La serata organizzata dal GAT in programma lunedì 7 maggio alle 21 al CineTeatro Grassi.
Lo scorso 22 settembre 2011 ha fatto scalpore in tutto il mondo la
notizia, rilasciata dal CERN di Ginevra, della possibilità che i
misteriosi neutrini possano viaggiare più veloci della luce. In
sostanza secondo alcuni ricercatori italiani del progetto OPERA (un
enorme rivelatore di neutrini situato nel laboratorio del Gran Sasso) i
neutrini lanciati verso il Gran Sasso dal CERN di Ginevra, a 700 km di
distanza, arrivavano ad OPERA con un anticipo di 50 nanosecondi rispetto
alla velocità della luce, erano, insomma, più veloci
della luce.
Una scoperta semplicemente sconvolgente per la fisica moderna, secondo
cui NON è possibile andare più veloci della luce. Lo
scorso 23 febbraio ci fu una prima smentita: forse le misure erano state
degradate da un cattivo collegamento elettrico nel rivelatore OPERA e
l’esperimento andava rifatto questa estate. Nuova smentita il 16 marzo
da parte di un altro esperimento del Gran Sasso, il rivelatore ICARUS
creato dal premio Nobel Rubbia, un catturatore di neutrini (sempre
lanciati da Ginevra) costituito da 760 tonnellate di Argo liquido a
-185°C sotto zero. Insomma un gran fermento di ricerche che ha quasi
obbligato gli studiosi del GAT ad organizzare una serata pubblica sullo
scottante argomento. Per questo, Lunedì 7 maggio alle 21
(CineTeatro Grassi) il GAT ha invitato a Tradate il Prof. Piero Galeotti
(INFN, CERN, Univ. di Torino) per una allettante serata pubblica sul
tema: Neutrini più veloci della luce?
Il Prof. Galeotti svolge ricerche di astrofisica neutrinica da oltre 25
anni (prima nel laboratorio del Monte Bianco e ora in quello del Gran
Sasso) in particolare per studiare le fasi finali di stelle che
possono esplodere come supernove, forse proprio a causa dei neutrini (
nel 1987 fu il primo a rivelare i neutrini emessi dalla famosa supernova
1987A). In riconoscimento della sua attività di ricerca,
didattica e divulgativa (è anche vicepresidente del Planetario di
Torino e direttore scientifico della rivista Le Stelle) l’Unione
Astronomica Internazionale gli ha attribuito il pianetino JR134 (20451)
scoperto il 15 maggio 1999.
I neutrini, la cui esistenza fu proposta da Pauli nel 1931 e la cui
scoperta avvenne solo nel 1956 da parte di Reines e Cowan, hanno un
ruolo centrale nella fisica e nell'astrofisica moderne. I
Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'INFN (Istituto Nazionale
di Fisica Nucleare) sono uno dei centri di ricerca più importanti
al mondo per la fisica dei neutrini. Qui si studiano le
proprietà intrinseche dei neutrini, con una cura particolare
a quelli prodotti dal Sole e a quelli emessi durante
le esplosioni di supernovae. In particolare si studia la
loro caratteristica più misteriosa: ossia la
capacità di ‘cambiare aspetto’ aumentando di 100-1000 volte
la loro massa col passare del tempo (trasformandosi per esempio
da neutrini elettronici a neutrini muonici, a neutrini tau).
Proprio il loro comportamento da… camaleonti è quello che
viene studiato al Gran Sasso dai rivelatori OPERA e ICARUS: dal CERN di
Ginevra vengono sparati impulsi di neutrini muonici che, nel loro
tragitto sotterraneo di 700 km fino al Gran Sasso, possono ingigantirsi
fino a diventare tau (il primo evento di questo tipo fu
individuato da OPERA il 31 maggio 2010 e fece il giro del mondo). Per
completare questo percorso di 700 km (i neutrini passano senza
problemi attraverso le rocce, quindi non servono gallerie…) i neutrini
impiegano 2,43 millisecondi: se impiegassero meno tempo (ossia se
davvero fossero più veloci della luce) la scienza
umana subirebbe la massima rivoluzione della storia.