test di Piergiovanni
Salimbeni e Francesco
Ghisi
12 febbraio 1999
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INTRODUZIONE
Per questa prova mi sono avvalso della competenza di Francesco Ghisi,
proprietario dell'ottica il Diaframma. Lo ringrazio oltre che per l'analisi
delle parti meccaniche ed ottiche dell'ETX, anche per aver fornito lo strumento
oggetto del nostro articolo.
CONFIGURAZIONE OTTICA E MECCANICA
di Francesco Ghisi
Senza dubbio è un telescopio che sta conseguendo un gran successo nella propria fascia di mercato. Il piccolo di casa Meade è un'imitazione del pluridecorato Questar frutto dell'omonima ditta americana, che si antepone in una categoria di prezzo nettamente superiore. Le carte vincenti dell'ETX rimangono, l'estrema trasportabilità che consente di portare questo piccolo telescopio ovunque e l'alta qualità ottica in relazione all'apertura. E' così che la californiana Meade riproduce il piccolo Maksutov-Cassegrain da 9 cm con una veste completamente nuova e soprattutto con un prezzo invitante. L'ETX ha dunque una focale di 1250mm ed una luminosità relativa di f\13.5. Lo schema ottico è molto simile al classico Schmidt Cassegrain ad eccezione d'alcuni particolari: esso monta al posto di una lastra correttrice, che nella parte centrale sostiene lo specchio secondario, un menisco privo di foro per il sostenimento del secondario, come nel caso dello S.C. Una piccola area del menisco dell'ETX invece è stata alluminata fungendo così da specchio secondario. Da ricordare che il menisco in questione è in vetro, tipo BK-7, un ottimo vetro con la caratteristica d'essere sensibile al vicino ultravioletto. Una scelta quindi d'ineccepibile qualità visto che questo tipo di vetro è utilizzato su telescopi prevalentemente di gran diametro. Ad esempio equipaggia il fratello maggiore del 90mm: il 178mm anch'esso M.C. e i più grossi Meade Lx200 da 12 e 16 ". Ricordiamo inoltre che entrambi gli specchi dell'ETX sono multi trattati con l'esclusivo trattamento EMC utilizzato su gran parte dei telescopi Meade. Il modello in questione è offerto nella versione Spotting Scope o nella versione Astro, che rimane in ogni modo la scelta più conveniente, vista l'irrisoria differenza di prezzo che vi è tra i due modelli. L'ETX Astro è sorretto da una montatura realizzata in materiale plastico, più precisamente in ABS, un materiale, valido per sorreggere senza alcun problema il tubo ottico. Lo strumento può essere utilizzato sia in maniera altazimutale sia equatoriale. Sotto il basamento è alloggiata una piastra, che fornisce, insieme a piedini di gomma una certa stabilità al telescopio. Internamente al basamento, dopo aver svitato tre viti si può scorgere il piccolo motore dell'asse d'Ascensione Retta, alimentato da tre pile stilo da 1,5v, il sistema può anche essere utilizzato nell'emisfero australe azionando l'apposita leva situata vicino all'interruttore d'accensione del moto orario. I due movimenti micrometrici manuali si sono rivelati poco fluidi ai piccoli spostamenti soprattutto il movimento d'A.R ma nel complesso utilizzabili. Il (focus Shift) o spostamento dello specchio primario durante la fase di messa a fuoco, nell'esemplare utilizzato nella prova era nella norma e non evidenziava rilevanti imprecisioni. Una nota meno positiva è rivolta al cercatore, un piccolo 8X21 acromatico ad immagine raddrizzata pre- focheggiato, ma con possibilità di regolazione, che per problemi di spazio si trova in una posizione abbastanza scomoda all'osservatore. Il tubo ottico può venire estratto dalla montatura ed essere utilizzato su un semplice treppiede fotografico estraendo quattro viti a brugola che lo sorreggono. Ricordiamo che è disponibile l'apposito adattatore per fotocamera che fa così diventare l'ETX un potente teleobiettivo fotografico. Gli accessori che la ditta offre per corredare lo strumento sono parecchi ma sento di doverne consigliare alcuni in particolare. Per prima cosa sarebbe opportuno ampliare il parco oculari con almeno altre due focali. ( l'oculare in dotazione è: un Super Ploss 26mm che sviluppa all'incirca 48X). Lo schema ottico appartiene a tipo Super Ploss in altre parole composto da cinque lenti al posto delle quattro che compongono il classico Ploss. onsiglierei, comunque, l'acquisto di una focale intorno a nove o 10mm che sviluppano rispettivamente 138.8-125X. Uno di queste due scelte andrà comunque bene per osservare particolari del suolo lunare e per alcuni dettagli planetari. Chi vuole spingersi oltre può preferire verso l'acquisto di una focale intorno ai 6mm, (che sviluppa 208X) da utilizzarsi nelle serate di Seeing più promettenti. Oppure si può optare per l'acquisto di una buona lente di Barlow esclusivamente di tipo corto per poterla montare direttamente sul telescopio. Escluderei a priori l'utilizzo di un oculare ultragrandangolare per il semplice motivo che lo schema ottico dell'ETX non è nato per l'osservazione d'oggetti estesi, ma per l'utilizzo planetario e stellare. Accessori comunque consigliabili sono anche, il prisma raddrizzatore che si avvita sul filetto disposto sulla culatta del telescopio. Esso fornirà entusiasmanti immagini per chi ama osservare la natura. Si può acquistare qualche filtro colorato, una volta presa un po' d'esperienza da utilizzare per l'osservazione di dettagli planetari e lunari. I colori più utilizzati rimangono comunque: l'arancione (N°21-trasmissione 46%) e l'azzurro (N°80A trasmissione 73%).
OSSERVAZIONE PRATICA
Di Salimbeni Piergiovanni
Se dovessimo basarci sulle pure formule d'ottica eliminando la notevole
ostruzione dello strumento si raggiungerebbe un'apertura libera di soli
6 cm. Una così modesta apertura non riuscirebbe ad appagare gli
astrofili più esigenti.
In realtà l'ETX è in grado di rivaleggiare con strumenti
dal costo e dall'apertura superiore. Non dovranno sorprendere quindi le
ottime prestazioni ottenute osservando i pianeti e le stelle doppie.
Ma veniamo alle sue prestazioni!
La prima favorevole impressione che si ha utilizzando questo piccolo
Maksutov risiede nella sua estrema facilità d'utilizzo. Tutte le
leve sono laddove dovrebbero essere, eccetto il cercatore, piccolo e scomodo
da utilizzare. Occorre puntare gli oggetti con l'occhio destro per evitare
di toccare con il viso lo strumento, quindi le prime volte si dovrà
prestare un poco d'attenzione.
La montatura è stabile per l'osservazione visuale anche se utilizzando
ingrandimenti compresi tra i 150 ed i 200X, un leggero spostamento del
pomello della messa a fuoco, tra l'altro ben preciso, provoca delle notevoli
vibrazioni dello strumento. Le foto a fuoco diretto sono possibili, in
questo caso è però consigliabile utilizzare il tubo dell'ETX
con una montatura più adeguata.
LUNA
Utilizzando un oculare Ploss da 40 mm. la falce lunare appare contrastatissima,
Quando il seeing è compreso tra il valore tre ed il valore due della
scala d'Antoniadi, un confronto impari con uno S-C da 20cm mostra la maggiore
sensibilità di questo strumento allo scintillio ed alla turbolenza.
In questo frangente l'ETX si può paragonare ad un rifrattore Pronto
da 7cm, anche se a quest'ultimo occorre meno tempo per l'ambientazione
termica. Per utilizzare al meglio il piccolo Mak, sono in ogni modo
sufficienti dai trenta ai sessanta minuti d'ambientazione all'esterno.
Si può ovviare al tenue tremolio dell'immagine avvitando
un leggerissimo filtro arancione chiaro al barilotto dell'oculare,
L'immagine così ottenuta è degna di un ottimo rifrattore
da 8 cm.
Scriviamo di seguito le impressioni provate durante alcune sessioni
osservative:
Aumentando gli ingrandimenti, abbiamo utilizzato un Ploss Celestron
da 10mm tentando di osservare la rima del cratere Furnerius: l'operazione
è facilmente riuscita.
Con un Ploss da 7,5 mm era ben visibile anche il piccolo domo situato
all'intento di Lick (53°E, 12,5°N nel Mare Crisium). Confrontato
con un Pronto, le differenze erano infinitesimali, il piccolo rifrattore
presentava un maggior contrasto ai bordi della falce lunare, ma una tenue
aberrazione cromatica. Nelle serate successive abbiamo osservato la Rupes
Recta ed il piccolo domo posto alla fine della Rima Birt.
Ben visibile anche la parte centrale di Posidonius ed i piccoli crateri
piroclastici all'interno di Alphonsus. In altre sere siamo stati in grado
di osservare la Rima Plinius ed i domi situati nei pressi della Rupes Cauchy
Negli attimi di calma era possibile utilizzare con soddisfazione un
Ploss da 6,3 mm.
GIOVE
La facilità con la quale l'ETX permette l'osservazione dei dettagli
più tenui è incredibile.
A circa 100 ingrandimenti nelle serate di seeing medio sono facilmente
visibili la SEB, la NEB, la NTB, la STB e le leggere sfumature nella SEB.
I satelliti galileiani appaiono molto puntiformi. Abbiamo avuto la possibilità
di studiare un transito della Macchia Rossa al meridiano centrale e la
proiezione dell'ombra del satellite Io sulla superficie del pianeta. Anche
i possessori dei rifrattori amanti delle osservazioni planetari potrebbero
acquistare l'ETX come strumento da utilizzare durante le vacanze, quando
non è possibile trasportare il loro amato ma ingombrante strumento
a lenti.
SATURNO
Lo scarso diametro angolare del pianeta nei mesi invernali credevamo
osteggiasse la risoluzione del piccolo Mak, comunque in questa condizione
si è comportato egregiamente mostrandoci oltre alla SEB anche la
divisione di Cassini e la regione polare, anche in questo caso l'immagine
non sfigurava rispetto a quella ottenuta attraverso uno S-C da 20cm. Con
questo non vogliamo preferire un piccolo specchio da 9cm ad uno da
venti ma rammentare che in certi tipi d'osservazione a volte anche un piccolo
telescopio se dotato di un'ottima ottica può donarvi grandi soddisfazioni.
STELLE DOPPIE ED AMASSI STELLARI
In questo campo i rifrattori la fanno ovviamente da padrone, ciononostante
siamo stati in grado di sdoppiare Rigel con un Ploss da 7,5 mm, Castore,
Zeta Orionis (Ploss da 10mm) e la doppia della Polare.
M35 visibile con un oculare da 25mm, risolto e molto contrastato
M46 anch'esso ben visibile, M44 era invece stupendo!
Il Doppio ammasso di Perseo appariva con un Ploss da 26mm. poco luminoso
ma molto puntiforme
Nota: utilizzando un Ploss da 40mm osservavamo una perdita di definizione ai bordi del campo. Il coma e l'astigmatismo riducono notevolmente il campo utile, ma lo ricordiamo questa è una caratteristica intrinseca della configurazione Maksutov.
CIELO PROFONDO
Nove centimetri d'apertura ridotti dalla notevole ostruzione (0.31)
non sono il massimo per chi ama osservare gli oggetti del cielo profondo.
Siamo comunque stati in gradi osservare M81 e M82. Queste due galassie
apparivano piccole e poco luminose all'interno di un fondo cielo nero e
contrastato. Nel cercatore, i due oggetti erano pressoché invisibili
ma utilizzando un Ploss da 40 e navigando da una stella all'altra, siamo
riusciti in pochi minuti a "raggiungere l'obiettivo"
Più facile invece la galassia d'Andromeda e la compagna Ngc
205.
Concludo affermando che anche gli ammassi nell'Auriga si sono mostrati
facilmente dentro l'oculare da 26mm.
CONCLUSIONI
Che dire! Il piccolo di casa Meade si è rilevato un ottimo strumento
portatile, facile ed intuitivo dalle buone prestazioni visuali e dalla
linea accattivante. Per ottenere le sue prestazioni è impensabile
spendere meno di 1300€ attualmente.
I lati negativi risiedono nell'imprecisione del moto orario, (insegue
alcuni secondi dopo il bloccaggio della leva dell'A.R.), nel piccolo cercatore
acromatico e nella facile tendenza ad appannarsi. Siamo stati costretti
infatti ad interrompere le osservazioni dopo poco tempo a causa di questo
fastidioso problema. Un piccolo tubo anche auto-costruito potrebbe aiutarvi
nelle serate più umide.