LA SONDA GALILEO SVELA I MISTERI DELLE LUNE DI
GIOVE. Di Cesare Guaita
30 Ottobre 1996
Il 7 Dicembre'95 la sonda spaziale Galileo e' entrata per la
prima volta in orbita attorno a Giove e da allora si stanno
letteralmente capovolgendo tutte le nostre conoscenze sul piu'
grande e misterioso pianeta del Sistema Solare. La Galileo
rimarra' in orbita attorno a Giove per un periodo minimo di due
anni, su una traiettoria estremamente ellittica che verra'
ripetuta per 11 volte. Ognuno di questi singoli percorsi orbitali
e' stato poi configurato in maniera talmente 'strategica' da
portare ogni volta la sonda a sfiorare (da 300 a 30.000
kilometri) qualcuno dei quattro grandi satelliti di Giove (Io,
Europa, Ganimede e Callisto). Questa manovra, definita flyby,
e' stata prevista 5 volte per Ganimede, 6 volte per Europa e 4
volte per Callisto. Piu' remote (ma non meno interessanti!) le
osservazioni su Io, il satellite piu' interno e, per questo
immerso nella pericolosa magnetosfera di Giove. Come noto,
a causa di un guasto all'antenna principale, la Galileo riesce a
comunicare con la Terra con estrema lentezza: cosi', a partire
dal 7 Dicembre'95, ci sono voluti sei mesi di complesse
operazioni orbitali perche' la missione entrasse nel vivo.
Finalmente il 26 Giugno e il 6 Settembre scorsi e' iniziato il
grande show con il primo passaggio a meno di 850 Km da
GANIMEDE, il piu' grande satellite di Giove e di tutto il
Sistema Solare. Le immagini del satellite, dotate della
incredibile risoluzione di soli 50 metri (100 volte meglio di
quanto fecero le sonde Voyager 15 anni fa) hanno
letteralmente stupefatto gli scienziati di tutto il mondo:
Ganimede infatti, mostra una crosta superficiale ghiacciata
sulla quale sono in atto poderosi fenomeni di modificazione
tettonica (Fig. 1 (a,b) qui sotto), stimolati dalla presenza di una cospicua
quantita' di calore interno (forse prodotto dall'interazione
mareale con Giove).
E che questo calore interno esista
veramente in grande quantita' e' dimostrato da una clamorosa
scoperta della Galileo: quella della presenza, attorno a
Ganimede, di un campo magnetico intrinseco (un caso unico
tra tutti i 60 satelliti del Sistema Solare). Ma se Giove
'intiepidisce' il nucleo di Ganimede, addirittura arroventa
l'interno di IO, il piu' vicino dei suoi grandi satelliti. Di fatto
l'orbita leggermente ellittica di Io attorno a Giove produce sul
satellite vistosi rigonfiamenti mareali, con sviluppo di enormi
quantita' di calore per attrito. Come conseguenza la superficie
di Io e' sede di un'attivita' vulcanica continua e parossistica,
che rende questo corpo il piu' mutevole di tutto il Sistema
Solare. I vulcani di Io vennero scoperti per la prima volta nel
1979 dalle sonde Voyager ma, nelle scorse settimane, sono
stati le camere della Galileo, da 2 milioni di kilometri di
distanza, a testimoniare come siano bastati 15 anni per
ingenerare macroscopiche modificazioni morfologiche (Fig. 2
(a,b,c) qui sotto)
su gran parte della superficie.
Ma se la Galileo ci ha confermato che Io e Ganimede sono
corpi di eccezionale interesse geologico, ancor piu' affasciante
e' il caso di EUROPA, un altro dei grandi satelliti di Giove, la
cui posizione orbitale e' intermedia tra quella dei due satelliti
precedenti. Europa e' stato scrutato dalla Galileo il 27 Giugno
da 156.000 kilometri di distanza e subito le immagini hanno
fatto sensazione (
Fig. 3 qui sopra): la crosta superficiale del satellite
assomiglia, infatti, ad una gigantesca banchisa polare,
ricoperta di ghiaccio e intaccata da enormi fratture al di sotto
delle quali sembra esistere un profondo oceano di acqua
liquida. Siccome anche Europa e' soggetta al riscaldamento
mareale di Giove, questo oceano deve poggiare su una crosta
solida dove non e' improbabile esista un'intensa attivita'
vulcanica sottomarina. Questa eventualita' e' di interesse
davvero straordinario in quanto riproduce una situazione
terrestre altrettanto straordinaria: quella delle famose sorgenti
idrotermali (soffioni di acqua surriscaldata denominati
'fumatori neri') scoperte un po' dovunque nei pressi delle
immense fessure calde (dorsali oceaniche) che attraversano
tutti i grandi oceani della Terra. Questo ambiente (alta
temperatura e pressione, eccesso di gas sulfurei velenosi,
assenza di luce solare) sembra l'esatta antitesi di quanto
richiesto dalle normali forme di vita diffuse sulla Terra. Invece
proprio qui, nel buio piu' assoluto, la natura ha 'inventato'
forme di vita cosi' bizzarre da poter essere ritenute, a tutti gli
effetti, autentiche forme di vita 'extraterrestre': si tratta di
colonie di giganteschi vermi tubolari (quindi vuoti all'interno
per poter resistere alla pressione esterna) che vivono in
simbiosi con colonie batteriche in grado di 'respirare' i gas
velenosi (soprattutto solfuro di idrogeno) uscenti dai camini
idrotermali. Queste incredibili colonie sottomarine non sono
episodiche, ma si ritrovano nei pressi di qualunque sorgente
idrotermale, dovunque essa sia. Da qui l'affasciante ipotesi,
pienamente supportata della prime immagini della Galileo, che
un processo del genere si possa essere innescato anche sui
fondali caldi degli oceani del satellite gioviano Europa. Con
queste premesse e' facile comprendere quanto grande fosse
l'attesa dello scorso 6 Novembre, quando la Galileo ha
sfiorato Europa da soli 30.000 Km, una distanza piu' che
sufficiente per scoprire un qualunque tipo di attivita' vulcanica.
Poco piu' di un mese dopo, il prossimo 19 Dicembre, nuovo
sorvolo di Europa addirittura da soli 700 Km: una distanza
ideale per carpirgli tutti i piu' intimi segreti. In aggiunta, il 4
Novembre la Galileo a sfiorato per la prima volta CALLISTO
da soli 1.000 Km. Ci risentiremo non appena saranno resi noti
i dati di tutti questi ultimi sorvoli ravvicinati.