Comunicato stampa del Gruppo Astronomico Tradatese. Indimenticabile serata del GAT Lunedì 8 Giugno al GRASSI. TUTTA TRADATE INCANTATA DAL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE.
E’ stata una serata davvero
memorabile, e non poteva essere altrimenti. La presenza, lunedì sera 8 Giugno
09,al Cine-Teatro P.GRASSI di Tradate
del Prof. Duccio Macchetto, direttore
associato dello Space Telescope Science Institute di Baltimora (Washington) non sarà dimenticata
facilmente.La presenza a Tradate dello
scienziato americanoche ha legato tutta
la sua vitaal Telescopio Spaziale
Hubble (l’ ESA, Agenzia Spaziale Europea lo nominò responsabile del telescopio
spaziale nel 1975 e dal 1983si trasferì
definitivamente negli USA) è stata assolutamente voluta dal GAT, Gruppo
Astronomico Tradatese in occasione del 2009, dichiarato dall’ UnescoPrimo Anno internazionale dell’ Astronomia,
in memoria del 400° anniversario del telescopio di Galileo. Duccio Macchetto ha
emozionato ed entusiasmatoil grande
pubblico del GRASSI ma (e questa è una nota di colore davverointeressante) lui stesso ha ammesso di essere
rimasto stupito e sorpreso. Sì, sorpreso perché il GRASSI, Lunedì sera, è stato assalito da un pubblico strabocchevole,
quasi da stadio’ , venuto da ogni parte
della Lombardia. “Ho girato per 30 anni
in tutto il mondo (tre giorni prima era a Toronto per ricevere un importante
premio dalla comunità italiana), ma ben raramente mi è capitato diparlare ad un pubblico così numeroso ed
entusiasta!”.Macchetto, oltre che uno
degli scienziati più noti a livello mondiale, è anche un grande
appassionatodel suo lavorodi scienziato. Significatival’affermazione con cui ha aperto la serata:
“Mi ritengo una persona davvero fortunata, perché sono riuscito a fare, per
professione, quello che, in realtà, costituisce anche la più grande passione della
mia vita”.Lo accompagnava la moglie,
una dolce signora argentina che conobbe e sposò il grande scienziato negli anni
70 (hanno due figli), quando Macchetto lavoròper alcuni anni in Sudamerica. La Sigra Macchetto, dalla prima fila del
GRASSIlo osservava con ammirazione,
salvo sottolineare unfatto: “E’ sempre
in giro per il mondo, lo devo seguire per averlo vicino, e poi non guadagna in
proporzione altantissimo lavoro che
fa…”.Macchetto, dabuon italo americano (nacque a Biella nel
1944 e fece il dottorato in fisica a Roma nel 1965) ha iniziato la sua serata
con un doverosotributo al telescopio di
Galileo: “Il nostrotelescopio Hubble (ne parla come un figlio….)
è importante comequello di Galileo,
perché ci ha permesso, negli ultimi 15 anni, di cambiare completamente le idee
che ci eravamo fattesull’ Universo,
sulle galassie e sulla vita nel Cosmo”.Poi in grande scienziatodiventa
umano e si emoziona, presentando in
anteprima al pubblicole immagini della
recentissimariparazione in orbita del
‘suo’ telescopio da parte degli astronauti dello Shuttle Atlantis. “Devo
dire- racconta- che a Baltimora siamo tutti enormemente grati ai 7 astronauti
dell’ Atlantis. Hanno fatto un lavoro meraviglioso, che ha ringiovanito Hubble
per almeno altri 10 anni. La NASA ha scelto per l’occasione i 7 migliori suoi
astronauti: per fare in modo che noi
potessimo continuare a fare scoperte con Hubble questi uomini straordinari hanno
letteralmentemesso a repentaglio la
loro vita in un’impresa davverofantastica, al limite dell’ impossibile.” Il pubblicoin sala, silenziosissimo davanti alle
immagini degli astronautiche riparavano
in orbita il grande telescopio, ascoltava con emozione sempre crescente queste le
sue parole...
La serata ha
comunque raggiunto il sui culmine quando
Macchetto ha cominciato a parlare dell‘ origine e della formazione della
galassie, argomento del quale è uno dei massimi esperti mondiali. “Hubble è
riuscito a fotografare galassie lontanissime, fino a 12 miliardi di anni luce
di distanza.Puntando il telescopio su
un pezzetto di cielo grande come un chicco di riso (si tratta del famosoHubble Deep Field) vi abbiamo scoperto circa
3000 galassie ! Abbiamo così potuto calcolare che nell'universo ci sono
circa 100 miliardi di galassie, e in ogni galassia circa 100 miliardi di stelle.
Quindi le probabilità matematiche di trovare qualche forma di vita sono enormi.
Personalmente sono convinto che la vita esista un po’ dovunque nel Cosmo ed il
telescopio Hubble ha fornito prove consistenti in proposito, avendo scoperto
cheben
il 50% delle stelle nascono circondate da sistemi planetari “. Ma perché
esistonodue tipicompletamente diversi di galassie, le
ellittiche (a forma di uovo) e le spirali (a forma di girandola).Su questo puntolo scienziato americano ha chiarito tutto con
unfenomenale filmato: “Nell’ Universo
primordiale predominavano le galassie a
spirale, ravvicinate ed ‘ingombranti’, che, collidendo reciprocamente, hanno
generatole galassie ellittiche, molto
frequenti nell’universo ‘vicino’ ma assai rare nell’ universo lontano”.Davvero sorprendente, non c’è che dire.Ma c’è una sorpresa ancora maggiore cheha un nome lapidario: BUCHI NERI.Duccio Macchetto
è noto a livello mondiale per una scopertaincredibile, quella della presenzadi un buco nero al centro di ogni galassia.
“Abbiamo misurato con Hubble lavelocità
delle stelle nelle vicinanze dei nucleidi moltissime galassie ed il risultato è sempre lo stesso: le stelle si
muovono così velocementeattorno ai
nuclei galattici (fino a 500 km/sec !) da richiedere, nei nuclei stessi,
concentrazioni inimmaginabili di materia, ossia la presenza di giganteschi
buchi neri”.Siscalda, lo scienziato americano parlando di
buchi neri, ed espone in maniera semplice una delle sue scoperte maggiori: “Sui
buchi neri galattici abbiamo fattoun’
altra incredibile scoperta: più una
galassia e grandepiù il buco nero
centrale è massiccio. Siccome le galassie grandi derivano dalla fusione di
galassie minori, è chiaro che anche i grandi buchi neri centrali derivano dalla
fusione di buchi neri di minori dimensioni”.Ma se il telescopio Hubble ha fatto grandi scoperte, ha, nel
contemposollevato grandi interrogativi.
Due i principali misteri: quello della
materia oscura e quello dell’ Energia oscura. “Alcune immagini del telescopio
Hubble – ha raccontato Macchetto-ci
mostrano galassie lontanissime la cui forma è completamente distorta da ammassi
di galassie più vicini per un effetto chiamato ‘lente gravitazionale’: questo è
possibile solo ammettendo che la materia
visibile (ossia quellache costituisce
gli ammassi di galassie che fanno da ‘lente’)è solo il 10% del totale, essendo il resto materia del tutto
sconosciuta”.Non è finita. “Hubble ha
scopertoche le supernove (stelle in
fase di esplosione) situate in galassie lontanissime, sono più debolidi quanto ci si aspettava: da quil’idea, davvero sorprendente, che il nostro Universosi stia espandendo in maniera accelerata, per
effetto di una misteriosa fonte di energia, definita ‘Energia oscura”.Toccherà al prossimo telescopio spaziale (il James Web Space Telescope) risolvere
questi enigmi:si chiama James Web Space
Telescope, è tre volte più grande di Hubble e ad essoil Prof. Macchetto sta ormai lavorando da
anni.