Chi non sarebbe curioso di provare un esemplare di Celestron G9? Io lo ero dato che vedo questo strumento come una naturale evoluzione del classico C8, e non solo, come vedremo!
INTRODUZIONE:
Se non erro il Celestron 9¼ fu presentato 5 anni or sono come
strumento a dir poco rivoluzionario (lo specchio primario è infatti
aperto a f/2.5 anziché f/1.95 come negli altri SC) installato su
un'ottima montatura, la Losmandy G8.
Purtroppo il prezzo oltre la logica penalizzò a dismisura questo
ambizioso telescopio.
Ora la Celestron ci riprova usando come arma migliore proprio il prezzo!
Infatti il telescopio è venduto poco più di 2500€ con
tanto di motorizzazione su entrambi gli assi.
Il segreto sta nella montatura, una tedesca di derivazione Vixen assemblata
in Cina dal prezzo imbattibile.
ASPETTO ESTERNO:
Le finiture sono a livello degli altri Celestron di pari classe, vale
a dire ad altissimo livello, lo specchio principale (trattato Starbright)
appare di una lucentezza mozzafiato, stesso dicasi per la qualità
apparente della lastra correttrice, tanto trasparente da sembrare... assente!
La montatura, siglata CG5, ha un aspetto granitico, con 2 contrappesi
enormi; dalla forma del corpo centrale traspare l'origine Vixen, solo la
collocazione del nonio in AR (attaccato storto) e le dimensioni "lillipuziane"
dei cerchi graduati fanno perdere qualche punto, così come il treppiede
in alluminio, che sembra decisamente sottodimensionato per lo strumento.
A corredo dello strumento viene fornito un cercatore 6x30 che a mio
avviso è troppo piccolo per un telescopio da 235mm, un oculare Plossl
da 26mm, un prisma diagonale a 90° e una bella pulsantiera di comando
dei 2 motori.
OTTICA:
E' un'ottica dai propositi bellicosi la 9 ¼ Celestron! Il Costruttore
garantisce che la particolare lavorazione del primario a fuoco lungo riduce
pressochè al nulla le aberrazioni sferiche e il coma oltre che a
rinforzare il contrasto.
La lastra correttrice è trattata multistrato mentre la lavorazione
dell'ottica si attesta su valori migliori di 1/10 lambda RMS, mica male
per uno strumento fatto "in catena"!
Il diametro effettivo è risultato pari a 236 mm con un fattore
di ostruzione pari a 0.36.
Il comando di messa a fuoco (dolcissimo) agisce direttamente sullo
specchio primario, che è esente da operazioni di collimazione; è
comunque possibile agire sulla collimazione dello specchietto secondario
tramite le caratteristiche 3 viti.
MONTATURA:
La montatura alla tedesca Celestron CG5 ha entrambi gli assi su cuscinetti
volventi; le ruote dentate sono realizzate in duralluminio (quella in AR
ha 144 denti) e i motori sono per entrambi gli assi in cc passo passo frizionabili.
Il tubo ottico è fissato alla montatura con un pratico attacco
a coda di rondine che permette lo scorrimento longitudinale per un corretto
bilanciamento.
Interessante (e non poco!) la compatibilità totale con gli accessori
Vixen più sofisticati, vale a dire computer Skysensor 2000 e Stellar
guider; ciò sopperisce alla scarsa attendibilità dei cerchi
graduati, da 60mm di diametri (indice ogni 10' per l'AR e ogni 2° in
declinazione)
La montatura è corredata di serie di cannocchiale polare e movimenti
fini di stazionamento nonché di livella cilindrica.
Il cavalletto in dotazione permette regolazioni in altezza e ampiezza.
LA PROVA SUL CAMPO
La prova si è svolta la sera del 8-1-2000
Condizioni meteo: sereno.
Temperatura: - 1°C.
Trasparenza atmosferica: sufficiente, osservazioni interrotte per nebbia.
Seeing (Antoniadi): II (Ottimo).
Fase lunare: 2° giorno (Luna nuova).
D'accordo, immaginavo si una certa superiorità dell'ottica 9
¼ Celestron nei confronti dei diffusissimi SC da 8 pollici, ma non
cosi schiacciante!
Quest'ottica è a dir poco eccezionale, mai provato niente del
genere in rapporto all'apertura; probabilmente solo ottiche altamente specializzate
(e costose!) come rifrattori APO e qualche Maksutov possono relegare il
G9 in secondo piano.
Purtroppo non si può dire lo stesso per quanto riguarda il supporto
meccanico; la montatura mi è parsa leggermente sottodimensionata
e ad amplificare questa defezione ci pensa il treppiede "ultralight" che
penso sia degno di sostenere un 120mm o giù di li...
La verifica della corretta collimazione ha dato esito positivo, osservando
una stella ad alto ingrandimento gli anelli di diffrazione erano ben centrati
con spazi apprezzabilmente neri, non si direbbe di avere tra le mani un
telescopio con un'ostruzione così elevata.
Sfocando l'immagine non si intravedono segni di tensionature.
GIOVE: tappa obbligata, dopo un'ora di acclimatamento, partendo
come da copione con l'oculare a corredo, un PL26 (90x).
Il pianeta è un concentrato di dettagli e ci si chiede come
fanno a starci tutti insieme su quel dischetto...
Passando ad un OR9 (261x) si notano le 2 bande equatoriali fittamente
perturbate che esibiscono una nutrita serie di sfumature, una evidentissima
cintura equatoriale e si iniziano a distingiere per colore e sfumature
le 2 bande temperate nord e sud; peccato solo che durante l'osservazione
la macchia rossa si trovasse dall'altra parte del pianeta.
Si raggiunge l'apice impiegando un filtro #80A, ottenendo dettagli
secchi e scuri.
Utilizzando un SP6.4 (367x) non si fa altro che migliorare i dettagli
già visibili; probabilmente una migliore trasparenza dell'atmosfera
avrebbe permesso un'ulteriore "zampata" ma non è il nostro caso.
Da annotare chi i satelliti galileiani sono tutt'altro che puntiformi.
SATURNO: osservando Saturno spingo subito con gli ingrandimenti
partendo dalla soglia dei 294x offerti dal LVW 8 e lo spettacolo è
di quelli che non si dimenticano; la divisione di Cassini è larga
quanto una strada (!!!), si scorge abbastanza la divisione di Encke e all'interno
del sistema di anelli fa bella mostra l'anello C più scuro soprattutto
alle anse.
Anche per Saturno si apprezza l'apporto di contrasto fornito da un
filtro #80A (con l'OR9), specie per evidenziare i dettagli sul disco che
iniziano a diventare tanti; la "solita" banda equatoriale è chiaramente
suddivisa in 2 componenti, la fascia equatoriale è meno uniforme
così come le 2 piccole bande temperate nord.
Utilizzando un SP6.4 (367x) non si fa altro che migliorare i dettagli
già visibili come nel caso di Giove; trovandoci a tu per tu con
una trasparenza atmosferica mediocre mi è risultato sconveniente
l'uso di filtri con questo oculare.
PROFONDO CIELO: in tali condizioni di "mancata trasparenza"
e soprattutto a ridosso di un dannato faretto dimenticato acceso da un
vicino non credo sussistano le circostanze per effettuare ottime osservazioni
deep-sky...
Iniziamo da M42 che appare splendida all'oculare PL32 (74x) nonostante
le circostanze sopradescritte; si apprezza immediatamente la bontà
del campo coperto anche ai bordi, probabilmente merito della già
citata lavorazione del primario a f/2.5.
Passando per le Pleiadi si rende necessario l'uso del riduttore Meade
F/6.3 per apprezzare appieno questo ammasso nel quale si distinguono decine
e decine di stelle.
Volendo cercare oggetti maggiormente impegnativi, ossia dovendo ricorrere
al sistema di puntamento, traspare immediatamente il limite tutt'altro
che elevato dei cerchi graduati; se si è fortunati l'oggetto in
questione si trova ai bordi del cercatore, appena appena visibile visto
che anche col cercatore 6x30 non c'è certamente da "scialare".
Comunque sia sono riuscito nell'osservazione di M35, M44, M67, H e
chi Persei, M36, M37 e M38 nell'Auriga, tutti oggetti interessantissimi
con questo strumento.
Esaltante la visione di M15 in Pegaso, sebbene un po' basso sull'orizzonte
si separavano parecchie stelline piccole e puntiformi.
La calata di una leggera ma fastidiosa nebbia ha messo ingiustamente
fine alla mia prova e... addio test sulle stelle doppie!
LUNA: essendo al momento della prova invisibile mi limiterò
a riportare le testuali parole del possessore del telescopio che gentilmente
me lo ha messo a disposizione per la prova:
"In condizioni di seeing buono si osservano i microcrateri all'interno
di Plato e la piccola rima e i domi a ridosso del cratere Birt (il piccolo
cratere poco distante dalla Rupes Recta); la rima lungo la Vallis Alpina
è invece più difficile da identificare e richiede un seeing
perfetto".
"Comunque sia ribadisco che, nell'osservazione ad alto ingrandimento
dei crateri Copernicus, Aristarchus, Clavius e Gassendi, il G9 è
uscito sempre vincitore dal confronto con un rifrattore ED APO Meade 127mm,
anche in condizioni di seeing sfavorevoli al Celestron a specchi".
Se son rose...
NOIE ED INCONVENIENTI
CONCLUSIONI
Sono sbalordito dalle prestazioni di cui è capace questo telescopio,
soprattutto se si immagina che è più grande di un classico
C8 di soli 35mm!
In quanto al prezzo ogni commento è superfluo in quanto costa
molto meno di strumenti più piccoli (e meno prestanti) di conseguenza
è una vera spina nel fianco nei confronti della concorrenza.
Come avrete notato è stata omessa la tabella dei concorrenti
in quanto non ce ne sono; per ottenere le prestazioni del G9 credo occorra
ricorrere a qualche ottimo Maksutov come il Meade 7" LX50 (che l'astrofilo
americano Eddie Ting definisce "Killer Optics") oppure uno strumento con
schema ottico analogo ma di diametro maggiore come il Meade 10" LX50.
Peccato che entrambi questi strumenti costano svariate migliania di
euro in più del Celestron e (soprattutto nel caso del 7" f/15) non
siano altrettanto versatili.
Alla cifra di vendita è virtualmente obbligatoria l'aggiunta
di un'ulteriore spesa per altri 2 oculari di qualità (vedrei bene
i Vixen lantanio per questo telescopio vista la predilezione per i pianeti)
e di un bel diagonale a specchio; i perfezionisti possono equipaggiare
la montatura con lo StellarGuide Vixen in luogo dei cerchi graduati poco
efficienti.
L'opera rasenterebbe la perfezione se si decidesse di sostituire il
cavalletto di serie con un supporto più adeguato, magari una bella
colonna, in modo da sfruttare appieno la formidabile ottica.
La carta d'identità:
Costruttore: Celestron Instruments, Torrance CA-U.S.A.
Modello: G-9
Prezzo: € 2.556
Importatore per l'Italia: AURIGA, via Quintiliano 30, Milano
Diametro: 235 mm (9 1/4")
Lunghezza focale: 2350 (f/10)
Montatura: equatoriale alla tedesca motorizzata passo-passo
in AR/declinazione
Peso complessivo: 24 Kg
Pregi
Qualità ottica elevata
Montatura computerizzabile
Trasportabilità
Prezzo
Motorizzazione di serie su entrambi gli assi
Difetti
Montatura perfettibile
Cavalletto e cercatore inadeguati
Un solo oculare in dotazione