13 aprile 2007
COMUNICATO STAMPA DEL GRUPPO ASTRONOMICO TRADATESE
L’ ASTRONAUTA  ITALIANO  ROBERTO VITTORI
Lunedì 16 Aprile a Tradate

Roberto Vittori è nato  a Viterbo nel 1964 ed  è sposato con tre bambini. Si laurea all’Accademia dell’Aereonautica Militare nel 1989 e nei 10 anni successivi consegue una serie di importanti corsi di specializzazione che gli portano molti riconoscimenti personali soprattutto all’estero. Col tempo diventa insegnante di aereodinamica nei corsi dell’Aereonautica militare ed ha all’attivo oltre 2000 ore di volo trascorse su ben 40 differenti tipi di velivoli. Nel luglio 1998 viene selezionato come astronauta dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e distaccato in Germania insieme agli altri astronauti europei, ma vi resta poco,  perchè presto inizierà la preparazione per la sua prima missione alla ISS nell’aprile 2002 (‘Marco Polo’), a cui seguirà una seconda missione nell’aprile 2005 (‘Eneide’), entrambe con partenza dal cosmodromo russo di Baikonur..

MISSIONE MARCO POLO (Aprile 2002).
E’ stata la terza missione russa che ha visitato la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ed aveva a bordo un equipaggio decisamente internazionale: c’era infatti un cittadino russo (Yuri Gidzenko), uno italiano (Roberto Vittori) e un sudafricano (Mark Shuttleworth). La Soyuz TM-34 lasciava la rampa il 25/04/2002 alle 16:26 UTC, ed il primo obiettivo della missione era quello di rimpiazzare la Soyuz TM-33 ormai attraccata alla ISS dal 23 Ottobre 2001 come veicolo di salvataggio. Il programma della missione contemplava poi una serie di esperimenti basati sia sul programma del Sud Africa che sul progetto Marco Polo italiano: un nuovo importante passo nella cooperazione italo-russa per la ricerca spaziale. L’orbita iniziale della Soyuz era di 193x247[Km], era inclinata di 52° e veniva percorsa in 89 minuti. Alle 7:56 UTC del 27/04/2002, la navicella attraccava alla ISS proprio mentre veniva sorvolata la Russia. Dopo il completamento di questa delicata fase ed i necessari controlli dell’effettivo aggancio (alle 9:24 UTC),  si aprivano i portelli di trasferimento dei tre nuovi cosmonauti nella ISS, per un periodo di 8 giorni di intenso lavoro a bordo. La Stazione Spaziale Internazionale in quel periodo si trovava su un’orbita di 411x388[Km] percorsa in 92 minuti. La missione terminava  poco dopo la mezzanotte del 05/05/2002, quando  iniziava la manovra di discesa che avrebbe portato Vittori ed i suoi due compagni  ad atterrare 26 [Km]  a sud-est di Arkalyk nella steppa del Kazakistan (3:52 UTC). Si è trattato di una grande missione estremamente proficua sotto ogni aspetto. Gli esperimenti spaziavano dalla medicina alla biologia, dalle sperimentazioni di tecnologie più avanzate fino al tele-rilevamento (della superficie terrestre dall’ orbita). I più importanti esperimenti effettuati a bordo  comprendevano la produzione di cristalli e di miscele in regime di microgravità, lo studio del metabolismo del corpo umano nella fase di adattamento all’ambiente spaziale, gli effetti dell’assenza di gravità sul sistema cardiovascolare e sulla loro capacità di lavorare. Si è anche cercato di ottenere proteine solubili sottoforma di monocristalli con elevata qualità, allo scopo di creare una nuova generazione di farmaci e naturalmente ... molto altro. Non meno importante una parte dedicata e finalizzata ad avvicinare la scienza agli studenti (dai più piccini ai più grandi): tanto è vero  che è stato dedicato del tempo  per spiegare alle scolaresche come si vive e si lavora sulla ISS.

MISSIONE ENEIDE (Aprile 2005).
Anche questa missione prevedeva un intenso programma di esperimenti scientifici, dimostrazioni tecnologiche ed attività educative. Ecco come Vittori ricorda il giorno della partenza:
“Nel deserto del Kazakistan il 14/04/2005 alle 19:30 UTC era una notte molto buia… Si lasciava l’albergo dei cosmonauti tra i saluti di amici e parenti venuti per assistere al lancio, quindi si  saliva rapidamente sull’autobus che ci portava all’edificio dove aveva luogo la preparazione finale al lancio ... si indossavano  le SOKOL SUIT, gli scafandri che ci avrebbero protetto durante il lancio ed il rientro, in caso di una perdita di pressione nella navicella. Dopo un’ ultima  conferenza stampa, ci dirigevamo verso la rampa;  appena fuori dalla vista della gente il bus si fermava per un rituale ormai appartenente alla storia, in quanto iniziato proprio da Yuri Gagarin appena prima del suo volo: la fermata per la toilet prima del lancio. Finalmente ecco il razzo. Sii salivano 5 gradini fino all’ascensore e prima di entrare si ringraziavano i presenti che avevano contribuito alle operazioni di preparazione e assemblaggio. Si entrava poi nell’ascensore che ci portava ad una quota di  55 [m] dove ad attenderci vi erano alcuni ingegneri per aiutarci nella fase finale. La Soyuz era completamente bui: entratovi accesi  le luci e mi adagiai  nel sedile a sinistra, subito seguito dai miei due compagni John  e  Sergei. Eravamo pronti, controllavamo i sistemi e restavamo in attesa: per ora tutto era abbastanza simile a quanto accadeva nel simulatore. Appena però il missile iniziò a scaldare i suoi muscoli per prepararsi alla faticosa salita verso il cielo, i suoni e le vibrazioni della capsula ci ricordarono che non eravamo nel simulatore ma sul vero razzo:  alle 6:46 local, mentre rieccheggiava 3-2-1-pusk (l’equivalente russo di start), all’interno del missile tutto iniziò a vibrare, dapprima in modo appena percettibile, poi sempre più evidente fino al punto da chiedersi se il sistema di fatto sarebbe rimasto stabile. Il razzo aveva 3 stadi che operavano a diverse altezze (l’intera corsa verso lo spazio richiedeva circa 9 minuti), attivandosi e spegnendosi uno dopo l’altro. Solo dopo lo spegnimento del terzo stadio ritornava la calma a bordo. A quel punto ci accorgemmo che qualcosa di strano stava accadendo: tutti gli  oggetti galleggiavano!! Eravamo a zero G, ... finalmente in orbita”. La missione ENEIDE è durata complessivamente 10 giorni, 8 dei quali trascorsi a bordo della ISS per completare i 21 esperimenti previsti dal programma: 5 di biologia, 4 sulla fisiologia umana, 9 dimostrazioni tecnologiche e 3 educative. L’ equipaggio era composto da Roberto Vittori, da Salizhan Sharipov e Leroy Chiao. Ecco una sintesi di alcuni di questi esperimenti.
Il  primo, denominato AES (acronimo di Agrospace Experiment Suite) era anche  l’unico che prevedeva sia un formato didattico che uno scientifico. Il suo  scopo era la germinazione di semi di fagioli e di rucola per dimostrare la possibilità di coltivare ortaggi nello spazio (cosa molto utile alle future missioni di lunga durata);  nel frattempo in alcune scuole romane veniva (con entusiasmo) ripetuto lo stesso esperimento per fare un confronto con quanto era accaduto nello spazio.
Sappiamo fin dall’inizio dell’era spaziale (quest’anno cade il 50° anniversario del lancio dello Sputnik) che la permanenza dell’uomo nello spazio per periodi prolungati ha varie conseguenze negative per l’organismo umano, in particolare si nota una pericolosa  diminuzione di massa ossea di circa l’1% al mese. L’esperimento denominato BOP aveva proprio lo scopo di studiare la funzionalità degli osteoblasti, le cellule responsabili della produzione della matrice ossea in condizioni di microgravità. Curiosa anche la germinazione di un tralcio di vite nello spazio, poi riportato a terra per confrontarlo con piante “sorelle”, nate però sul nostro pianeta.
La missione è terminata alle 17:34 (CET) del 10° giorno di volo, quando  Vittori e i due compagni,  con tutti gli esperimenti, sono rientrati nella Soyuz TMA-5, chiudendo i boccaporti su entrambi i lati del complesso spaziale. Il distacco della Soyuz dalla ISS è finalmente avvenuto alle 20:44 (CET) del 24 Aprile 2005.  A bordo ciascuno prendeva parte attiva nelle varie fasi del volo di rientro, dalla discesa fino all’atterraggio. Tutte le fasi si susseguivano come previsto, la Soyuz attivava i suoi motori alle 23:16 (CET) per 4 minuti, mentre stava sorvolando il sud Atlantico poco al largo della costa Argentino-Brasiliana.  Alle 23:44, al di sopra della  Turchia iniziava la fase di rientro atmosferico aerodinamico controllato, dove la sopravvivenza dipendeva dalla tenuta dello scudo termico. L’apertura dei paracadute (23:53 CET) segnava la felice conclusione delle operazioni di rientro che si concludeva felicemente alle 00:07 (CET) di lunedì 25 aprile nell’area prevista, sita 90 Km a nord della città di Arkalyk nel Kazakistan.  Si concludeva per Roberto Vittori  la seconda più grande avventura di un essere umano, che gli avrebbe dato imperitura gloria  sia a livello nazionale sia a livello  internazionale.


Partenza missione Eneide


ISS Eneide


Vittori sulla ISS nel 2005


Vittori sulla ISS nel 2005


Dopo l'atterraggio della missione Eneide



(tutte le immagini della pagina sono cortesia ASI-ESA)


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