VERSO MARTE ALLA RICERCA DELLA VITA. Di Cesare Guaita
2 Dicembre 1996
Tutto bene a bordo di Mars Pathfinder e Mars Global Surveyor, le due sonde
spaziali con le quali la NASA, dopo 20 anni di stasi, ha ripreso in grande stile
l'esplorazione del Pianeta Rosso. Resta purtroppo il rimpianto per il
clamoroso fallimento della missione sovietica Mars 96.
Si e' conclusa in queste settimane la prima fase di un programma a lunga
scadenza, destinato a depositare su Marte un equipaggio umano entro il
primo decennio del prossimo secolo. Dopo il drammatico incidente che,
nell'Agosto'93, causo' la perdita della sonda Mars Observer, pochi avrebbero
immaginato una ripresa cosi' repentina dell'esplorazione marziana. Invece,
proprio la sfortunata missione Mars Observer e' stata come 'risuscitata' lo
scorso 7 Novembre con il felice decollo della navicella Mars Global Surveyor
(fig. 1 e 2
), recante a bordo quasi tutta la strumentazione scientifica andata
persa con l'esplosione dell'Observer.
Mars Global Surveyor entrera' in orbita
attorno Marte il prossimo 12 Settembre, sfruttando una tecnica
completamente nuova: quella di frenamento aerodinamico ('aerobraking') per
opera dell'alta atmosfera marziana. Per questa operazione, sperimentata per
la prima volta attorno a Venere dalla sonda Magellano, risulta essenziale il
corretto posizionamento dei due pannelli solari da 3,5 metri della sonda.
Ecco perche' ha inizialmente suscitato qualche timore il dispiegamento
difettoso di uno dei pannelli stessi: ma, assicurano alla NASA, il problema e'
lieve e non puo' compromettere in alcun modo la missione. Una missione di
eccezionale interesse scientifico, quella del Global Surveyor, in quanto
dedicata, per un periodo minimo di un anno marziano (687 giorni), ad una
ricognizione fotografica, chimica ed altimetrica di tutta la superficie del
pianeta (scrutata in certi momenti con una risoluzione di 2-3 metri!) alla
ricerca delle regioni piu' interessanti per una futura esplorazione sia automa-
tica che umana.
Da questo punto di vista un compito complementare e, se vogliamo, ancora
piu' importante, e' stato affidato alla sonda Mars Pathfinder, partita da Capo
Canaveral lo scorso 4 Dicembre (Fig.3 e
4) e destinata a toccare la superficie
del Pianeta Rosso il prossimo 4 luglio.
In pratica, con questa complessa
missione, la NASA ha deciso di dare finalmente inizio alla ricerca delle prime
testimonianze dirette dell'esistenza di vita su Marte. Come noto, la
possibilita' che forme di vita esistano o siano esistite in passato sul pianeta
Rosso e' divenuta di enorme attualita' dopo la recente scoperta di tracce
biologiche marziane nel
meteorite antartico ALH84001. All'interno di questa
roccia, piovuta sull'Antartide da Marte 15 mila anni fa, sono state infatti
rintracciati non solo composti organici 'sospetti' ma, addirittura, formazioni
fossili molto simili a batteri primitivi. C'e' pero' un unico modo per
confermare o smentire questa affascinate possibilita': ricercare ed
eventualmente ritrovare batteri analoghi direttamente nel suolo marziano. Per
far questo e' necessario non solo atterrare su Marte, ma scegliere come sito
di atterraggio, un luogo particolarmente adatto. Esattamente quanto fara'
Pathfinder, per la quale e' stato scelto come luogo di atterraggio la regione
marziana di Ares Valley (Fig. 5).
Una scelta veramente molto accurata in
quanto Ares Valley si trova non lontano dall'equatore marziano (19,5 N e
32,8 W) in una zona ricchissima di letti fluviali fossili, a testimonianza che
qui, in passato, l'acqua doveva scorrere in grande abbondanza: un sito
ideale, dunque, per lo sviluppo di antiche forme di vita marziana. La grande
novita' della missione Pathfinder e' costituita
da un modulo di atterraggio ('Lander') di 370 Kg a forma di tetraedro che,
dopo una serie di manovre molto complicate (addirittura sara' una batteria di
airbags confiabili ad attutire, negli ultimi istanti, l'impatto col terreno), si
adagera' sulla superficie aprendo, come la corolla di un fiore, i suoi tre lati
ricoperti di pannelli solari. Subito dopo ne uscira' un Microrover di 11,5 Kg
(del costo di ben 25 milioni di dollari!) denominato Sojourner (dal nome di
un'eroina della guerra civile americana, scelto dalla Planetary Society dopo
un sondaggio tra tutti gli studenti di eta' superiore ai 18 anni).
Sojourner (Fig.
6) avorera' sulla superficie marziana per un periodo minimo di 7 giorni e,
grazie a 6 minuscole ruote, si potra' allontanare fino a 500 metri dal Lander:
una camera stereoscopica riprendera' ogni dettaglio del paesaggio, mentre
uno spettrometro a raggi X effettuera' una meticolosa analisi della
composizione chimica superficiale. Da Terra potremo seguire tutte queste
operazioni in diretta ed in tempo reale e non c'e' dubbio che l'emozione
sara'grande. Con la speranza che, addirittura, tra quelle sabbie lontane,
Sojourner possa trovare quello...che, segretamente, tutti speriamo. A questo
riguardo, fondamentale sarebbe stato l'apporto della spettacolare missione
sovietica Mars 96, che avrebbe dovuto toccare in quattro punti diversi il
suolo marziano, con due Lander e due Penetratori. Ma purtroppo, come noto,
Mars 96 e' fallita il 16 Novembre scorso ancora prima di cominciare, per
colpa di un incredibile guasto all'ultimo stadio del vettore di lancio.
Fortunatamente, pero', molte altre sonde del tipo Pathfinder sono gia'
programmate per i prossimi anni.