G.A.T. - 11.12.2000 - TRADATE: Cinema P. Grassi "2001: ODISSEA NELLO SPAZIO" Commento di Giuseppe PALUMBO
Il film "2001: Odissea nello Spazio", ha riscosso un successo mondiale
di pubblico e di critica ed è ritenuto una pietra miliare nella
storia del cinema.
Questo film, considerato un capolavoro, un kolossal - pur avendo
vinto solo l'Oscar per gli effetti speciali - è stato definito film
di fantascienza, film-Messia della fantascienza, film di fantascienza filosofica,
film di fantascienza poetica, film rivoluzionario, film di avventura, film
filosofico, film teologico, documentario mitologico, poema epico della
ragione, e così via per giungere anche alla definizione di "trip
psichedelico".
E' certamente riduttivo, se non un errore, tentare di catalogare
questo film aperto ad una polivalenza di significati e quindi di interpretazioni.
"2001: Odissea nello Spazio" è un film sicuramente complesso
sia nella trama che nei temi affrontati (non a caso spesso gli spettatori
sono rimasti perplessi se non delusi al termine della proiezione) e proprio
per questo motivo occorre identificare delle chiavi di lettura che ci aiutino
a comprendere il messaggio di chi lo ha realizzato.
Una premessa è comunque fondamentale: non vi sono risposte
certe, interpretazioni sicure; l'unico dato di fatto è questo: il
film - distribuito nel 1968 - ha innescato tante discussioni, domande e
dubbi. Ebbene quelle discussioni, quelle domande e quei dubbi sono, ancora
oggi, validi: ce li riponiamo perché il 2001 - così lontano
nel 1968 - è ormai alle porte ed allora è necessario rivedere
questo film alla luce dell'attuale rapporto tra l'uomo e lo spazio.
Il regista del film "2001: Odissea nello Spazio" è Stanley
Kubrick - scomparso lo scorso anno (1999) -, il quale non ha certo bisogno
di presentazioni: ricordiamo alcuni film realizzati: Spartacus (1960),
Lolita (1962), Il dottor Stranamore (1963), Arancia Meccanica (1971), Barry
Lindon (1975), Shining (1980), Full Metal Jacket (1987), Eyes Wide Shut
(1999). Kubrick ha sempre sorpreso reinventando i generi cinematografici
e con questo film il regista ha elevato la fantascienza a genere cinematografico
maturo ed adulto. Tra i progetti non realizzati da Kubrick vi è
il film dal titolo "Intelligenza Artificiale" a cui stava lavorando da
circa dieci anni e che ora Steven Spielberg è intenzionato a dirigere.
Nonostante i suoi film siano tutti capolavori Stanley Kubrick
non è stato mai insignito di un premio Oscar per la regia.
Kubrick con "2001" ottiene un grande successo anche perché
utilizza attori non famosi: i protagonisti del film devono essere solo
i personaggi e non anche gli interpreti i quali, se conosciuti, avrebbero
potuto ridurre - anche se in minima parte - l'attenzione degli spettatori
nei confronti delle tematiche del film. E questo Kubrick non lo avrebbe
mai tollerato. Per la stessa ragione gli extraterrestri di "2001" sono
invisibili: qualsiasi rappresentazione dell'alieno avrebbe avuto altissime
possibilità di risultare ridicola e ciò avrebbe danneggiato
il film.
Il film è stato tratto dal racconto "La sentinella" del
noto scrittore inglese Arthur C. Clarke, il quale è stato anche
collaboratore di Kubrick nella sceneggiatura del film.
Nel racconto "La sentinella" si narra di un ritrovamento sulla
Luna di un oggetto misterioso di natura aliena che svolge la funzione di
sentinella utile a segnalare agli extraterrestri l'avvenuto salto tecnologico
compiuto dall'umanità. Nel racconto gli alieni sono superiori all'uomo,
sono più evoluti. Con la scoperta dell'oggetto misterioso sulla
Luna gli extraterrestri sanno che un preciso salto evolutivo è stato
compiuto dall'uomo.
Clarke - che è anche un fisico - è stato autore
di articoli scientifici ed è stata sua - nel 1945 - l'idea dei satelliti
artificiali per le comunicazioni televisive intercontinentali per cui lo
scienziato-scrittore è considerato il padre dell'orbita geostazionaria.
Dopo l'enorme successo del film Clarke ha pubblicato il romanzo "2001:
Odissea nello Spazio" che ha ottenuto la stessa accoglienza del film.
A Clarke per i suoi successi scientifici e letterari è
stata dedicata la posizione orbitale a 36° Est (ove si trovano alcuni
satelliti) nonché un asteroide vicino a Marte.
Per chi voglia approfondire l'Odissea nello Spazio Arthur C.
Clarke ha pubblicato altri tre romanzi:
- 2010: Odissea due.
- 2061: Odissea tre.
- 3001: Odissea finale.
Ritornando al film, il titolo "2001: Odissea nello Spazio" è
già di per sé un misto di fascino, avventura e mistero: 2001
è il primo anno dopo l'anno 2000, considerato uno spartiacque e
che rappresenta un salto verso il futuro prossimo; Odissea, ricorda Omero,
Ulisse, il Viaggio, la Scoperta e rappresenta la figura dell'Itinerario;
Spazio è il Cosmo, l'Universo, cioè il Tutto con il suo Divenire.
Per il successo del film anche la colonna sonora di "2001" è
stata fondamentale; le immagini del film sono strettamente collegate alle
musiche. L'astronave che sembra danzare sulle note del valzer "Sul bel
Danubio blu" di Strauss è una grande magia cinematografica che coinvolge
lo spettatore.
Occorre sottolineare l'anno in cui il film fu distribuito e proiettato
nei cinema: il 1968. All'epoca la vita era completamente diversa: in nessuna
casa vi era un personal computer; inoltre - non solo - non c'erano i telefoni
cellulari, ma l'apparecchio telefonico non era comune in tutte le abitazioni;
in Italia la TV era in bianco e nero, vi erano uno o due canali TV e le
trasmissioni televisive iniziavano il pomeriggio per terminare la sera.
Inoltre mentre oggi si progetta il viaggio umano su Marte, la Stazione
Spaziale Internazionale è già parzialmente operativa e lo
Shuttle è attivo da circa vent'anni, nel 1968 l'uomo non era ancora
andato sulla Luna. Si può, quindi, ben immaginare che cosa sia stato
e che cosa abbia rappresentato questo film con le sue immagini nel 1968.
Il film è diviso in tre parti:
1) L'ALBA DELL'UOMO;
2) DICIOTTO MESI DOPO: IN MISSIONE VERSO GIOVE;
3) GIOVE E OLTRE L'INFINITO.
La trama è questa: un gruppo di scimmie antropoidi - all'alba
dell'umanità - è sconvolto dalla comparsa di un monolito
nero. Una delle scimmie scopre che può utilizzare un osso come arma
e dopo una furiosa lotta con altre scimmie lancia l'osso in aria. A questo
punto grazie ad un repentino cambio immagine vi è un balzo nel tempo
e nell'evoluzione rappresentato dall'osso lanciato in aria che al fotogramma
successivo si trasforma in un'astronave. Più o meno nel 2000 un
altro (o lo stesso?) monolito viene rinvenuto sulla Luna.
E' la prova dell'esistenza di Vita Extraterrestre. Il monolito emana un
messaggio radio verso Giove su cui sembra possa trovarsi la spiegazione
del mistero. Diciotto mesi dopo un'astronave con due astronauti e tre scienziati
ibernati parte per raggiungere Giove. Ad un certo punto del viaggio gli
astronauti sono sicuri che il computer stia sbagliando e decidono di controllarlo.
Il computer si ribella e provoca la morte dei tre scienziati ibernati e
di uno dei due astronauti, per poi essere disattivato dall'astronauta superstite
che perde - comunque - il controllo dell'astronave e precipita in una nuova
dimensione dove vive esperienze nuove: si vede sdoppiato e invecchiato,
muore con accanto l'onnipresente monolito ed infine rinasce come Bambino
delle Stelle, come Feto Spaziale, come Feto Astrale, cioè come Uomo
Nuovo: destinato in ogni caso ad evolversi.
Nel film tre sono i protagonisti:
1) L'ASTRONAUTA SUPERSTITE DAVID BOWMAN
2) IL COMPUTER HAL 9000
3) IL MONOLITO
1a)- David Bowman, l'astronauta superstite, è il protagonista
dell'Odissea nello Spazio: è il nuovo Ulisse. E' colui che disattiva
il computer HAL 9000. Il nome dell'astronauta Bowman è David, nome
biblico che ricorda l'episodio di Davide e Golia (quest'ultimo lo possiamo
identificare in HAL 9000).
"2001: Odissea nello Spazio", quindi, lega - nel 1968 - il futuro
prossimo, il 2001, al mito di Ulisse in cui si riassume tutta la cultura
occidentale.
Ulisse è l'eroe classico che ha attraversato, adattandosi,
tutta la nostra storia, per giungere sino ad oggi e continuare ad esistere
anche domani.
Ulisse, spinto dall'impulso alla scoperta dell'ignoto, non può
e non deve morire durante i suoi viaggi; deve vivere con prudenza ed astuzia
le sue avventure, evitando gli inganni per poi ritornare alla desiderata
casa e ritrovare il proprio letto (dove poter poi morire).
Per l'astronauta Ulisse-Bowman non esiste il Bene, non esiste il
Male, esiste solo il Divenire; un Divenire vissuto anche in una singolare
camera settecentesca (che probabilmente è un omaggio di Kubrick
al secolo dei Lumi).
2a)- Altro protagonista è il computer HAL 9000. La voce italiana
di HAL 9000 è entrata nella storia del sonoro e del doppiaggio cinematografico.
Il nome del computer "HAL" ha una caratteristica - non è chiaro
se per caso, o per scherzo, o per un omaggio: sostituendo ad ogni lettera
del nome "HAL" quella successiva dell'alfabeto si legge il nome di una
nota marca di computer (ben visibile anche durante un'immagine del film).
Kubrick, però, ha dichiarato che il nome HAL è una sigla
formata dalle lettere iniziali di Heuristyc e ALgorythmic che - per il
regista - sono i due metodi di conoscenza e comunicazione.
HAL 9000 è un computer "emotivo", autonomo, umano, anzi
troppo umano, talmente umano da diventare assassino, da mettere in atto
un ammutinamento, ma così umano da aver paura, paura di non poter
più esistere; così umano da implorare David; l'agonia di
HAL 9000 è lenta e straziante.
In questa nuova Odissea, nel conflitto che nasce tra l'uomo e
la macchina, Se David rappresenta il nuovo Ulisse, HAL 9000 rappresa il
nuovo Ciclope Polifemo: un Ciclope questa volta perfetto, perfino astuto,
con molti occhi, ma alla fine sempre vulnerabile.
3a)- Il terzo protagonista del film è un oggetto: il monolito.
Il significato simbolico del misterioso monolito non è facilmente
decifrabile: la Vita; Dio; l'Assoluto; il Creatore; la Ragione; il Tempo,
la Perfezione, l'Essere, l'Intelligenza, il Principio Primo, ma anche il
Mistero dell'esistenza dell'Uomo e, perché no, dell'Universo. Può
anche essere la Sintesi di tutto ciò.
La prima apparizione del monolito nero segna la trasformazione
della scimmia in uomo; poi l'oggetto scuro riappare sulla Luna e spinge
l'uomo prima verso Giove e poi verso i misteri dell'Universo, per poi,
dopo la grande Odissea, far ritornare l'uomo a casa: un uomo, però,
nuovo, trasformato, più evoluto. E', quindi, il monolito a trasmettere
la ragione all'uomo: il risultato è inquietante poichè il
primo prodotto della ragione è un'arma da cui consegue che il primo
prodotto della ragione è la Violenza.
Il monolito turba perché pur con la sua semplice perfezione
geometrica, è misterioso, e rappresenta un'altra intelligenza che
lo pensato, progettato e realizzato, cioè rappresenta la Vita, aliena,
ma comunque sempre Vita.
In altre parole il monolito è la prova decisiva che l'uomo
non è solo nell'universo! L'oggetto scuro è la chiave del
contatto con gli "altri". Un contatto che si perde nell'alba dell'esistenza
dell'uomo per essere poi presente lungo tutta la sua evoluzione.
Probabilmente Kubrick ha appositamente realizzato un film così
ricco di simboli di non chiara interpretazione, ove però si riscontra
un impianto metafisico in cui sono stati fissati due "paletti":
1) l'uomo non è solo nell'Universo;
2) la legge dell'Universo - accettata da cosmologi e filosofi
- è quella del Divenire: tutto cambia, tutto si trasforma, tutto
muta, tutto si evolve nel quadro, però, di una eterna Odissea.
All'alba del 2001 siamo ben consapevoli che è mutato il
rapporto dell'Uomo con lo Spazio. Trentadue anni fa il rapporto era prettamente
fisico, materiale, di sfida, di conquista, di lotta; oggi è diverso:
il rapporto è di pensiero, cioè di coscienza, e l'uomo, quindi,
non si pone più come il conquistatore dello Spazio, ma come Coscienza
dell'Universo. La differenza è notevole! E come il monolito è
la prova evidente della Vita Intelligente all'interno dell'Universo, così
la Coscienza dell'Universo, o forse sarebbe meglio dire l'Autocoscienza
dell'Universo, è la prova evidente del Divenire.