12 Giugno 2009
Comunicato stampa del Gruppo Astronomico Tradatese.
Indimenticabile serata  del GAT Lunedì 8 Giugno al GRASSI.
TUTTA TRADATE  INCANTATA  DAL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE.
 


E’ stata una serata davvero memorabile, e non poteva essere altrimenti. La presenza, lunedì sera 8 Giugno 09,  al Cine-Teatro P.GRASSI di Tradate del Prof. Duccio Macchetto, direttore associato dello Space Telescope Science Institute di Baltimora  (Washington) non sarà dimenticata facilmente.  La presenza a Tradate dello scienziato americano  che ha legato tutta la sua vita  al Telescopio Spaziale Hubble (l’ ESA, Agenzia Spaziale Europea lo nominò responsabile del telescopio spaziale nel 1975 e dal 1983  si trasferì definitivamente negli USA) è stata assolutamente voluta dal GAT, Gruppo Astronomico Tradatese in occasione del 2009, dichiarato dall’ Unesco  Primo Anno internazionale dell’ Astronomia, in memoria del 400° anniversario del telescopio di Galileo. Duccio Macchetto ha emozionato ed entusiasmato  il grande pubblico del GRASSI ma (e questa è una nota di colore davvero  interessante) lui stesso ha ammesso di essere rimasto stupito e sorpreso. Sì, sorpreso perché il GRASSI, Lunedì sera, è stato assalito da un pubblico strabocchevole, quasi  da stadio’ , venuto da ogni parte della Lombardia.  “Ho girato per 30 anni in tutto il mondo (tre giorni prima era a Toronto per ricevere un importante premio dalla comunità italiana), ma ben raramente mi è capitato di  parlare ad un pubblico così numeroso ed entusiasta!”.  Macchetto, oltre che uno degli scienziati più noti a livello mondiale, è anche un grande appassionato  del suo lavoro  di scienziato. Significativa  l’affermazione con cui ha aperto la serata: “Mi ritengo una persona davvero fortunata, perché sono riuscito a fare, per professione, quello che, in realtà,  costituisce anche la più grande passione della mia vita”.  Lo accompagnava la  moglie, una dolce signora argentina che conobbe e sposò il grande scienziato negli anni 70 (hanno due figli), quando Macchetto lavorò  per alcuni anni in Sudamerica. La Sigra Macchetto, dalla prima fila del GRASSI  lo osservava con ammirazione, salvo sottolineare un  fatto: “E’ sempre in giro per il mondo, lo devo seguire per averlo vicino, e poi non guadagna in proporzione al  tantissimo lavoro che fa…”.  Macchetto, da  buon italo americano (nacque a Biella nel 1944 e fece il dottorato in fisica a Roma nel 1965) ha iniziato la sua serata con un doveroso  tributo al telescopio di Galileo: “Il nostro  telescopio Hubble (ne parla come un figlio….) è importante come  quello di Galileo, perché ci ha permesso, negli ultimi 15 anni, di cambiare completamente le idee che ci eravamo fatte  sull’ Universo, sulle galassie e sulla vita nel Cosmo”.  Poi in grande scienziato  diventa umano e si emoziona, presentando in anteprima al pubblico  le immagini della recentissima  riparazione in orbita del ‘suo’ telescopio da parte degli astronauti dello Shuttle Atlantis. “Devo dire- racconta- che a Baltimora siamo tutti enormemente grati ai 7 astronauti dell’ Atlantis. Hanno fatto un lavoro meraviglioso, che ha ringiovanito Hubble per almeno altri 10 anni. La NASA ha scelto per l’occasione i 7 migliori suoi astronauti:  per fare in modo che noi potessimo continuare a fare scoperte con Hubble  questi uomini straordinari hanno letteralmente  messo a repentaglio la loro vita in un’impresa davvero  fantastica, al limite dell’ impossibile.” Il pubblico  in sala, silenziosissimo davanti alle immagini degli astronauti  che riparavano in orbita il grande telescopio, ascoltava con emozione sempre crescente queste le sue parole...



La serata ha comunque raggiunto il sui culmine  quando Macchetto ha cominciato a parlare dell‘ origine e della formazione della galassie, argomento del quale è uno dei massimi esperti mondiali. “Hubble è riuscito a fotografare galassie lontanissime, fino a 12 miliardi di anni luce di distanza.    Puntando il telescopio su un pezzetto di cielo grande come un chicco di riso (si tratta del famoso  Hubble Deep Field) vi abbiamo scoperto circa 3000 galassie ! Abbiamo così potuto calcolare che nell'universo ci sono circa 100 miliardi di galassie, e in ogni galassia circa 100 miliardi di stelle. Quindi le probabilità matematiche di trovare qualche forma di vita sono enormi. Personalmente sono convinto che la vita esista un po’ dovunque nel Cosmo ed il telescopio Hubble ha fornito prove consistenti in proposito, avendo scoperto che  ben il 50% delle stelle nascono circondate da sistemi planetari “. Ma perché esistono  due tipi  completamente diversi di galassie, le ellittiche (a forma di uovo) e le spirali (a forma di girandola).  Su questo punto  lo scienziato americano ha chiarito tutto con un  fenomenale filmato: “Nell’ Universo primordiale predominavano le galassie a spirale, ravvicinate ed ‘ingombranti’, che, collidendo reciprocamente, hanno generato  le galassie ellittiche, molto frequenti nell’universo ‘vicino’ ma assai rare nell’ universo lontano”.  Davvero sorprendente, non c’è che dire.  Ma c’è una sorpresa ancora maggiore che  ha un nome lapidario: BUCHI NERI.  Duccio Macchetto è noto a livello mondiale per una scoperta  incredibile, quella della presenza  di un buco nero al centro di ogni galassia. “Abbiamo misurato con Hubble la  velocità delle stelle nelle vicinanze dei nuclei  di moltissime galassie ed il risultato è sempre lo stesso: le stelle si muovono così velocemente  attorno ai nuclei galattici (fino a 500 km/sec !) da richiedere, nei nuclei stessi, concentrazioni inimmaginabili di materia, ossia la presenza di giganteschi buchi neri”.  Si  scalda, lo scienziato americano parlando di buchi neri, ed espone in maniera semplice una delle sue scoperte maggiori: “Sui buchi neri galattici abbiamo fatto  un’ altra incredibile scoperta: più una galassia e grande  più il buco nero centrale è massiccio. Siccome le galassie grandi derivano dalla fusione di galassie minori, è chiaro che anche i grandi buchi neri centrali derivano dalla fusione di buchi neri di minori dimensioni”.  Ma se il telescopio Hubble ha fatto grandi scoperte, ha, nel contempo  sollevato grandi interrogativi. Due i principali misteri: quello della materia oscura e quello dell’ Energia oscura. “Alcune immagini del telescopio Hubble – ha raccontato Macchetto-  ci mostrano galassie lontanissime la cui forma è completamente distorta da ammassi di galassie più vicini per un effetto chiamato ‘lente gravitazionale’: questo è possibile solo ammettendo che la materia visibile (ossia quella  che costituisce gli ammassi di galassie che fanno da ‘lente’)  è solo il 10% del totale, essendo il resto materia del tutto sconosciuta”.  Non è finita. “Hubble ha scoperto  che le supernove (stelle in fase di esplosione) situate in galassie lontanissime, sono più deboli  di quanto ci si aspettava: da qui  l’idea, davvero sorprendente, che il nostro Universo  si stia espandendo in maniera accelerata, per effetto di una misteriosa fonte di energia, definita ‘Energia oscura”.  Toccherà al prossimo telescopio spaziale (il James Web Space Telescope) risolvere questi enigmi:  si chiama James Web Space Telescope, è tre volte più grande di Hubble e ad esso  il Prof. Macchetto sta ormai lavorando da anni.    

  

  

 


 


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