Ero ansioso di provare un esemplare di Meade LX10 visto che rappresenta l'evoluzione del mio attuale strumento, il Meade 2080 HTC, presentato verso la fine degli anni 80.
ASPETTO ESTERNO:
Le differenze dal vecchio modello sono minime tanto che se visti di
sfuggita i due telescopi sono uguali... Solo dopo un'analisi più attenta
si nota che l'LX10 è sprovvisto di cavalletto regolabile e di controllo
fine di latitudine; in compenso la montatura ha subito un radicale aggiornamento
come il moto orario alimentato in c.c. 12V e la predisposizione all'installazione
dell'ottimo microcomputer passivo Magellan I°.
Le finiture sono in tema con la tradizione della Casa californiana,
ossia di livello molto buono, lo specchio principale appare di una lucentezza
esemplare e uniforme mentre si colloca a livelli di eccellenza il trattamento
antiriflessi della lastra correttrice Schmidt.
A corredo dello strumento viene fornito un cercatore 6x30, un oculare
Plossl serie 3000 da 25mm (finalmente!) e un prisma diagonale a 90°.
Discutibile, a mio avviso, la scelta della Casa di non fornire di serie
la pulsantiera di controllo velocità in A.R., disponibile come optional
assieme al motore in declinazione.
OTTICA:
Non ha certo bisogno di presentazioni l'ottica Schmidt-Casségrain
da 8 pollici f/10 Meade.
Per chi non lo sapesse lo schema ottico Schmidt-Casségrain prevede
la presenza di una lastra in vetro ottico con superficie asferica che produca
aberrazioni comatiche e sferiche di entità algebricamente opposte
alle stesse aberrazioni tipiche prodotte dal sistema a riflessione.
L'LX10 è dotato di una lastra correttrice trattata antiriflessi
multistrato EMC mentre gli specchi (in Pyrex) da quanto risulta da diverse
prove eseguite con l'ausilio della lama di Foucault dovrebbero avere un
grado di lavorazione migliore di 1/8 lambda RMS, quindi di qualità
molto buona.
Il diametro effettivo è risultato pari a 203 mm con un fattore
di ostruzione pari a 0.37.
Il comando di messa a fuoco agisce direttamente sullo specchio primario,
che è esente da operazioni di collimazione; è comunque possibile
agire sulla collimazione dello specchietto secondario tramite le caratteristiche
3 viti.
MONTATURA:
La classica montatura Meade a forcella prevede l'adozione di 2 cuscinetti
volventi sull'asse polare e 2 cuscinetti in Nylon per la declinazione.
L'inseguimento è garantito da una ruota dentata a lavorazione
LX e da un motore tipo passo passo pilotato al quarzo con batterie di alimentazione
alloggiate direttamente nella montatura.
Il movimento fine in declinazione, motorizzabile, è assicurato
dal classico braccio tangente che permette una corsa di circa 8°.
Il cerchio graduato in AR presenta una tacca ogni 5 minuti e quello
in declinazione una tacca ogni grado.
Il cavalletto in dotazione non permette la regolazione in altezza.
LA PROVA SUL CAMPO
La prova si è svolta la sera del 22-12-1999.
Condizioni meteo: sereno.
Temperatura: - 7°C.
Trasparenza atmosferica: ottima.
Seeing (Antoniadi): II/III (da molto buono a buono).
Fase lunare: Piena.
Per prima cosa occorre fare i conti con la scelta (deplorevole, vista
la classe dello strumento) della Casa di non corredare la testa equatoriale
dello strumento di alcun movimento fine; l'allineamento col polo celeste
in queste condizioni è impresa assai ardua, soprattutto se a questa
circostanza si aggiunge le mancanza di regolazioni sul cavalletto.
Successivamente è il turno dell'acclimatamento delle ottiche;
gli Schmidt-Cassegrain sono dei veri telescopi "diesel" per cui deve trascorrere
almeno un'ora prima delle osservazioni.
Prima di iniziare ho voluto accertarmi sulla bontà della collimazione;
sfocando Gamma Orionis (mv=2) a 315x le ottiche risultavano ben centrate.
Molto buona la stabilità della montatura che dopo un piccolo
"buffetto" sul tubo ha impiegato circa 6 secondi per stabilizzarsi, buono
anche il treppiede anche se troppo basso.
GIOVE: Sin dalla prima occhiata con l'oculare PL25 in dotazione
(80x) il gigante gassoso mostrava le 2 bande equatoriali ricche di dettagli,
la macchia rossa con lo spettacolare transito dell'ombra di un satellite,
una banda temperata sud e 2 bande temperate nord.
Vista la bontà del seeing ho iniziato a spremere maggiormente
l'ottica dapprima con un OR9mm (222x) con filtro #80A, successivamente
con un LV-W da 8mm (250x); in queste circostanze i dettagli peraltro numerosi
delle bande principali divenivano più evidenti, apprezzabili la
macchia rossa meno elusiva del solito e alcune irregolarità e sfumature
sulle bande temperate nord.
SATURNO: Spettacolare il pianeta inanellato sin dalle prime
occhiate dapprima con un SP12.4mm (162x) poi con l'OR 9mm (222x); nettissima
la divisione di Cassini lungo tutto il periplo degli anelli, evanescente
ma distinguibile l'anello C alle anse, netti anche bande e giochi d'ombra
sul globo e sugli anelli oltre che 3 satelliti.
Curioso l'aumento di contrasto apportato utilizzando un filtro lunare
Konus
La maggior uniformità di albedo di Saturno rispetto a Giove
ha reso possibile l'utilizzo di un SP 6.4mm (315x) con profitto visto che
tutti i dettagli sopra elencati diventavano più evidenti con l'aggiunta
di un facile apprezzamento di 2 bande sul globo e della sfumatura più
scura che caratterizza la regione polare nord.
LUNA: Doveva essere una superluna quella del 22 dicembre ed
in effetti era abbagliante; impossibile l'osservazione diretta senza filtri;
con l'OR9mm (222x) ed un filtro rosso #23A è stata emozionante l'osservazione
delle rive del mare Crisium e di tutte le formazioni lungo i bordi come
Schickard, Cruger e Grimaldi.
Molto meno appariscenti in caso di luna piena le formazioni lontane
dal terminatore (circolare), Plato estremamente piatto così come
Copernicus e gli Appennini; le formazioni chiare sono divenute più
evidente con l'uso di un economico filtro lunare.
Fallito il tentativo di osservazione dei mari Marginis e Smithii, ormai
in zona d'ombra
PROFONDO CIELO: Con una simile luna piena tentare l'osservazione
di oggetti deep-sky era una sorta di bestemmia, tuttavia ho voluto provare
ad osservare gli oggetti più evidenti; M42 era comunque bellissima
all'oculare PL25 (80x) nonostante quell'insolito chiarore di fondo ma ancor
di più lo era a 162x con le stelle del trapezio evidentissime.
Osservando le Pleiadi si contano decine e decine di stelle nonostante
una Luna vicinissima; da annotare il miglioramento della qualità
dei bordi rispetto al precedente Meade 2080, anche ricorrendo al riduttore
f/6.3 e ad un PL32 (40x).
Molto significativi anche gli ammassi aperti M35, M41, M44, il doppio
ammasso del Perseo e spettacolare la "passeggiata" nelle Iadi utilizzando
il riduttore.
STELLE DOPPIE: Devo ammettere che non mi sono soffermato molto
sull'osservazione delle doppie, Rigel (alfa Orionis) è stata sdoppiata
agevolmente, il compagno di zeta Orionis era visibile nel terzo anello
di diffrazione mentre è stata vana la ricerca della famosa quinta
stellina del Trapezio in M42.
NOIE E INCONVENIENTI:
CONCLUSIONI
Cosa dire? Il Meade LX10 è un ottimo telescopio ma è
offerto ad un prezzo superiore alla media; il suo diretto concorrente,
il Celestar 8, costa 200 € in meno, se poi dovessimo considerare le
ultime offerte degli stessi Schmidt-Casségrain con montature alla
tedesca come il Meade 8" LXD500B (€ 2.014) e soprattutto il Celestron
G-8 (€ 1.962 completamente motorizzato) il divario diviene più
evidente.
Ai 2.517 € richiesti per lo strumento si dovrebbe poi aggiungere
il costo di almeno 2 oculari da affiancare al PL25, oltre che per la pulsantiera
di controllo velocità in AR + il motore in declinazione; così
accessoriato il prezzo finale oltrepassa la soglia dei 2.500€ ma vale
la pena specificare che dopotutto l'acquisto di un 200mm va visto come
un investimento a lungo termine e non certo come uno strumento per principianti.
Dati anagrafici
Costruttore: Meade Instruments Corporation, Irvine, California-U.S.A.
Modello: 8" LX10 EMC
Prezzo: L. 4.873.000 (Euro 2517)
Importatore per l'Italia: FOCAS s.r.l. F.lli Taddei, Firenze
Diametro: 203 mm (8")
Lunghezza focale: 2000 (f/10)
Montatura: equatoriale a forcella motorizzata passo-passo
in AR
Peso complessivo: 28 Kg
Pregi
Qualità ottica
Ottima montatura
Possibilità computerizzazione
Cerchi graduati leggibili e precisi
Polivalenza d'uso
Trasportabilità
Difetti
Cavalletto non regolabile e troppo basso
Pochi accessori in dotazione
Mancanza bolla e controllo fine di latitudine sulla testa equatoriale
TUTTI I CONCORRENTI DEL MEADE LX10 A CONFRONTO
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G-8 |
Celestar 8 |
8" LX10 |
8" LXD 500 |
VISAC 200L |
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(*) Curvatura specchi del sesto ordine e doppietto spianatore di campo.