Test telescopio Pentax
75 SDHF a cura di Roberto
Porta (novembre 2001)
INTRODUZIONE:
I
rifrattori apocromatici Pentax hanno fatto la loro prima apparizione in
Italia verso la seconda metà degli anni 90;
Il
modello testato è il 75mm SDHF
ASPETTO
ESTERNO:
Si
tratta di un telescopio veramente ben costruito, anche se controllato nei
minimi dettagli il piccolo Pentax non mostra alcuna pecca; si fa dal paraluce
telescopico alla bellissima verniciatura color avorio, dallo splendido
e morbidissimo fuocheggiatore alla fascia di ritegno robustissima e ottimamente
realizzata. Uno strumento senza compromessi qualitativi.
Unica
nota negativa la necessità di utilizzare raccordi dedicati (o autocostruiti
ad hoc), caratteristica comune di tutti i rifrattori Pentax.
Purtroppo
gli accessori in dotazione sono inesistenti; il Costruttore prevede un'infinità
di accessori ma sono tutti da acquistare separatamente.
OTTICA:
L’obiettivo
del Pentax 75 SDHF è un meraviglioso doppietto apocromatico con
elemento SD; un terzo elemento è invece posizionato lungo il cammino
ottico; si tratta di una lente concavo-convessa che funge da elemento spianatore
di campo.
L'ottica
ha un diametro di 75mm e una focale di 500mm (f/6.7); non è possibile
alcun intervento di collimazione da parte dell'utente.
L'annerimento
interno del tubo è eccellente e presenta alcuni diaframmi di contrasto.
Il
fuocheggiatore è una vera opera d'arte: ha un diametro che è
di poco inferiore a quello del tubo ottico, una caratteristica non da poco
dato che la Casa dichiara un campo piano sufficiente a coprire un medio
formato 4.5x6cm. Inoltre è dotato di uno speciale (e aggiungo comodissimo)
freno che aziona un collare che agisce su tutto il tubo scorrevole; non
la solita vite di blocco...
LA
PROVA SUL CAMPO
Il
test si è svolto la sera del 01-11-01
Condizioni
atmosferiche: Sereno
Seeing:
2 (ottimo)
Trasparenza
atmosferica: Ottima
Luna:
Piena
Temperatura:
+8°C
STAR TEST
Come
da previsione lo star test ha dato esiti molto positivi; il piccolo Pentax
ha mostrato una figura di Airy da manuale pressochè esente da aberrazioni
significative. La stella prescelta è stata Alpha Cygni (Deneb) a
125x (oculare LV4mm) e a 250x (stesso oculare precedente + Barlow Meade
tipo corto). Se proprio volessimo sconfinare nel campo della pignoleria
più sfrenata si potrebbe dire che l'immagine stellare a 250x presentava
delle minuscole "tracce" di colore spurio ma visto che durante le osservazioni
la percentuale di umidità era degna della foresta amazzonica non
è da escludere che la causa sia da imputare proprio ad essa oppure
alla Barlow.
Per
il mio modesto parere quest'ottica è apocromatica, provare per credere!
Sfericità:
non rilevata
Cromatismo
non rilevato
Coma
non rilevato
Astigmatismo
non rilevato
Tensionamenti
non rilevato
LUNA
La
luna piena non è il massimo per pienezza e contrasto dei dettagli,
se poi aggiungiamo un'apertura che è più prossima ad un cercatore
che a un telescopio è facile intuire che la strada è tutta
in salita. Tuttavia il Pentax ha reagito abbastanza bene mostrando un bordo
nettissimo senza la minima traccia di cromatismo residuo.
Il
Pentax in prova era montato in parallelo ad un Meade SCT 8" ,
il confronto si è risolto abbastanza velocemente a favore di quest'ultimo,
equipaggiato con un oculare LV-W22 e filtro #56 verde; la grande apertura
del catadiottrico ci permetteva di leggere molto meglio i dettagli chiari
in piena luce.
Sul
Pentax 75 SDHF sono stati
utilizzati i seguenti oculari:
Vixen
LV4mm (125x); Celestron Ortho 7mm (71x); Vixen LV-W8mm (65x); Unitron OR12.5mm
(40x). Solo il Vixen LV-W8 mostrava una tenue sfumatura giallastra dei
bordi lunari; evidentemente l'oculare in questione mal si accorda col 75
SDHF.
Filtri:
su tutti gli oculari è stato utilizzato un Meade serie 4000 tipo
ND96.
Diagonale:
Intes AstroSitall 31.75mm.
PROFONDO
CIELO
E'
questo il terreno ideale del Pentax, anche se la presenza della Luna piena
non permetteva certo si strafare; sono stati osservati il doppio ammasso
del Perseo e le Pleiadi. Con oggetti così estesi abbiamo apprezzato
l'ottima correzione del campo abbracciato dal nostro APO che mostrava stelle
perfettamente puntiformi anche ai bordi, sia con l'oculare LV-W22mm (23x)
che con il Tele Vue Ploessl 32mm (16x).
Con
gli oculari sopraindicati il campo inquadrato raggiunge valori mostruosi
(2,8° col 22 e poco oltre i 3° col 32), roba da far arrossire un
super binocolo; in queste condizioni ci sarebbe piaciuto dare un'occhiata
a M31 e M42 ma data la luminosità del nostro satellite abbiamo deciso
di soprassedere..
PIANETI
Qui
il Pentax ci ha veramente preso in contropiede visto che nessuno pensava
che una così piccola apertura potesse mostrare un simile livello
di dettagli ben visibili senza neppure sforzarsi troppo.
A
125x era già evidente su Saturno la divisione di Cassini, i giochi
d'ombra tra pianeta e anelli, la banda temperata e la zona polare. La visione
migliore l'abbiamo ottenuta con un PL5mm+Barlox 2x (200x); con questa configurazione
la banda temperata era visibile divisa in 2 componenti e a me personalmente
è sembrato di scorgere tracce dell'anello Velo alle anse. I satelliti
all'attivo erano 5, Titano compreso. Mica male per un 75, no?
Pensate
che l'SCT 8" a fianco mostrava in più una maggiore definizione delle
bande sul globo, l'anello Velo e una traccia della lacuna di Encke; l'apertura
però era quasi il triplo...
Giove
era sensibilmente più basso sull'orizzonte e non ha retto gli stessi
ingrandimenti del pianeta inanellato; la configurazione ottimale comprendeva
un OR7+Barlow (143x). Abbiamo osservato le 2 bande equatoriali decisamente
perturbate più altri dettagli nelle zone temperate.
STELLE
DOPPIE
Il
freddo umido della pianura Padana aveva già preso il sopravvento
su di noi e ci siamo accontentati di sdoppiare Alpha Geminorum (Castore);
già a 125x lo sdoppiamento era evidentissimo mentre con l'aggiunta
della Barlow un "canale nero" divideva le 2 componenti. Avremo modo di
tornare sull'argomento stelle doppie in seguito.