001. Ma
in occasione dell’ultimo ritorno, ossia quello dell’ Aprile-Maggio di
quest’ anno, è successo qualcosa di straordinario. Ci racconta
ancora il dott. Guaita: “La cometa si è ripresentata sotto forma
di un filare di una decina di cometine separate, ognuna con una sua
piccola coda. Tra i vari componenti due erano predominanti, il nucleo B
e il nucleo C. Federico Manzini è stato tra i primi al mondo,
all’inizio di Aprile, ad accorgersi che il nucleo B aveva
improvvisamente aumentato a dismisura la sua luminosità fino a
diventare visibile ad occhio nudo. Nel contempo R. Crippa teneva
sott’occhio i nuclei C ed N che, il 2 Aprile, mostrarono una
fenomenologia analoga.” Quale fosse la causa del fenomeno ce lo
racconta lo stesso F. Manzini:” Non volevo credere ai miei occhi,
quando, la notte del 22 Aprile, dall’ Osservatorio SAS ho scoperto che
il nucleo B si era DUPLICATO, quindi, che l’esplosione avvenuta nei
giorni precedenti aveva avuto come conseguenza la frammentazione del
nucleo stesso!”. La scoperta, comunicata immediatamente al centro
mondiale di Cambridge (Mass) è stata confermata da moltissimi
altri osservatori nel mondo ed ha innescato una grandiosa campagna di
osservazione planetaria. Dal telescopio da 8,2 m dell’ ESO, sul Cerro
Paranal, in Cile sono arrivate il 24 Aprile immagini shoccanti, nelle
quali i due frammenti del nucleo B scoperti da Manzini erano ormai
diventati una decina. Contemporaneamente entrava in azione il
telescopio Spaziale Hubble che otteneva una serie di immagini davvero
memorabili: in esse il nucleo principale della cometa SW3 sembrava
rilasciare decine e decine di frantumi, come se si stesse completamente
disgregando. Per la prima volta, insomma, gli scienziati della Terra
avevano sotto mano una cometa che la natura (forse a causa del trauma
gravitazionale innescato dalla vicinanza col nostro pianeta) stava
‘smontando’ mettendone a nudo i materiali più primordiali. Da
qui una affannosa e globalizzata ricerca della composizione di questi
materiali, effettuata per via spettroscopica da tutti i maggiori
strumenti attualmente disponibili, da Monte Palomar al telescopio
spaziale infrarosso Spitzer, alla sonda per raggi X Swift. Tutte queste
ricerche verranno presentate in esclusiva al pubblico di lunedì
19 Giugno a Villa TRUFFINI. Ma non verrà trascurato anche un
ghiotto resoconto storico. Molte altre comete si sono infatti
frantumate anche nel passato, dal primo caso noto della cometa di Biela
nel 1852, fino al caso eclatante della cometa SL9, che nel Luglio 1994
colpi Giove dopo essere stata disgregata dal grande pianeta in 21
frammenti. Solo che il caso della SW3 rimane assolutamente speciale.
“È stata- fa notare il dott. Guaita- la prima cometa che
è andata in frantumi sotto i nostri occhi, ossia vicinissima
alla Terra. Per questo ne stiamo ricavando informazioni scientifiche
ineguagliabili”.