Finalmente sono riuscito ad organizzare una prova all'americana, vale a dire un confronto diretto sul campo tra più strumenti a parità di condizioni osservative; gli strumenti scelti sono molto interessanti: il nuovo computerizzato Celestron SC8 NexStar, il potentissimo Mak Meade e e l'eccellente Mewlon Takahashi, questi ultimi di diametro leggermente inferiore al Celestron.
Com'è andata la prova? Qual'è il migliore? Beh, ne abbiamo
viste delle belle, è stato uno di quei confronti che solitamente
si risolvono solo sotto la bandiera a scacchi in quanto nessuno degli strumenti
esaminati è stato in grado di prendere il largo... ...Come
se non bastasse a prova iniziata si è aggiunto un altro astrofilo
col suo Vixen 120S, del quale accenneremo qualcosa a fine prova.
La disposizione degli elementi a riflessione è analoga al Cassegrain classico, a differirne è la lavorazione sferica degli specchi anziche parabolica-iperbolica; le aberrazioni residue vengono corrette da una lastra asferica di tipo Schmidt posta all'ingresso del sistema ottico, la quale introduce le stesse aberrazioni prodotte dagli specchi sferici ma in segno algebricamente opposto; matematicamente parlando, l'immagine finale ne risulterebbe corretta.
La messa a fuoco si ottiene con lo spostamento dello specchio primario.
Anche in questo caso la disposizione degli specchi (anche qui sferici) si rifà al Cassegrain, le aberrazioni residue vengono corrette da un menisco in vetro ottico di altissima qualità e adeguato spessore il quale introduce le stesse aberrazioni prodotte dagli specchi sferici ma in segno algebricamente opposto; matematicamente parlando, l'immagine finale ne risulterebbe corretta. nella maggior parte dei casi lo specchio secondario è ottenuto alluminando la porzione centrale del menisco stesso. Esistono poi alcune varianti di realizzazione dello specchio primario: la curvatura di questo Meade vanta una sfericità su 3 ordini (quasi un iperboloide).
La messa a fuoco si ottiene con lo spostamento dello specchio primario.
La messa a fuoco si ottiene con lo spostamento dello specchio primario.
Tutti i telescopi provati sono garantiti Multi Coated dai rispettivi Costruttori.
Estetica e finiture: Il Takahashi prevale nettamente sui 2 rivali americani; tutto ma proprio tutto è realizzato a regola d'arte, si va dall'originalissimo tubo con bocca stondata (a mò di diaframma di contrasto) smaltato di bianco, ai minimi dettagli eccellentemente realizzati della montatura alla tedesca EM10 ed al cavalletto in legno.
Molto ben fatto anche il Meade anche se a prima vista non lo si distingue dai modelli SC dello stesso Costruttore; alcune parti ottenute per fusione sono migliorabili ed un po' dura la messa a fuoco.
Elegante ed insolito il Celestron, la configurazione altazimutale non è bella da vedere (sembra che manca qualche pezzo...); bella la pulsantiera del computer di puntamento e bellissimo l'inedito cavalletto.
Caratteristiche ottiche: Il Celestron è uno Schmidt-Cassegrain da 203mm f/10 (focale 2060mm in luogo dei 2000mm dichiarati). La lastra correttrice trattata antiriflessi è fissata al tubo ottico tramite un anello in materiale plastico stretto da 6 viti disposte a 60°; la lastra stessa funge da supporto del secondario, quest'ultimo completamente registrabile per la collimazione. Ostruzione rilevata: 0.34. L'interno del tubo è completamente annerito e privo di diaframmi interni. Specchi in Pyrex e lastra in vetro Crown.
Il Meade è un Maksutov-Cassegrain da 178mm f/15 (focale 2670mm). Il menisco è realizzato in vetro ottico BK7 Schott trattato antiriflessi, lo specchietto secondario è ricavato dall'alluminatura di una porzione di 41mm al centro del menisco; ne risulterebbe un'ostruzione pari a 0.23 ma in realtà il valore di quest'ultima è ben maggiore in quanto il secondario è equipaggiato di un grosso paraluce tronco-conico interno al sistema ottico che dovrebbe aumentare il fattore di ostruzione a circa 0.30. Non è possibile la collimazione degli elementi ottici (se non presso un laboratorio specializzato). Curioso l'elevato surdimensionamento dello specchio primario, ben 210mm. L'interno del tubo è completamente annerito e privo di diaframmi interni. Questo strumento è dotato inoltre di un ventilatore di stabilizzazione termica. Specchio in Pyrex.
Il Takahashi è un Dall-Kirkham da 180mm f/12 (focale 2160mm). Il secondario è sostenuto da un ragno a 4 razze a lama dello spessore di 0.8mm ed è completamente registrabile per la collimazione; le viti di collimazione sono protette da un coperchietto in plastica. Il tubo presenta un unico diaframma all'imboccatura del tubo (completamente annerito al suo interno). Il Costruttore non dichiara il materiale usato per gli specchi, in compenso garantisce un precisione di lavorazione di almeno 1/20 lambda.
Dotazione di serie: Il Celestron ha il computer di puntamento automatico che per gli altri 2 è disponibile solo come optional (e di tipo passivo), per il resto c'è grande equilibrio, tutti hanno in dotazione un oculare di ottima qualità, un diagonale a 90° e le motorizzazioni per la montatura. Il cercatore migliore è il 7x50 Takahashi, appena sufficiente il 6x30 Meade e praticamente inservibile il laser Star Pointer Celestron.
Montature: Meade propone questo Mak su una equatoriale a forcella sovradimensionata siglata LX50 che all'atto pratico è risultata la migliore del lotto; molto buono l'inseguimento (anche se leggermente rumoroso) e la stabilità globale con un tempo di reazione all'urto inferiore ai 2 secondi. La montatura è computerizzabile col modello Magellan II prodotto dalla stessa Casa.
Molto ben fatta la Takahashi EM10 di tipo tedesco interamente su cuscinetti volventi di eccellente scorrevolezza. Il montaggio del telescopio è del tipo a coda di rondine che ne permette il bilanciamento longitudinale. Carico max. dichiarato: 8Kg. Tempo di reazione all'urto di poco superiore ai 2 secondi. La montatura è computerizzabile con i modelli prodotti dalla JMI. Ottimo l'inseguimento.
L'altazimutale Celestron è decisamente sottodimensionata per un SC da 20cm; peccato perchè il computer ha dimostrato di svolgere eccellentemente il proprio lavoro, così come l'inseguimento; tempo di reazione all'urto di oltre 5 secondi
Treppiedi: Scelte contrastanti per tutte le Case in esame: alluminio per il Celestron, acciaio per il Meade e legno per il Takahashi; tutti e 3 gli esemplari mi sono sembrati di elevata qualità.
Focheggiatori: Tutti e 3 i telescopi hanno il medesimo sistema di messa a fuoco che agisce direttamente sulla posizione dello specchio primario; è una soluzione molto pratica e robusta che non lascia nessuna parte all'esterno del tubo ma è alquanto discutibile dal punto di vista prestazionale in quanto richiede un sovradimensionamento dello specchio secondario e, nel caso di SC e Mak., compromette la distanza lastra - specchio primario. L'unità migliore ci è sembrata quella del Mewlon morbidissima ed esente da image-shift, leggermente peggio il NexStar mentre il fanalino di coda è il Meade che ha una comando troppo duro ed affetto da una leggera deriva dell'immagine quando si focheggia.
Pulsantiere di controllo: Un plebiscito per la pulsantiera del NexStar, forse un po' "pacchiana" (sembra un telefono cellulare) ma praticissima ed ottimamente illuminata, positiva anche la LX50 Meade anche se i tasti non sono altrettanto funzionali, spartana ma di ottima qualità la Takahashi.
Star test: Tutti e 3 gli
strumenti hanno passato brillantemente le prova dello star test; nessuno
(come era prevedibile) ha mostrato aberrazioni di rilievo salvo un leggero
coma ai bordi del Mak Meade durante l'utilizzo con oculari di lunga focale
Celestron NexStar 8" | Meade 7" LX50 Mak | Takahashi Mewlon 180 | |
Percezione figura di Airy | Molto buona | Ottima | Ottima |
Cromatismo | NO | NO | NO |
Aberrazione sferica | Leggera | Minima | Minima |
Coma fuori asse | Leggero | Percettibile | Leggero |
Astigmatismo | NO | NO | NO |
Tensionature | NO | NO | NO |
L'immagine di una stella a alto ingrandimento (figura di Airy) è estremamente gradevole nel campo del Mak Meade e del Takahashi che mostrano degli spazi infradisco sorprendentemente neri, quasi da rifrattore; anelli di diffrazione più marcati nel campo del NexStar ma comunque anch'essa di buona qualità, tutt'altro che lontana dal più prestigioso Ultima 2000 e migliore comunque dei Celestron standard.
Luna: (9° giorno, primo quarto inoltrato) Il Mak Meade prende subito le distanze dai suoi rivali sfoggiando immagini mozzafiato, nessuno direbbe mai che si sta osservando con uno strumento di soli 178mm di apertura; immagini fermissime e contrastate, tanto da non rimpiangere i rifrattori. Personalmente lo ritengo assai superiore ad un APO da 5" perlomeno per uso lunare.
Molto buone le prestazioni offerte dal Takahashi Mewlon durante l'osservazione lunare, rispetto al Mak Meade le immagine offerte dal riflettore nipponico ci sono sembrate solamente più tremolanti, probabilmente a causa della configurazione ottica "aperta".
I dettagli osservati sono i medesimi del Meade ma il Mewlon ci ha richiesto una maggiore fatica durante le osservazioni.
Il Celestron ha mostrato la corda durante le osservazioni lunari; non tanto otticamente (rispetto ai 2 precedenti sono mancate all'appello solo le rima Valles Alpes e la rima Alphonsus e qualche craterino sul fondo di Plato) ma a causa della montatura che non voleva saperne di garantire la stabilità del noto SC ad oltre 180 - 200x; con una montatura migliore credo che avrebbe reso la vita più difficile agli altri 2 riflettori, visto anche un vantaggio di 1" di apertura.
Profondo cielo: Il NexStar si prende una bella rivincita, non solo grazie al computer di puntamento automatico in dotazione (che si è rivelato eccellente) ma ha dimostrato ancora una volta che in quanto a versatilità lo Schmidt-Cassegrain da 8" è ancora ben lontano dall'essere raggiunto. Molto belle le immagini offerte di M8, M20, M17, M6, M7, M39 e di diversi campi stellari del Cigno e del Sagittario con il diagonale 2" e un oculare Meade SWA40mm (50x e 1,25° di campo). Con un Meade SP12,4mm (180x) abbiamo invece apprezzato M11, M22 ed M13, che sembrava esplodere con un oculare LVW8mm (250x).
Se il NexStar si aggiudica questa prova il Mewlon gli giunge subito alle spalle un quanto ha mostrato all'incirca gli stessi dettagli ad accezione delle nebulose (M8, 20 e 17) sebbene limitato dal portaoculare da 31.8 e da un semplice Ploessl 32; in questo caso il pollice che il Celestron ha un più si è fatto sentire! Il Mewlon in compenso dava un fondo cielo leggermente più scuro e le stelle più puntiformi. E' comunque da considerarsi una valida alternativa allo Schmidt-Cassegrain americano.
Dopo una vittoria strameritata nelle osservazioni lunari, il Mak Meade ha dovuto subire la rimonta dei suoi avversari nelle osservazioni deep-sky; l'utilizzo di questo strumento in questo frangente può rivelarsi addirittura frustrante! La pupilla d'uscita non raggiunge mai valori decenti così come il campo inquadrato (a malapena si arriva al grado con oculari wide di lunga focale) neppure usando oculari camioneschi; pensate che se avessimo avuto l'opportunità di usare un Ploessl da 56mm la pupilla di uscita non sarebbe neppure arrivata a 4mm! Col nostro SWA40 (66x) si otteneva 1° di campo e si iniziava ad apprezzare qualche ammasso aperto e qualche altro oggetto (M11, M39, NGC7609) anche se con questa configurazione occorre fare i conti col coma ai bordi che inizia a divenire avvertibile; deludenti infatti le osservazioni di M8, M6 e M7. Decisamente esaltante è stata invece l'osservazione degli ammassi globulari; personalmente, le immagini di M4, M13 e M22 mi sono sembrate addirittura migliori rispetto alle stesse offerte con gli altri strumenti.
Stelle doppie: Dopo il "giro
di riscaldamento" su Epsilon Bootis (ovviamente risolta alla grande da
tutti gli strumenti) abbiamo osservato una serie di doppie particolarmente
impegnative per i diametri a nostra disposizione. Ancora una volta il Mak
Meade ha dimostrato una leggera superiorità in questo genere di
osservazioni sia nei confronti del Mewlon che del NexStar che nonostante
un diametro maggiore non è riuscito a "staccare" le componenti più
impegnative, penalizzato probabilmente da un'ostruzione troppo elevata;
eccellente in compenso l'efficienza del suo computer di puntamento.
Stella/separazione | Celestron NexStar 8" | Meade 7" LX50 Mak | Takahashi Mewlon 180 |
zeta Bootis/0.8" | risolta | risolta | risolta |
pi Cephei/1.1" | risolta | risolta | risolta |
gamma Cassiopeia/0.6" | allungamento | dischi a contatto | allungamento |
gamma Cygni/0.9" | risolta | risolta | risolta |
zeta Herculis/0.8" | allungamento | dischi a contatto | dischi a contatto |
Pianeti: Sono stati osservati Urano, Giove e Saturno. Mentre il primo non ha fatto alcuna selezione (era un piccolo dischetto bluastro con tutti e 3 i telescopi) l'osservazione di Giove e Saturno ha incoronato il Takahashi Mewlon come "re dei pianeti", seguito come un'ombra dal Mak Meade; ottimi risultati anche col NexStar ma più staccato dai rivali.
Giove purtroppo non ci ha mostrato la GMR (sarebbe sorta dopo ore, visibile da noi in pieno giorno); in compenso tutti gli strumenti ci mostravano le 2 bande equatoriali fittamente perturbate, una banda temperata Sud e 3 bande temperate Nord separate da altrettante zone chiare. I dettagli visibili col Celestron erano decisamente "fumosi" e di più difficile identificazione, molto più netti se osservati col Meade, merito anche dell'ingrandimento assurdo (380x con un ortoscopico da 7mm!) che reggeva con incredibile scioltezza. Il Takahashi mostrava gli stessi dettagli del Mak ma con una definizione ancora migliore e sfumature più gradevoli.
Saturno invece ci ha gettati maggiormente nell'incertezza in quanto il Takahashi non si è ripetuto e il duello personale con il Mak Meade si è concluso con la parità assoluta, ancora staccato il NexStar. Il pianeta inanellato mostrava una banda sul globo divisa in 2 componenti e la zona polare mentre si potevano distinguere 3 componenti sugli anelli oltre ad un'appena accennata divisione di Encke alle anse, che il Celestron però non mostrava.
Noie ed inconvenienti: Tutti gli strumenti hanno funzionato meglio di un orologio svizzero...
...e il Vixen??: Già, ci stavamo dimenticando che sul luogo di osservazione è giunto un astrofilo "armato" di rifrattore Vixen 120S su montatura GP. Purtroppo la Luna era praticamente tramontata e non abbiamo potuto confrontarlo agli altri 3 telescopi; credo comunque che si sia risparmiato una batosta dato che si tratta di uno strumento ottimizzato per il deep-sky. Ed infatti con l'inizio delle osservazioni di oggetti del profondo cielo il Vixen l'ha fatta subito da padrone mostrando immagini incredibili; campo di diversi gradi perfettamente piano, migliaia di stelline incredibilmente puntiformi, assolutamente inavvicinabile dai riflettori in prova. Positiva anche l'osservazione degli ammassi globulari anche se qui il fiato sul collo degli altri strumenti iniziava a farsi parecchio fastidioso... Il sorpasso da parte dei riflettori è arrivato con l'osservazione delle doppie, spesso impossibili al più piccolo diametro del rifrattore mentre sui pianeti ha offerto immagini decisamente dignitose, ferme e ben contrastate anche se a livello di dettagli non reggevano il confronto con i più grossi riflettori.
Lo star test ha dimostrato che l'ottica è decisamente ben fatta; salvo infatti una leggera aberrazione cromatica la figura di Airy era praticamente perfetta.
Conclusioni: Nonostante che a prima vita sembrino 3 barilotti tutti uguali sono 3 telescopi diversissimi tra loro, molto più specializzati di quanto si pensi.
Iniziamo dal Maksutov Meade: una vera bomba se si decide di usarlo per ogni sorta di osservazione ad alta risoluzione, durante il test si è sempre espresso ai massimi livelli; certo che è impensabile pretendere che un f/15 faccia il bravo bambino anche per le osservazioni deep-sky... Se le osservazioni di Luna, pianeti e doppie sono per voi prioritarie, questo Mak fa al caso vostro ed i 3.873 € richiesti saranno ben spesi.
Il Takahashi appartiene ad una fascia più critica in quanto è praticamente uno strumento universale, permette di osservare di tutto, anche se con una leggera predilezione per Luna e pianeti; ciò che non mi è piaciuto è il prezzo, decisamente stratosferico se paragonato ad altri strumenti "universali" (6.327 € sono una bella sommetta...), sebbene sia di qualità assoluta. E' il classico strumento anticonformista da tenere per tutta la vita.
Il NexStar è il solito C8 offerto su una montatura altazimutale computerizzata con come punti di forza l'impareggiabile trasportabilità, la praticità d'uso ed un prezzo competitivo (3.564 €); peccato però che la stabilità della montatura non sia neppure lontanamente all'altezza dell'ottica, tale da comprometterne seriamente l'utilizzo; se proprio volete un C8 computerizzato è meglio orientarsi verso l'Ultima 2000, costa di più d'accordo ma ne vale la pena, credetemi.
Celestron NexStar 8" | Meade 7" LX50 Mak | Takahashi Mewlon 180 | |
Diametro mm | 203 | 178 | 180 |
Focale mm | 2060 | 2670 | 2160 |
Schema ottico | Schmidt-Cassegrain | Maksutov-Cassegrain | Dall.Kirkham |
Fuoco primario | f/1.95 | f/2.5 | f/3 |
Amplificazione secondario | 5x | 6x | 4x |
Ostruzione | 0.35 | approx 0.28 | 0.32 |
Montatura | Altazimutale | Equatoriale a forcella | Equatoriale tedesca |
Motorizzazione | 2 assi | 2 assi | 2 assi |
Possibilità computer | di serie (automatico) | si, Magellan II (passivo) | si, JMI (tutti i modelli) |
Movimenti manuali | NO | SI | SI |
Cercatore | star pointer | 6x30 | 7x50 |
Oculari | PL 25 | SP26 | LE24 |
Peso Kg | N.D. | 37 | 20 |
Importatore ufficiale | Auriga S.p.A. Milano | Focas S.r.l. Firenze | Deneb S.n.c. Collecchio (PR) |
Prezzo € | 3.564 | 3.873 | 6.327 |